Settimana scorsa si è svolta un’altra puntata di Impact, frizzantina all’inizio e alla fine più che altro. I match di apertura e chiusura mi sono piaciuti, soprattutto il primo, anche se a livello di storyline non hanno avuto molto da dire. Ace Austin e Chris Bey hanno aperto la serata, vincendo contro Kushida e Kevin Knight. Nutro dei dubbi su quest’ultimo perché ad Impact non ci è stato presentato. Dal nulla qualche settimana fa ha fatto coppia con Kushida, senza spiegare bene perché. Forse solo perché entrambi hanno lottato nella NJPW. Non ne ho idea, ma non conoscendolo prima di gennaio, sta passando come un personaggio molto anonimo. Inoltre la vittoria di Kushida ad Hard to Kill sembra sempre più una casualità, che non gli ha portato a nessun tipo di evoluzione.
Mi fa piacere invece per i due del Bullet Club. Spesso mi sono battuto per loro due, giovani talenti che Impact deve preservare e valorizzare, se non vuole che vadano a finire a NXT o AEW senza che gli abbiano dato i giusti meriti. Al momento sono di Impact e qui devono diventare grandi. Soprattutto Ace Austin può avere benissimo le potenzialità di essere un grande heel in singolo, ma ormai da mesi hanno intrapreso la strada di metterlo nella categoria di coppia. Mi fa strano vedere un nome così importante tra i tag team, ma ancor più strano è che Ace Austin sia senza cintura da troppo tempo. Spero proprio che questo sia un push per una loro vittoria titolata imminente.
Nel main event invece i Design hanno sconfitto Josh Alexander, Frankie Kazarian, Rich Swann e Yuya Uemura. Quest’ultimo non ha fatto una brutta figura, anzi forse è stato il migliore della sua squadra, anche se è colui che ha subito lo schienamento finale. Nei face mi aspettavo qualche scaramuccia tra Rich Swann e Josh Alexander, o almeno qualcosa che potesse in qualche modo sviluppare la loro storyline per il match di No Surrender, invece tutto ciò non ci viene nemmeno ricordato. Al contrario molto bene gli heel, soprattutto Deaner che esegue alcune manovre inaspettate, per esempio quella su Josh Alexander mi ha colpito molto. Ricordiamoci che Deaner non è che abbia dimostrato di essere un lottatore sopraffino a Impact, anzi tutt’altro.
Alla fine vincono loro e Sami Callihan si guadagna la fiducia di Deaner. Ma come mai uno come lui è diventato succube e schiavo di una fazione? Proprio lui che è uno dei più reietti che si sia visto ad Impact. Penso sia un ottimo heel, davvero carismatico, ma passando a questa fase sta perdendo tutto il suo carisma e leadership. Mi manca un po’ la cazzimma di Josh Alexander. Mi chiedo se un giorno, magari tra mesi, Sami Callihan si ribellerà a Deaner, un po’ come ai tempi fece Daniel Bryan con la Wyatt Family. Mi piace sperare andrà così, perché quel Sami Callihan comincia a mancarmi davvero tanto, ma per ora dovrò mettermi il cuore in pace e aspettare che i Design vengano costruiti sempre meglio, acquisendo sempre più credibilità.
Per il resto la puntata non ha regalato grandi emozioni dal punto di vista del lottato, dato che 2 incontri sono stati squash. Non voglio nemmeno soffermarmi sul match di Crazzy Steve, che ora ci viene presentato quasi come uno forte, ma sapete bene cosa penso dei due maschi Decay. L’altro match invece ha visto Gisele Shaw sconfiggere Savannah Evans, orfana di Tasha Steelz. Quest’ultima purtroppo non era presente e probabilmente non lo sarà più ad Impact. Voci di corridoio la danno vicina ad NXT. Glielo augurerei, ma mi spiace per Impact che comunque perde una pedina che ha lasciato il segno negli anni, prima come campionessa di coppia (Fire ‘N Flava), poi come campionessa in singolo. A questo punto Savannah Evans assume sempre meno senso e non credo mancherebbe a qualcuno.