Una causa intentata dall’ex dipendente della WWE Janel Grant ha accusato Vince McMahon di alcuni reati molto gravi, tra cui violenza sessuale e persino accuse di traffico di persone. Probabilmente ci vorrà ancora molto tempo prima che il caso si risolva in un modo o nell’altro, ma questa settimana i rappresentanti di entrambe le parti si sono scambiati colpi significativi. Martedì scorso McMahon ha presentato un memorandum per chiedere l’arbitrato e, dopo la risposta di Grant, i rappresentanti di Vince hanno replicato nuovamente.
Botta e risposta
In un’e-mail inviata a TheSportster, l’avvocato di McMahon ha affermato che la Grant sta cercando di mettere a tacere l’ex presidente della WWE: “La querelante non aveva il diritto di portare questo caso in un tribunale pubblico, ma lo ha fatto comunque. Ora che ha scelto questo luogo per accusare falsamente il signor McMahon, vuole mettere a tacere la sua capacità di rispondere. Non può avere entrambe le cose”. Per la cronaca, c’è la possibilità che Vince non venga punito anche se i fatti di cui è accusato si rivelassero veri. La dichiarazione di Rosenberg a nome suo è la risposta alla Grant e al suo team che hanno etichettato gli ultimi contributi dell’imputato come “bugie provocatorie”. La risposta al memorandum di McMahon sostiene che l’ex boss della compagnia stia solo cercando di attaccare il carattere di Janel nel tentativo di intimidirla, sperando che questo possa far cadere la causa. La difesa afferma che le bugie di Vince sono facilmente confutabili e mette in evidenza i punti deboli della sua tesi.