La scorsa settimana vi ho parlato di come se la passa al momento la divisione femminile Tag Team della TNA, articolo dal quale è giunto un commento molto interessante da parte dell’utente 55ol che riporto interamente qui sotto.

“Il grande problema riguardo questo argomento è che non si è chiarissimi e non si dicono le cose come stanno perché la gente “si offendeh”.
Io, visto la mia irrilevanza, posso fregarmene e la verità la dico: per tutte le promotion americane non c’è né la qualità né soprattutto il numero per avere una division tag team femminile anche solo decente. Sono titoli dati come contentino che ovviamente non suscitano nessun interesse a parte quello di vedere la beniamina di turno titolata, quindi mero fanservice.
Al limite una buona idea sarebbe un titolo secondario femminile (come in AEW) o se si volesse azzardare, e l’idea mi piacerebbe moltissimo, si potrebbe puntare sui mixed tag team che in TNA sarebbe davvero interessante vista la qualità sia maschile che femminile nel singolo.
Uomini e donne non sono uguali. Le wrestler femminili, su suolo americano, che ci piaccia o no vengono prima guardate per il lato estetico e poi per le prestazioni, dato che sono e saranno naturalmente sempre meno atletiche rispetto ai maschi. Quindi o si creano federazioni femminili ad hoc, che avranno però molto meno successo di pubblico e introiti, oppure si cerca una soluzione come possono essere quelle da me proposte per creare e mantenere interesse verso queste atlete che cercano di farsi spazio in un settore per loro ostico.”

Rileggendo bene il tutto, ammetto di essermi fermato a riflettere per poi chiedermi “ma davvero le varie federazioni, più o meno major, hanno preso la via del politicamente corretto?”
Guardandoci in faccia, la risposta da trovare è molto semplice e risiede dietro un grande e immenso “SI”.

La TNA ebbe l’idea oltre un decennio fa di generare una categoria di coppia femminile, ma la confusione e la poca quantità di persone, portarono il tutto a virare verso un comedy capace di “seppellire” profili come quello di Eric Young.

Ci ha riprovato la WWE qualche anno più tardi (2019 ndr) e sappiamo tutti come ha avuto seguito la cosa, poi la TNA nel 2021 sceglie di rifarlo e per il primo anno e mezzo la cosa è sembrata più volte crescere in modo decisamente opposto al caso precedente; poi i nomi hanno iniziato a scarseggiare, probabilmente le idee di booking anche, così una pura “mossa politica” nata per accontentare i fan cavalcando l’onda della rivoluzione femminile, ha portato oggi alla situazione che conosciamo analizzata sette giorni addietro.

Le parole espresse dall’utente non sono del tutto errate, così come non è da scartare l’opzione titolo di coppia intergender, una valida alternativa seppur poco utile ad un prodotto major volto a conquistare il fan occasionale specco poco “aperto” a cose “diverse” e più abituato a elementi decisamente classici dal sapore di visto e rivisto.

Forse sarà così, forse no, ma guardandoci nuovamente in faccia si capisce bene quanto la formazione di nuove atlete, la volontà di creare nuovi talenti e l’intelligenza di saperle scrivere sono il vero concetto rivoluzionario, lo stesso mostrato dalla TNA Wrestling sin dai suoi albori, lo stesso che sono sicuro rivedremo ben presto, abbiate perseveranza, ripaga sempre.

Qualora vogliate restare sintonizzati con il sottoscritto, vi segnalo l'episodio 412 del Pro Wrestling Culture podcast contenente la recensione di WWE SummerSlam 2024.