Ci eravamo lasciati con All Out e All In in cui era emersa, finalmente, la grande capacità della AEW di lavorare profondamente sulle donne. Nel giro di diversi mesi, in tante stavano avanzando prodigiosamente, ed erano tutte pronte per salpare sulla nave del main event della categoria.
Abbiamo ancora negli occhi May vs Storm, Willow vs Statlander, il discreto lavoro di Mercedes (anche se non sostenuto da match di alto livello, come richiederebbe il suo contratto), la crescita di Deonna, Thunder Rosa, e di tante altre ragazze nelle retrovie. Erano appena ritornate Britt Baker e Jamie Hayter. Sembrava che, finalmente, dopo cinque anni, la AEW avesse trovato il bandolo della matassa con loro.
Superati i due ppv, la AEW ha iniziato zoppicare. Troppo concentrata, forse, sulle sorti degli uomini, ha mollato di colpo il colpo sulle ragazze. Smettendo di scriverle bene, lasciando che fluissero da sole, senza una direzione ben precisa.
Attenzione: nessuno dice che oggi fanno schifo. Ma che si è perso il treno che le stava accompagnando. Il sentore lo dà un inizio di regno soft per la May e l’inspiegabile scelta di opporle Willow Nightngale. Dimenticandosi del merito e della sconfitta della ragazza a All Out. Kris Statlander, che aveva vinto quel feud, è sparita.
Hanno ripreso dal nulla Serena Deeb per farle fare poco. Stanno provando a lavorare, con poca convinzione, su Queen Aminata e Harley Cameron. È ritornata Anna Jay. Stanno provando a mettere un po’ di semi nelle retrovie, ma davanti manca un po’ di sale e di pepe, manca un po’ di voglia di andare in fondo alle storie. Sembra di assistere al solito lazy booking visto e rivisto gli anni scorsi.
Ecco perché la AEW non deve mollare proprio adesso. Superato WrestleDream deve riprendere la marcia, deve riprendere scrivere bene come sa e come ha dimostrato di saper fare.