Le critiche alla AEW in Italia, sino a qui, sono state molto forti. Ho notato, però, che alla notizia del rinnovo contrattuale con WBD queste critiche si sono letteralmente scatenate. Un odio, in buona parte, simile a quello che accompagnava la TNA. Gli stessi oggi applaudono la collaborazione con NXT. I casi della vita: si sta simpatici solo se si fanno affari con quelli che amiamo.

Un piccolo riepilogo di quello che ho letto in queste ore: la AEW non fa spettatori live, non fa ascolti in tv, le storyline fanno tutte schifo, i match sono mediocri, si dà spazio a disadattati, il loro capo si fa di sostanze, e tutto è molto brutto. Insomma, non si salva niente. Cosa ci avrà visto WBD per rinnovare con loro, è un mistero. Peraltro a quelle cifre lì. Anzi, no: sono cifre basse. La WWE ha accordi molto più remunerativi, quindi di che parliamo (e direi: grazie ar cà).

La AEW per altri 3 anni, forse 4, rimarrà in sella nel wrestling mondiale. A dispetto degli odiatori, dei mark WWE, di quelli che seguono la WWE per moda e di quelli che non seguono la AEW perché non c’è Hogan. L’accordo non era per niente scontato. Rispetto ai primi tempi, oggi il prodotto è più freddo, meno sentito. La bolla della novità è esplosa, alcuni nomi centrali se ne sono andati (Cody, CM Punk). Ci poteva stare che non ci fosse poi la voglia di proseguire.

Invece la AEW fin qui ha retto. Dal vivo, la media si è attestata tra i 4 e i 5 mila spettatori. E’ vero che in una arena da 18 mila sembra che non ci sia nessuno, ma la compagnia sta facendo numeri che la TNA con più ascolti televisivi non è mai riuscita a fare. Ogni ppv supera abbondantemente i 100 mila acquisti. Pur avendo perduto 200 mila telespettatori, Dynamite raggiunge pienamente gli obiettivi dei ratings nella fascia demografica di riferimento, tanto da essere il numero uno nei programmi di intrattenimento. Ovvero il dato che interessa di più a sponsor, inserzionisti e investitori. Poteva esserci il tracollo, e invece sono ancora qua. Non stanno neppure così male. Eh già.

L’accordo con WBD prevede Dynamite e Collision su TNT e TBS, lo streaming on demand in simulcast su Max, compresi i ppv. Il primo anno riceveranno una cifra intorno ai 180 milioni, poi andranno a salire fino ai 190 milioni per il terzo anno. In tutto, circa 550 milioni di dollari in tre anni. A parte la WWE, dobbiamo tornare alla WCW per vedere un investimento televisivo del genere. La TNA per andare in onda ha dovuto pagare di tasca per tanti anni.

Ovviamente non è compreso il possibile accordo con Fox per la messa in onda di Shockwave, in quello che sembra possa essere un prodotto in mano a Shane McMahon. Lo show andrà in onda nello stesso canale di Smackdown per un motivo di non competitività tra canali via cavo (Fox è free, TNT e TBS a pagamento). Saranno altri soldi, tanti o pochi lo sapremo presto.

Qualcuno dice: che senso ha per Fox mollare e lamentarsi del non raggiungimento dei risultati di Smackdown per poi andare a fare affari con la AEW? Lo stesso senso che ha portato Sky a mollare Raw e Smackdown per prendersi Dynamite. Chi investe lo fa non solo guardando ad un ritorno più alto nell’affare. Ma il ritorno deve essere commisurato alle cifre: con una spesa più bassa, è possibile che Fox ci guadagni di più (e un McMahon che tratta ha sempre un certo appeal). Invece quello con Smackdown è stato un investimento troppo alto per i risultati raggiunti. Ecco perché tutto gioca a favore della All Elite.

Alla fine Tony Khan ha fatto bingo. Non gli si potrà più dire “quando il padre si stuferà, la AEW sparirà”. Da tempo, la compagnia cammina con le sue gambe, senza necessità di ricapitalizzazione. E questo accordo economico, lo ripeto, non era scontato. Era il grande obiettivo della AEW nel 2019, lo dissero un po’ tutti. Ci è arrivato da solo, senza i Cody, i Bucks o Omega a giocare un ruolo fondamentale. La vittoria, volenti o nolenti, è soprattutto sua. Dovrà essere altrettanto bravo, in questi tre anni, a non dilapidare una fortuna di tale portata.

Dopo tutto, chi lo sa? Tutto può accadere. E il 2027 è più vicino di quanto sembri.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.