Il silenzio è palpabile e a tratti surreale. Jon Moxley ha appena vinto il titolo nel modo più anticlimatico che ci sia e messo fine alla carriera full time di Bryan Danielson. È una istantanea fortissima, sebbene – appunto – anticlimatica. Si è scoperto poi che l’idea è stata proprio di Danielson: visto il post match, ha voluto focalizzare la scrittura dell’incontro come finalizzato a quello che sarebbe successo.

Prima di addentrarci nei cinque momenti che rimarranno del ppv, c’è da considerare che per essere una card filler e molto debole nella costruzione, la AEW ha raggiunto un sold out di oltre 8 mila spettatori paganti. Un anno fa, con una card più forte e il debutto spoilerato ovunque di Edge, furono un migliaio di meno.

1. Jay White vs Adam Page è una perla
Lo so, ho visto molti commenti di critiche. Alle volte bisogna essere in grado di saper leggere e comprendere le storyline. Intanto partiamo dal match, che è una perla. I due si intendono a meraviglia e questo periodo di pausa ha fatto decisamente bene allo Switchblade. Che vince il match sfruttando le debolezze del suo avversario. Page ha reso sin da subito chiaro di voler “punire” tutti coloro che hanno messo un ostacolo alla sua corsa verso il titolo. Ha una rabbia che offusca la vista e il cervello. Coerentemente con un personaggio sempre più borderline, che per arrivare alla cintura ha molta strada da fare soprattutto nel contenere le proprie emozioni. Che possono essere vincenti in un contesto di rabbia (come con Swerve) ma fortemente penalizzanti in contesti normali (come a WrestleDream). White, che si è sempre caratterizzato come un wrestler intelligente, ha sfruttato le proprie abilità per avere la meglio del suo ex alleato. Ed è solo la prima fase di un feud che potrebbe preannunciarsi lungo.

2. Le donne sul ring ci sanno fare, eccome!
Fino a qualche tempo fa, nonostante la bravura di alcune ragazze, si lamentava nei match femminili una certa mancanza di ritmo. Oggi il problema non c’è più. I match femminili in ppv sono godibili, ben fatti, ben scritti e soprattutto ben eseguiti. Mariah mette una tacca interessante in un regno moscio, Willow continua a crescere sorprendentemente dando ragione alla testardaggine di Tony (io non ci avrei scommesso un euro fino a 6 mesi fa). Ora però bisogna tornare a scrivere bene le storyline: il post All Out è stato decisamente desolante.

3. La tua brutta figura di sabato sera
Non sono mancati gli errori, andati presto virali. Il primo non è certo dell’arbitro Mike Posey, ma è Harley Cameron che non abbassa il braccio per lo schienamento. Sfortuna loro, il pin andava ripreso. Ed è andato virale in tutto il suo ridicolo. Non meno ridicolo lo switch di caratteristiche tra Adam Cole e MJF. Badate bene: il feud andava concluso. Era ancora aperto e servirà un match per metterci la parola fine sopra. Ma non a parti invertite, con Cole che diventa improvvisamente face. Certo è che, per farlo andare bene, dovranno spiegarlo bene. E hanno tutti gli argomenti per farlo. Ma devono riuscirci: la storyline tra i due è andata in vacca troppo presto rispetto alle aspettative.

4. Si è tracciata una linea sulla AEW del futuro
Un match tra messicani che potrebbe diventare un punto fisso delle card. Il lancio o la conferma di tanti giovani e nomi nuovi: Jack Perry, Daniel Garcia, Kyle Fletcher, Hologram, The Outrunners, Konosuke Takeshita, Wheeler Yuta, Darby Allin. Ci sono storie e match da scrivere. Belli o brutti? Non lo sappiamo. Ma è come se WrestleDream avesse tracciato una linea, facendo partire un nuovo capitolo nel quale bisognerà inserire le colonne pesanti del roster.

5. NWO vs Sting vibes (ma non solo)
Questi vogliono costruire Darby Allin come il prossimo campione del mondo. Da un punto di vista strettamente di business, è la scelta giusta. Il merch attira, fa ascolti, è un babyface naturale, il pubblico lo adora. Se arrivasse a vincere il titolo, nelle arene impazzirebbero. Ma i riferimenti, dopo quel post match, sono tanti. Il più forte è quello che accomuna il BCC in hostile takeover nei confronti della AEW come la NWO in WCW. Possono diventare più grandi, più forti, più dominanti come mai nessuna stable è riuscita in questi anni. Allin come novello Sting? Possibile. Ma deve essere possibile con Sting al fianco. Ancora una volta. Perché fisicamente non può ricalcarne la forza, la capacità, l’intelligenza nel saper mettere ko una intera stable. Ma c’è anche uno sguardo alla TNA e alla storyline della Main Event Mafia opposta agli originals. E al fianco di Allin troviamo Cassidy e i Private Party. Più tanti altri che con la compagnia hanno un rapporto di riconoscenza lungo cinque anni. Possono creare la miglior storyline della loro storia. L’importante è non perdersi nel mezzo, come è capitato alle suddette storie di WCW e TNA.

Di seguito i miei voti ai match del main show del ppv:

Jay White vs Adam Page 8 out of 10 stars (8 / 10)
Mariah May vs Willow Nightingale 7 out of 10 stars (7 / 10)
Jack Perry vs Shibata 6 out of 10 stars (6 / 10)
Konosuke Takeshita vs Will Ospreay vs Ricochet 7.5 out of 10 stars (7,5 / 10)
Hologram vs The Beast Mortos 6 out of 10 stars (6 / 10)
Darby Allin vs Brody King 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)
The Young Bucks vs Private Party 6 out of 10 stars (6 / 10)
Mark Briscoe vs Chris Jericho 6 out of 10 stars (6 / 10)
Jon Moxley vs Bryan Danielson 5.5 out of 10 stars (5,5 / 10)

Voto ppv: 7 out of 10 stars (7 / 10)

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.