Per aprire questa seconda puntata, voglio essere chiaro su un punto. Se c’è una cosa che la WWE sa fare meravigliosamente bene è produrre dei segmenti. Si vede che c’è l’esperienza, la mano di saper fare qualcosa che i fan potranno amare con tutto se stessi. A prescindere che quello che vedono sia o no scritto bene. Basta che sia divertente.
È con la produzione che la WWE copre i limiti della propria scrittura. In buona parte sufficiente, inconcludente, fin troppo spesso ripetitiva, altrettanto spesso con buchi logici non indifferenti o con motivazioni che cadono dal cielo senza un motivo preciso. Proviamo a vederne qualcuno?
Poor AJ Styles
Partiamo da lontano. Dopo una pausa di qualche mese, AJ Styles torna a Smackdown e aiuta i face contro la Bloodline, riprendendo un discorso interrotto. Nello stesso segmento.. attacca LA Knight e passa heel. Così, de botto. Il link sarebbe il fatto che Knight lo ha sostituito nella storyline contro Roman e soci. Un po’ poco, no?
Nella puntata successiva viene avvicinato da Anderson e Gallows, che nella testa dei booker sono dei fantasmi. Entrano ed escono dagli show, ma soprattutto entrano ed escono dalla vita di AJ con una facilità disarmante. Styles in quella puntata dice loro che non li vuole tra i piedi. È un dettaglio che, ovviamente, verrà disatteso.
Aj fa un percorso senza particolari picchi: viene schienato nel 4 Way della Rumble da Reigns, poi se la ripiglia con Knight, si attaccano a vicenda per arrivare a Wrestlemania. Narrazione? Inesistente. Al ppv perde, ovviamente. Come ricompensa, la WWE pensa di renderlo primo sfidante di Cody come avversario di passaggio. Vince un torneo. A Backlash il match è molto bello, ma perde. Diremmo che si può chiudere qui, no? No.
Perde con Orton nel primo turno del King Of The Ring, sparisce qualche settimana e ritorna. Vuole una title shot dal nulla, si inventa che ha poco tempo prima del ritiro, ma non trova il beneplacito di Aldis. Allora va sul ring, dove dice di volersi ritirare. Ma vuole Cody per chiudere in bellezza. Lo attacca per avere la title shot. Bello stratagemma. Al suo fianco adesso ci sono di nuovo Anderson e Gallows (ma non dovevamo vederci più?). A Clash at The Castle perde. E sparisce un’altra volta, invece di sviluppare il suo personaggio sulla via del ritiro.
Ritorna dopo quattro mesi di stop. Il primo match è con Carmelo Hayes, perde e si fa male. La presunta storyline doveva vedere AJ fingere un infortunio dopo aver perso il match (ma perché, santo cielo?). Si è fatto male davvero. Starà fuori molti mesi. Intanto potrà archiviare questo 2024 schizofrenico.
Sheamus e i soprannomi brutti (un anno dopo)
È veramente difficile capire che tipo di percorso vogliano dare Sheamus a Raw. Nel senso che questo ragazzone irlandese, da quando è tornato, ha trovato uno spazio ben preciso dove può dare sfoggio delle sue qualità. A lottare è bravo. I suoi match sono scritti quasi tutti allo stesso modo, ma lo si guarda volentieri.
Ma le storie?
Eh… le storie…
Ne ha due, quasi in contemporanea, che si intersecano. In teoria, le strade sono due: o Sheamus lancia i suoi avversari (potrebbe farlo, visto lo status) o riesce a lanciarsi da solo verso le alte vette di Raw. Risultato? Non accade né l’una e né l’altra cosa.
Il feud con Kaiser si basa su una interferenza del tedesco nel match tra l’irlandese e Gunther per il King Of The Ring. Si sfidano diverse volte: Ludwig vince la prima, ma poi perde le altre. Nel mentre, Sheamus ha a che fare anche con Bronson Reed e Bron Breakker per il solo gusto di fare vedere gente grossa che si piglia a mazzate. Le storie? Ma quali storie..
Ah, c’è la seconda. Con Pete Dunne. Motivo? Questo cattivone irlandese gli aveva affibbiato il nome di “Butch” e l’aveva fatto diventare un inglese pazzo. E allora dopo un anno si sveglia. Dopo un anno in cui non ha mai espresso i suoi sentimenti e dopo mesi dal ritorno dell’irlandese a Raw. Mentre faceva la spola tra Main Event, Speed e NXT senza sviluppare un minimo il personaggio. Si è accorto Dunne. Si è accorto che il suo ex capo era un cattivone.
Ovviamente, anche qui, si fanno tre match. Sheamus vince 2-1. Risultato? Si prende una piccola title shot “giusto per”, Dunne invece è tornato a perdere tempo a Main Event.