“Il nuovo capitolo di Roman Reigns sarà molto meglio”. Così ci aveva gasato Paul Heyman all’indomani di Wrestlemania XL, dove il Capotribù aveva perso il titolo mondiale, preannunciando un periodo di assenza per un numero indefinito di mesi. I fan, mai stanchi di vedere l’evolversi continuo della storia della Bloodline, erano ansiosi di scoprire quando sarebbe ritornato, e come la sconfitta bruciante di Wrestlemania sarebbe stata “affrontata” dal suo team. Il consigliori personale del Capotavola, forse tentando di tenere alta la suspence del pubblico, nonostante la lontananza di quest’ultimo si stesse protraendo oltre il dovuto, ha dichiarato che quanto visto sino ad allora, non sarebbe stato paragonabile qualitativamente a quanto era in serbo per noi in futuro. Le speculazioni si sono sprecate su cosa ci saremmo dovuti aspettare e, assodato che lo stravolgimento massimo (oltreché quello più plausibile) sarebbe stato il turn face di Roman, in tutti ci chiedevamo come questo sarebbe avvenuto. Quali dinamiche avrebbe vissuto la Bloodline, quali tormenti interiori avrebbero attanagliato Reigns, e come si sarebbe comportato Cody dinnanzi a tutto ciò.
Ci si aspettava, quindi, un cambiamento nel carattere dell’ex campione universale della WWE, deluso da un suo progressivo “esautoramento” dal ruolo di leader della sua stable. Essendo in netta inferiorità numerica, ed essendosi fatto terra bruciata attorno, le congetture si rivolgevano a chi avrebbe stretto un’alleanza con Roman, contro la nuova versione della dinastia dei Samoani. La convinzione era che gli Usos si sarebbero uniti alla causa, lasciando l’ultimo nome (o gli ultimi due), in vista del War Games di Survivor Series, ad ex rivali esterni alla famiglia. Zayn e Rhodes su tutti. Oppure ci si aspettava l’innesto di eventuali “aggiunte” dell’ultimo minuto della numerosissima famiglia degli Anoa’i. Ecco, questo era il quadro generale. Come già scritto su però, il quesito amletico era: Quali traversìe interiori sarebbero state affrontate per giungere a questo scontro tra fazioni ? Quali argomenti avrebbe addotto Roman per persuadere altri wrestler a fare quadrato attorno a lui ? È qui che risiede lo spessore di questo racconto, e l’abilità di chi lo sta snocciolando settimana dopo settimana, attenti a centellinarlo per non lasciare le bocche degli appassionati asciutte troppo presto.
L’avvicinamento a Jimmy è stato quasi contestuale; Invece, il sodalizio con Jey, a distanza di circa 10 giorni dal tanto atteso War Games, sembra ancora lontano dal concretizzarsi saldamente. Le incomprensioni passate non sembrano essersi risolte, e Roman, nonostante adesso sia un “Face”, non ha abbandonato l’arroganza e la spocchia che lo ha contraddistinto negli ultimi quattro anni. Questo suo carattere rende molto difficile l’amicizia con Mr. Yeet, mostrando come, il team creativo, sia attento a non sfigurare il profilo di uno dei suoi wrestler più importanti in ragione di meri eventi promozionali. Infine c’è la variabile Sami, che nell’ultima puntata di Smackdown ha chiuso le porte all’Original Tribal Chief, lasciando vacante l’ultimo posto nel team dei buoni, salvo poi unirsi alla causa a fine episodio. A margine di ciò, va sottolineata la bravura di chi, questa storia dal finale tutto sommato certo, la sta raccontando in maniera pressoché sublime, a riprova di come, quanto detto da Heyman in una intervista di mesi fa, sia sacrosanto: Il nuovo viaggio di Roman Reigns sarà ancora più bello di quello precedente. Alla faccia di chi ancora si ostina a dire che il problema di Triple H sia l’ovvietà. Certo, magari di scontato qualcosa c’è: La qualità.