Era il 2 ottobre. Su questo sito uscì un mio pezzo dal titolo “AEW, con le donne non mollare proprio adesso”. Quella riflessione era frutto della mia lunga esperienza in fatto di wrestling, e anche di sesto senso. Dopo All Out, proprio nel momento in cui avrebbe dovuto accelerare sulla categoria femminile, la compagnia ha deciso di tirare il freno a mano.

Nei commenti qualcuno mi fece notare come ci potesse stare un piccolo periodo di stacco, di pausa. Non ero del tutto convinto e continuo a non esserlo oggi, a ridosso di un ppv (Full Gear) che vede – al momento – appena un match femminile annunciato.

È il segno di una confusione totale del booking team su una categoria che, in estate, aveva regalato bellissime emozioni. Tutto sembrava filare per il verso giusto. In quel verso promesso da Tony Khan sul finale del 2022. Abbiamo dovuto attendere un anno e mezzo, ma ci siamo arrivati. Tutto troppo bello. Troppo.

Auspicavo un cambio di rotta una volta superato WrestleDream. Quel cambio di rotta non c’è stato. L’unico match in card è quello tra Mercedes Monè e Kris Statlander che non ha mai caricato, ed è stato puntellato con una serie interminabile di momenti filler con Kamille. Sinceramente, chi vinca è abbastanza di poco interesse. Perché è di poco interesse la campionessa (ha una writer personale per nulla) e lo è anche la sua avversaria, che non ha sviluppato in profondità il proprio personaggio.

Ci sono poi reati capitali che non mi spiego. Il primo è il regno di Mariah May. La campionessa è ormai relegata a feud di secondo o terzo piano, costretta spesso a difendere a Collision mentre a Dynamite si dà spazio a skit a metà tra il divertente e l’imbarazzante (sì, parlo di Mina e Harley). Non sembra che la compagnia abbia interesse a lavorarci davvero sopra e non sta nemmeno costruendo una valida alternativa.

O meglio, la valida alternativa ci sarebbe. Si chiama Jamie Hayter. Che è stata fatta tornare per farle chiudere una storia. Ma una volta chiusa, ma non ha fatto nessuno scatto. Sta palesemente prendendo tempo in attesa di non si sa che cosa. Relegata anche lei a singoli match a Collision, quasi del tutto disinteressata a riconquistare una cintura che ha sì perso, ma che non ha potuto riprendere a causa di un bruttissimo infortunio. Ma come può mai essere possibile una gestione del genere?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.