La WWE sta attraversando una fase di profonda trasformazione sotto la guida creativa di Triple H, e come appassionato di wrestling non posso fare a meno di notare un aspetto particolarmente interessante: il tentativo di creare nuove tradizioni che possano reggere il confronto con l’eredità lasciata da Vince McMahon.

L’eredità di Vince McMahon e le nuove sfide

Quando pensiamo alle più grandi tradizioni della WWE, non possiamo non citare le creazioni di Vince McMahon: la Royal Rumble, WrestleMania, Money in the Bank. Sono pilastri del wrestling moderno, eventi che hanno definito generazioni di performer e fan. Nonostante le recenti controversie che hanno coinvolto McMahon e la stanchezza creativa degli ultimi anni della sua gestione, non si può negare il suo genio nell’aver creato questi momenti iconici. WrestleMania è diventata un evento enorme grazie alla lungimiranza e agli sforzi -anche economici- di Vince McMahon, così come anche alcune di queste grandi tradizioni sono state un po’ messe da parte, come gli Slammy Awards o come è accaduto al King of the Ring di cui parleremo adesso.

Le nuove tradizioni di Triple H

La rinascita del King of the Ring

Una delle mosse più interessanti di Triple H è stata la reinterpretazione del King of the Ring Tournament. Non si è limitato a riproporre il formato classico, ma l’ha evoluto in qualcosa di nuovo e più significativo. La decisione di tenere le finali in Arabia Saudita, combinando il torneo maschile con quello femminile, ha dato una nuova dimensione all’evento.

Ma la vera innovazione sta nel premio: il vincitore ottiene una title shot a SummerSlam, creando così un parallelo con la Royal Rumble e WrestleMania. È un tentativo chiaro di elevare SummerSlam a “WrestleMania estiva”, specialmente considerando i piani di espandere l’evento a due serate dal prossimo anno.

I WarGames e l’evoluzione di Survivor Series

L’introduzione dei WarGames nel main roster, dopo il successo in NXT, rappresenta un’altra significativa innovazione. Questa stipulazione ha sostituito i tradizionali match di eliminazione a Survivor Series. L’idea credo che fosse di offrire a Survivor Series qualcosa che si discosti di più da un match “normale”. I match 5 vs 5 ad eliminazione erano forse diventati poco attraenti per i fan abituati a miriade di match durante l’anno. Il doppio ring circondato dalla gabbia dei War Games, invece, offre quantomeno una stipulazione unica che si distingue subito, anche visivamente, da altri tipi di match. A me non piace molto come idea, per quel lungo periodo in cui chiaramente nessuno può vincere, ma –

Le Crown Jewel Championships

Particolarmente interessante è l’introduzione delle Crown Jewel Championships, sia maschili che femminili. Questo format, che prevede lo scontro tra i campioni dei due brand per un titolo speciale, ricorda più le competizioni sportive tradizionali che il wrestling classico. Il vincitore ottiene una cintura prestigiosa e un anello, creando un nuovo tipo di riconoscimento che potrebbe diventare altamente ambito nel tempo.

Il parallelo con altri sport: dalla Ryder Cup all’All-Star Game

È interessante osservare come la creazione di nuove tradizioni sportive non sia un fenomeno esclusivo del wrestling. La storia dello sport è ricca di eventi che, nati come semplici competizioni, sono diventati appuntamenti imprescindibili del calendario sportivo.

L’NBA All-Star Game, per esempio, quando fu introdotto nel 1951, era un semplice match esibizione. Oggi è diventato un evento mediatico globale che dura un intero weekend, con lo Slam Dunk Contest e il Three-Point Contest che sono diventati a loro volta momenti iconici. Le ATP Finals nel tennis, nate nel 1970, si sono evolute fino a diventare il prestigioso “quinto Slam”, un torneo che ogni tennista sogna di vincere.

La Laver Cup nel tennis, ispirandosi alla storica Ryder Cup del golf (nata nel 1927), sta cercando di creare una nuova tradizione. Tuttavia, deve affrontare sfide non da poco: ha bisogno di consistenti investimenti economici per attirare i migliori tennisti del mondo, come dimostrato dall’assenza quest’anno di campioni del calibro di Jannik Sinner. Deve competere con un calendario tennistico già saturo e convincere le star del tennis a partecipare, spesso dovendo offrire compensi considerevoli.

Il vantaggio unico della WWE

La WWE, per fortuna, si trova in una posizione più vantaggiosa per quanto riguarda la creazione di nuove tradizioni. L’intero universo del wrestling (almeno per una grossa fetta di appassionati) è sotto il controllo creativo della compagnia: se e quando Triple H deciderà che Roman Reigns e Cody Rhodes si affronteranno per il Crown Jewel Championship, non ci sarà bisogno di negoziare contratti o convincere gli atleti. Questa autonomia creativa e gestionale è un vantaggio importante he la WWE può sfruttare per costruire le tradizioni di domani. Non deve preoccuparsi della disponibilità dei suoi performer o della competizione con altri eventi per assicurarsi le sue star, permettendole di concentrarsi sulla narrazione e sulla costruzione del prestigio dell’evento. Quello di cui deve preoccuparsi è solo che ai fan venga trasmessa con successo l’importanza del torneo o dell’evento in questione.

La sfida del tempo

La vera sfida per queste innovazioni sarà il passaggio del tempo. Quando oggi parliamo di un wrestler di successo, citiamo le sue vittorie alla Royal Rumble o i suoi main event a WrestleMania come medaglie al valore. Il successo di queste nuove tradizioni dipenderà dal riscontro del pubblico nel lungo periodo, dalla continuità degli accordi commerciali che in certi casi hanno dato vita a queste tradizioni, dalla capacità della WWE di mantenere questi eventi al centro della narrazione e dalla coerenza nella loro presentazione. Come un vino pregiato, queste tradizioni hanno bisogno di tempo per maturare e sviluppare il loro carattere distintivo.

Nel wrestling, come nella vita, le tradizioni sono come grandi querce che crescono da piccole ghiande. WrestleMania non è nata come “The Showcase of the Immortals” – lo è diventata attraverso decenni di momenti indimenticabili, di storie emozionanti, di sogni realizzati e infranti. Triple H sta piantando oggi i semi di quello che potrebbe diventare il futuro della WWE. Sta costruendo nuovi palcoscenici dove le stelle di domani potranno brillare, nuove montagne da scalare, nuove leggende da scrivere.

È come un architetto che non si limita a ristrutturare una casa storica, ma ha il coraggio di aggiungere nuove ali all’edificio, rispettando lo stile originale ma portando una visione moderna. Non sappiamo se tra vent’anni vincere il Crown Jewel Championship avrà lo stesso prestigio di un main event a WrestleMania, o se i WarGames saranno ricordati con lo stesso affetto dei classici Survivor Series match. Ma possiamo apprezzare il coraggio di chi, pur avendo ereditato un regno ricco di tradizioni, non ha paura di scrivere nuovi capitoli di questa infinita storia che è il wrestling professionistico.

Dopotutto, ogni tradizione che oggi veneriamo è stata un giorno una novità che qualcuno ha avuto il coraggio di introdurre. A differenza della “Coppa del Mondo” o della Greatest Royal Rumble, sembra che ci sia molta determinazione nel voler imporre queste novità. E forse, tra qualche decennio, guarderemo a questi anni come al momento in cui sono nate alcune delle più grandi tradizioni della WWE moderna.