A una settimana e un giorno dal match che ha cambiato la storia del wrestling, è arrivato finalmente il momento di dirvi la mia sull'argomento. Il silenzio stampa è terminato
Ho deciso di lavorare a mente fredda sull'argomento, sperando di riuscire a trovare il modo migliore di cominciare, sperando di mettere insieme un articolo che avesse un senso, invece che una sequela di frasi disconnesse tra di loro. Eppure è così che quel match è stato: una sequela di emozioni una dietro l'altra, un susseguirsi di colpi al cuore. Rabbia, tristezza, stupore, paura, rassegnazione, incredulità, non necessariamente in quest'ordine e non necessariamente una alla volta, non è così che funziona.
Ho pensato all'anno scorso, a quando per un attimo ho creduto che la Streak potesse finire quando CM Punk lo ha colpito con l'urna di Paul Bearer. Quest'anno no, neanche per un secondo, alla prima F-5 zero stupore, alla seconda F-5 zero stupore, alla Kimura lock niente, a Lesnar che si rialza dalla Tombstone niente, non mi è mai passato per la testa che potesse finire, neanche alla terza F-5, finché non è successo. Ho guardato le espressioni dei volti del Superdome, mi domando che espressione avessi io in quel momento, vai a saperlo. Se ho pianto? Sì; è stato un pianto strano, di quelli che ti scende una lacrima e venti minuti dopo te ne scende un'altra, poi passa un'ora e ne scendono altre due, un pianto discreto, sottovoce, in silenzio, mi dicevano che è così che piangono gli adulti; non sono molto d'accordo, ma chissà (adulta io poi . . .).
Il mio primo pensiero, a quel che mi ricordo, è stato che nel wrestling siamo abituati a credere che una cosa non possa mai accadere, perché non avrebbe senso, e poi quando succede scopriamo che di senso ne ha fin troppo, ha perfettamente senso, solo che non avevamo tutti gli elementi per stabilirlo.
The Undertaker ci ha abituato ogni anno all'illusione che il suo tempo fosse ormai giunto, salvo poi presentarsi a WrestleMania e tirar fuori il miglior match della serata, il più carico, il più intenso, il più sentito. Quest'anno invece no, quest'anno anzi ci ha illusi che fosse anche più in forma del solito, tutti noi credevamo che avrebbe potuto reggere ancora per due, forse tre anni. E lui ha detto di no.
Ho pensato che avesse capito di non averne più, di essere giunto al capolinea, che il suo corpo ormai non può più permettersi neanche un match all'anno; lui conosce il suo corpo meglio di chiunque altro e allora, piuttosto che regalarci prestazioni mediocri, prestazioni a cui lui non è abituato e non vuol dare, abbia preferito chiuderla qui, basta. Sipario.
Ho pensato che magari non è del tutto vero, che forse qualche cartuccia ce l'ha ancora, d'altra parte sembrava che Lesnar fosse il prescelto già da diversi anni, allora perché proprio adesso? Abbiamo detto tutti che la fine della Streak avrebbe significato il ritiro di Undertaker, no?
Magari ci siamo sbagliati, abbiamo sbagliato credendo che potesse reggere altre due, tre WrestleMania, potremmo esserci sbagliati anche su questo. Abbiamo sbagliato a credere che la carriera di Undertaker equivalesse alla Streak; Undertaker non è una Streak, Undertaker è un'icona, una leggenda, un monumento, un caposaldo, colui che Ric Flair ha definito la colonna portante della WWE. E allora è sbagliato credere che Undertaker voglia concedersi un'ultima faida, contro un'altra icona, non come possessore di una Streak da battere, ma semplicemente come The Undertaker?
Ce lo vedo io Sting, o chiunque altro, ad affermare che non gl'importa niente se non c'è più una Streak in palio, lui vuole sfidare Undertaker per quello che è e per quel che rappresenta, tutto qui. Io mi sentirei sollevata se fossi al loro posto, al diavolo i record, battere Undertaker in un qualsiasi palcoscenico non è certo un'impresa facile, non è vero Dean Ambrose?
Certo non è detto, magari questo sogno nel cassetto di avere una faida sconnessa dalla Streak è destinato a rimanere un sogno, ancora non sappiamo, appunto, a cosa sia dovuta la fine della Streak. Magari Taker sapeva di non essere completamente finito ma sentiva che nessun altro tranne Lesnar avrebbe potuto interrompere la Streak, degli avversari futuri nessuno avrebbe potuto reggere un simile peso, non uno Sting che troppo poco ha avuto a che fare con la WWE, non un John Cena che non può permettersi in alcun modo di fare qualcosa che faccia scontenti i suoi fan, non un Roman Reigns che rischierebbe in futuro di non dimostrarsi degno di una simile impresa. Restava Lesnar, restava la Bestia, restava il campione UFC, restava quello che è il lottatore più temibile della WWE.
Ma poi perché? La Streak doveva proprio finire?
Non dico che dovevi ritirarti come avevo sognato io, a WrestleMania 32, dopo aver sconfitto John Cena ed essere divenuto WWE Champion dopo 14 anni, per poi rendere immediatamente il titolo vacante, queste sono fantasie di un fan e le fantasie di un fan non si avverano quasi mai, ma non potevi almeno ritirarti da imbattuto? Lasciare un qualcosa, una sola cosa, nel wrestling, che durasse per sempre?
Ho pensato che abbia deciso di rispettare quella regola che ti impone di perdere il tuo ultimo match, ho pensato che non volesse essere considerato come lo vedevamo noi, un immortale, immune al trascorrere del tempo, più grande di WrestleMania stessa, che si sarebbe ritirato da imbattuto; ha voluto, con il suo gesto, ritirarsi mettendosi al pari di HBK che con lui si è giocato la carriera, ha voluto mettersi al pari di Ric Flair, al pari di coloro i quali hanno ritenuto di doversi ritirare dimostrando che il loro tempo era passato, non lasciando intendere, indirettamente o meno, che se avessero voluto avrebbero potuto continuare per anni, decenni, e la scelta di ritirarsi è stata quasi per manifesta superiorità. Non era la fine che Undertaker voleva, sempre che questa sia la fine.
E allora ho pensato: perché Brock Lesnar?
Bisogna chiedersi se Lesnar è sempre stato l'avversario designato di Undertaker, un vero e proprio Eletto con la E maiuscola, per interrompere la Streak, bisogna scegliere se credere o meno alle voci che volevano Lesnar avversario di Taker già dal 2010, l'anno della rivincita con Shawn Michaels per intenderci. Chissà come mai le cose sono state rimandate così a lungo, certo Lesnar era in UFC, certo Michaels avrà chiesto a Taker di porre degnamente fine alla sua carriera, poi ce lo vedo Vince McMahon che già si pregusta un 20 a 0 tondo tondo, è per questo che la sconfitta di Undertaker è stata sempre rimandata?
Nel 2013 Lesnar se l'è preso Triple H ed Undertaker ha scelto CM Punk, scelta che in effetti mi ha sorpresa, già sembrava che Lesnar dovesse affrontare il Becchino in quel di WrestleMania 29. Perché non interrompere la Streak col ragazzo di Chicago? Il materiale c'era: con la morte di Paul Bearer, si sarebbe potuta porre la pietra tombale sulla gimmick del Becchino, e poi essere l'uno nel venti a uno suona decisamente meglio che essere l'uno nel ventuno a uno.
Mi sa proprio che Undertaker ha sempre voluto Lesnar e abbia tirato avanti solo in attesa di quel momento. Non bisogna chiedersi cosa pensasse la WWE quando ha dato a Lesnar la vittoria della sua vita, bisogna cercare di capire che cosa pensasse Undertaker.
Ho pensato che volesse essere sconfitto dal più forte, sconfitto da chi non era mai riuscito a sconfiggere, sconfitto da una persona che stima e rispetta quando invece ci hanno fatto credere per anni e anni che si detestassero a morte. Lesnar sicuramente potrà portare il peso di colui che ha infranto la Streak, ha le spalle abbastanza larghe, il fatto che lo credesse Undertaker è di per sé una garanzia.
Se dovessi criticarlo in qualche modo, oltre al puro egoismo di volerlo vedere ritirarsi da campione, non sarebbe per l'avversario scelto, ma per la faida.
Ci voleva qualcosa di memorabile che prescindesse dal risultato, qualcosa di grande, qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre faide precedenti, non credo che avrebbero instillato in noi il dubbio di una vittoria di Lesnar, i rumor su Sting ci stavano già tenendo a bada senza problemi. Avrei voluto una faida diversa, questo sì, questa critica spero che me la concederà.
E avrei anche voluto un match diverso, ma una commozione cerebrale subita dopo il primo minuto non può regalare granché, è stato un caso fortuito che mi ha privato di tante piccole gioie, come quella di vedere un'ultima Old school dalla terza corda, questo sì che mi dispiace.
E poi ho pensato a tutti coloro che non vedono l'ora di vederlo ritirarsi, farsi da parte, e che continuano a criticarlo
E ho pensato che li ha giocati tutti proprio bene
Tutti coloro che vedevano il suo match di WrestleMania come un'inutile perdita di tempo, tutti coloro che erano stanchi di vederlo tornare ogni anno, tutti quelli che lo additavano di essere un egocentrico incapace di smettere, coloro che credevano che si sarebbe preso ingiustamente (già, ingiustamente dicevano) un main event a WrestleMania, che già erano pronti a criticarlo quando sarebbe tornato a WrestleMania 31 e 32, coloro che erano pronti a propendersi in mille critiche riguardo all'inutilità della faida con Brock Lesnar
Li ha fregati tutti, ha smesso quando nessuno se lo aspettava, ha detto basta proprio quando nessuno avrebbe creduto che l'avrebbe fatto, ha zittito ogni bocca, ha fatto sgranare migliaia di occhi increduli
Anche coloro che volevano la fine della Streak sono stati giocati, perché tra tutti in pochi avrebbero scommesso proprio su Lesnar.
The Undertaker ha giocato il suo gioco. Ha regalato a tutti noi una WrestleMania XXX impossibile da dimenticare, un WrestleMania moment indelebile, un evento storico, ha detto addio a ciò che a detta di tutti lo rendeva immortale dimostrando che non ne ha assolutamente bisogno, ha sacrificato 21 anni, anzi di più, della sua carriera, per quel semplice conto di tre.
Undertaker mi ha fatto aprire gli occhi, mi ha spiegato senza parlarmi che non è giusto credersi insostituibili, non è giusto credersi superiori agli altri, non si può pretendere di ritirarsi da campione indiscusso quando tutti coloro che ti hanno preceduto non l'hanno fatto. Undertaker mi ha spiegato che lui è un wrestler come gli altri, che una striscia di 21 vittorie consecutive non bastava a giustificare un ritiro da vincente, se gente come Shawn Michaels non ha ottenuto quest'onore.
Otto giorni fa ho avuto il mio primo vero shock da fan di wrestling, shock che amici cari hanno provato ad esempio quando si ritirò Edge, uno shock di quel tipo. Non lo shock che ti prende quando un personaggio a te caro ci lascia per sempre, credo che sarebbe quantomai irrispettoso paragonare questi due tipi di sentimento. È l'amara consapevolezza di qualcosa che è finito per sempre.
Soprattutto, Undertaker mi ha spiegato che niente è impossibile nel wrestling, che niente è inviolabile. Perciò da oggi in poi crederò a tutto, crederò che nel wrestling tutto possa essere possibile. Crederò che John Cena al termine della sua carriera possa compiere un clamoroso turn heel, crederò che wrestler persi da anni lungo la strada possano ritornare in WWE per l'ultima volta, crederò che Randy Savage prima o poi verrà introdotto nella Hall Of Fame. Crederò anche che forse, se questo non è stato l'ultimo match di Undertaker, allora, forse, c'è la speranza di vederlo veramente ritirarsi dopo una vittoria.
Da oggi in poi, non voglio più affermare che esiste qualcosa di impossibile. A malincuore, perché questo significherà dover ammettere che nel wrestling nulla, neanche ciò che ritenevi più sacro, è intoccabile.
Credo che solo Undertaker potesse farmi capire, allo stesso tempo, che non devo credere in niente e posso credere in tutto.