Vince McMahon è preoccupato. Gli ascolti di Raw stanno scendendo di settimana in settimana, più degli scorsi anni. Non basta Lesnar, non Undertaker, non l'Authority. Il crollo è evidente e da Stamford è suonato l'allarme, soprattutto dopo una infuocata riunione coi vertici di USA Network.

Vince McMahon pensa che il "crack" degli show possa essere The Rock, eppure ha già sperimentato che il passato non basta. Il pubblico ha bisogno di cose nuove, una gestione oculata dei talenti e degli eventi. Non basta nemmeno lo splendido main event di Hell in a Cell dove la storia raccontata da Taker e Lesnar è stata perfetta dall'inizio alla fine, piena di citazioni, corsi e ricorsi storici che solo chi conosce il wrestling per intero ha potuto cogliere. Compreso quel finale coi Wyatt in versione druidi che portano via l'Undertaker umanizzato per restituirlo ad un riposo meritato. 

Sostengo da tempo che le tre ore nuociano a Raw. Un programma più compresso significa meno match, più segmenti e più racconto. Significa concentrare il pubblico e realizzare buoni ascolti. Significa prendere un tempo che il pubblico può sostenere. E significa avere meno soldi, meno pubblicità: un enigma dunque per la WWE. 

Meno soldi li stanno avendo già, le perdite in borsa stanno diventando corporse, diverse azioni sono state vendute e persi alcuni sponsor. La WWE non attira più, così ecco la telefonata al buon Shane, c'è da combattere un padre padrone che sta lentamente correndo contro il muro. Stephanie e Paul ci provano, entro due anni sperano di prendere l'intero comando delle operazioni. Shane vuol tornare ad una condizione: imporre le sue idee economiche. Triple H non gli metterebbe i bastoni tra le ruote a patto che Shane gli lasci gestire i talenti come gli pare. Stephanie è la mediatrice. 

Al di là della crisi evidente, credo che la svolta possa essere un ritorno al recente passato: divisione dei roster, divisione degli show. A ben vedere rappresentava un buon viatico per lavorare celermente sui talenti, gestendoli di mese in mese senza doversi curare su chi deve stare davanti e chi dietro nella card. Raw potrà avere le superstar di primo livello battagliare per il titolo massimo e quello degli Stati Uniti, con un recupero costante dei The Rock, dei Lesnar quando serve. A Smackdown andrebbero le stelle di seconda fascia, quelle adatte al pubblico latinoamericano e al popolo delle indy. Il titolo massimo potrebbe essere quello intercontinentale, con una gestione pari a quella della NJPW dove il possessore del titolo è un atleta di altissimo profilo (Nakamura) e può quasi esser equiparato al possessore del titolo massimo. Quelli di coppia verrebbero gestiti un po' di qua e un po' di là a seconda degli sfidanti previsti, oppure si potrebbe optare per due categorie di coppia che possano andare di pari passo. Sui tour non ci sarebbe problema dato che il roster viene già presentato diviso.

Può essere una idea possibile? Credo di sì. L'unico esperimento in un vicolo cieco dal quale la WWE non sa come uscire per la prima volta nella sua storia. Molto bello essere in posizione di monopolio ma non sempre i riscontri sono positivi. Gli ascolti in caduta libera sono qui a dimostrarlo.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.