Ve lo confesso, ultimamente stavo perdendo interesse per il wrestling made WWE.
E non perché sono stato fulminato sulla via di Jacksonville (come molti altri su questo sito…), ma semplicemente perché faccio fatica a rispecchiarmi nei “nuovi” protagonisti di questa federazione, uno per tutti Seth Rollins.

Trovo, in particolare, che si sia ormai perso quell’aspetto psicologico che rende il wrestling ben più che una serie concatenata di mosse e prese. Quel quid che permette di elevare un semplice incontro a grande match, consentendoci, come il migliore degli effetti speciali, di sospendere l’incredulità e rendere affascinante e coinvolgente una lotta finta tra due uomini in mutande.

Questo miracolo, che solo il wrestling può regalarci, è accaduto (assai incredibilmente) a 205 Live.
Mi riferisco, per chi non avesse visto il match, all’incontro tra Drake Maverick e Mike Kanellis.

Che tra i due atleti non scorresse buon sangue è fatto noto (per i dettagli vi rimando ai report della bravissima Desil), ma trasferire tutto il loro odio e rancore reciproco in un incontro non era così scontato.

I due ex TNA, difatti, hanno saputo costruire un incontro feroce e divertente, in cui l’hardcore si è mischiato al comedy, senza che un genere prevaricasse in maniera preponderante sull’altro, come nei migliori film di Joe Dante o Carpenter.
I due atleti non sono stati privati delle loro caratteristiche chiave che, al contrario, sono state esaltate e portate ad un altro livello.
Segnatamente, è da apprezzare quanto portato in scena da Drake che, con una professionalità invidiabile, ha saputo combinare in un solo incontro quelle due anime del suo personaggio che vediamo dividersi settimanalmente tra Raw e 205 Live.

Il match, in sé e per sé, forse è stato costruito in maniera un po’ scolastica, seguendo tutti gli stilemi del classico comeback del face, ma è stato il modo in cui quella storia così semplice è stata posta in atto.
L’assolto furioso di Maverick alla vista della sua ossessione, quel 24/7 Title che tanto l’ha fatto penare, è stato un vero tocco di genio, così come l’intero personaggio di Kanellis.
Il buon Mike riesce a interpretare, invero, un character interessante e complesso che può rappresentare una grande fetta della popolazione moderna; quell’uomo comune vessato dal proprio capo che sfoga le proprie frustrazione nei confronti di un terzo ignaro al quale attribuire le colpe di ogni suo malessere.

Insomma, al netto di ragionamenti para filosofici sul del semplice wrestling, resta un match quadrato e ben costruito. Spero e credo che, visto anche il grande successo di critica e pubblico, che questo incontro sia solo il primo di tanti.

Dopo aver detto e scritto fin troppo, lascio la parola a Voi….

_Claudio_