Daniel Bryan o non Daniel Bryan, questo è il problema per il Main Event di Wrestlemania. Beh il dilemma è stato risolto optando per la seconda opzione con buona pace di tutti, me compreso. Tuttavia dove verrà collocato questo tanto pregiato quanto scomodo top face? Più accattivante del taglio di Paletta, ecco a voi l’editoriale odierno.

Il problema non è che a vincere sia stato Reigns. Il problema non è che a vincere non sia stato Daniel Bryan. Il problema di base sta nel come si arrivati a questo risultato, in un modo tutto sommato efficientemente subdolo ma assolutamente fastidioso, irritante, ruvido.

La faida tra i due main eventer di Fastlane, Special Event che ha fatto rimpiangere i No Way Out prima dell’unificazione dei brand, ha inevitabilmente portato Bryan verso il basso, più che portare Reigns verso l’alto come sperato. Daniel nel corso della faida ha avuto un atteggiamento in character tra il dicotomico e lo schizofrenico, passando dall’avere comportamenti da face a quelli da heel, attraversando anche una piccola fase di indifferenza degna del miglior (o peggior) Rob Van Dam, in cui gli indici verso il tetto hanno sostituito i pollici verso il petto, al punto che c’è da chiedersi se add essere over sia effettivamente lui o la sua catchphrase. Roman Reigns, dal canto suo, deve ringraziare due forze della natura: la bufera che ha di fatto cancellato le reazioni live che avrebbe ricevuto all’indomani della vittoria della Rumble e Paul Heyman, che nei vari segmenti in cui è stato coinvolto ha confezionato, senza bisogno di artifizi ma solo con la sua capacità microfonica, una storia dai mille bivi interessanti. Nonostante ciò, in ogni caso, Reigns resta a mio avviso un performer buono ma nel contempo decisamente impreparato per la miriade di input che gli verranno lanciati addosso di qui a breve. Ma oramai tutto è stato deciso, quindi perché farsi il sangue amaro?

Torniamo a Daniel Bryan. L’ex American Dragon è stato posto in una condizione che, 15 anni fa, avrebbe creato mille pensieri maliziosi anche al più generoso dei performer: elevare il proprio “rivale” (nella realtà, non in storyline) con un match a 4 stelle, per prepararlo al meglio per il Main Event di Wrestlemania. E Daniel Bryan, va detto, ha portato Reigns dove forse solo Rollins avrebbe potuto: in un match singolo di 20 minuti nettamente sopra la sufficienza. Ah, a proposito, brevissima considerazione per chi ha gridato al capolavoro: l’incontro ha avuto una psicologia tutto sommato perfettibile vista la necessita di dare un’impronta “face” più al Samoano che a Bryan (Reigns ha avuto uno stile decisamente meno aggressivo del solito, lasciando gran parte dell’offensiva a DB), i primi 11 minuti sono stati lenti e piuttosto noiosetti e solo negli ultimi 10 minuti si è avuto un’impennata verso l’alto che ha portato un match da 5 politico ad un incontro meritevole almeno di un 7 non pienissimo ma nemmeno risicato. Ah, e lo stesso Super Samoano non ha minimamente venduto i 16 minuti passati nella Yes Lock dell’avversario. Morale della favola: Reigns ha avuto la consacrazione con un main event combattuto in singolo, ha ben figurato e Daniel Bryan ha vestito i panni dell’uomo compagnia come mai prima, come testimoniato anche dal promo/osmosi effettuato la sera successiva a Raw. Un po’ come comprare un completo di lingerie di pizzo alla propria ragazza prima di portarla a casa dell’amante, per intenderci.

Beh, missione compiuta per Bryan (suo malgrado) e soprattutto per Vince, sempre più convinto che la risposta alle mille domande di continuità e longevità sia proprio Reigns. Accantonata questa amara considerazione, chi ci sarà per Bryan in vista di Wrestlemania?

L’ipotesi Ziggler, chiedo venia per la blasfemia, non mi intriga e non mi convince. Non mi intriga vista l’enorme differenza in termini di starpower tra i due, dove Bryan combatte nel main event e Ziggy jobba nell’opener schienato da KANE. Nemmeno da Rollins, ma da KANE. Non mi convince perché se la definizione di “contentino” è stata coniata per qualche avvenimento, il mettere di fronte due idoli smart solo per zittire la fascia di pubblico che li acclama per vederli al VERTICE, non nel midcarding l’uno contro l’altro, risponde proprio alla corretta definizione di premio consolatorio.

L’alternativa da fantawrestling, decisamente irrealizzabile, sarebbe un match maestro contro allievo contro HBK, ma l’occasione per far partire questo treno da sogno è bella che passata più di un anno fa. L’unica alternativa, attualmente percorribile, sembrerebbe essere un rientrante Sheamus.

Il turn heel del “Great White” è stato preventivato e paventato più volte negli ultimi due anni, quasi quanto un Oscar per Di Caprio. I due si sono affrontati ben due volte in questo contesto ma in entrambi casi in circostanze molto particolari, una volta in un preshow ed una seconda volta in un match dalla durata di 18 secondi. Dunque contrapporre i due, in una logica di riempimento della card e di incastro di scomodi tasselli di un certo peso, avrebbe senso alla luce della loro “storia” e dell’assenza di valide alternative. A guadagnarci di più, nemmeno a dirlo, sarebbe proprio Sheamus, che potrebbe essere lanciato dopo questa ipotetica faida direttamente contro il Campione babyface di turno, che potrebbe essere tanto Reigns quanto Lesnar, in caso di rinnovo.

Perché il turn face per quest’ultimo, dopo Wrestlemania, sarà solo questione di tempo. Dovesse restare, ovviamente. Innanzitutto a WM sarà decisamente il più tifato nello scontro con Reigns, ma al di la di questa considerazione perché dovremmo non amare Lesnar? E’ un badass che viene, mena, vince e se ne va: Il prototipo del monster face per eccellenza. E se a questo aggiungiamo che la frangia “smart” (90% di chi occuperà i posti a WM) ha decisamente poca voglia di tifare Reigns, beh…gli elementi per un doppio turn (voluto o meno) ci sono tutti.

E voi chi vedreste bene contro il nostro Bryan?

Danilo