La prima volta non si scorda mai, si dice. E credo che in All Elite Wrestling si ricorderanno di All In a Wembley, degli oltre 81 mila paganti (90 mila i presenti), delle sensazioni positive lasciate. A tal punto che le prenotazioni per l’edizione 2024 hanno fatto crollare il sito, a testimonianza di quanta attesa ci sia. Tutto merito dell’atmosfera, certamente. Davanti ad uno show molto standard, diviso tra picchi alti e altri meno alti.
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ZERO HOUR
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TAG TEAM MATCH
Aussie Open (c) vs MJF & Adam Cole for the ROH World Tag Team Championship (07:45)
Un inizio di ppv divertente, molto veloce, con gli sfidanti ad agire da veri babyface, con tutti gli eccessi del caso. Non un incontro che si lascia ricordare, a parte per il finale dove l’interazione tra MJF e Adam Cole consente la vittoria delle cinture, in una versione puramente fanservice. Difetto enorme della contesa il fatto che le cinture scompaiano nelle esigenze di narrazione e ricompaiano solo alla fine. Sarebbe stato utile dargli un po’ più di importanza. Winners and New ROH World Tag Team Champions: MJF & Adam Cole (5 / 5)
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ONE ON ONE MATCH
Jack Perry (c) vs Hook in a FTW Rules Match for the FTW Championship (08:20)
Incontro abbastanza grigio, spazzato via dai malumori di backstage dell’ex campione nei confronti di CM Punk, dimostrati anche in favore di telecamera. Era nell’aria il cambio titolato, ma qui si sono notate tutte le lacune di entrambi. Hook dopo due anni è ancora troppo acerbo e a Londra non ha avuto particolarmente il pubblico dalla sua parte. Perry, senza qualcuno che lo “conduca”, si trova in palese difficoltà se non può alzare i ritmi. Risultato? Un grosso buco nell’acqua, non aiutato neppure da un inizio hardcore. Winner and New FTW Champion: Hook (5 / 10)
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MAIN SHOW
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ONE ON ONE MATCH
CM Punk (c) vs Samoa Joe for the Rael AEW World Championship (14:00)
Questi sono i match che ti dicono come passa il tempo. E quanto siano lunghi e tanti 20 anni. Vedi sul ring due ex grandi stelle che si muovono lente, a tratti goffe, che faticano a comunicare e che hanno il cardio di chi non lotta da mesi. Non una gran figura. E allora come possono salvare questa pena? Con l’esperienza. Quella sì che serve. Quella sì che esce fuori, assieme alle citazioni riuscite. Finale forse anticlimatico, ma la vittoria di Punk non è mai stata in discussione. Winner and Still Real AEW World Champion: CM Punk (5,5 / 10)
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TAG TEAM MATCH
Golden Lovers & Adam Page vs Konosuke Takeshita & Bullet Club’s Jay White & Juice Robinson (20:30)
Contesa che accende il pubblico, lo trascina via come un’onda violenta. Ed è un gran bel vedere, che in parte stupisce. Perché in mezzo a tanti ex campioni, spunta fuori tutta la carica di Takeshita, vero e proprio mvp del match. Non solo per il pin che riesce a prendersi, ma anche per la capacità di lottare ad armi pari con Omega, senza sfigurare, ma anzi mettendoci quel pizzico in più di qualità. Gli altri presenti sono stati degli onesti mestieranti, funzionali alla storia principale. Nuovo passo indietro per Ibushi, che ancora una volta si dimostra fuori forma e forse frenato dalla paura di andare incontro a qualche infortunio. Ci vorrà (forse) molto tempo per rivederlo come ai bei tempi. Winners: Konosuke Takeshita & Bullet Club’s Jay White & Juice Robinson (7,5 / 10)
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TAG TEAM MATCH
FTR (c) vs Young Bucks for the AEW World Tag Team Championship (21:45)
Ancora un instant classic. Ancora due team la cui chimica è speciale, solida, marmorea, capace di non stancare mai. Se venisse chiesto di rivederli ancora assieme, il pubblico risponderebbe affermativamente. È mancata un pochino di psicologia rispetto ai precedenti, ma nel mezzo ci hanno infilato di tutto. Near falls come se piovesse, mosse su mosse ben fatte, interazioni in grado di cliccare col pubblico. Fino alla mancata stretta di mano finale, che può essere letta sia in un’ottica work (magari per un rematch futuro) e sia shoot (le opposte fazioni in occasione dell’alterco con Punk). Al momento sono i due migliori tag team al mondo per continuità di rendimento. Winners and Still AEW World Tag Team Champions: FTR (8 / 10)
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TAG TEAM MATCH
Blackpool Combat Club, Santana & Ortiz vs Best Friends, Penta El Zero Miedo & Eddie Kingston in a Stadium Stampede Match (21:30)
Questo è un incontro che sta facendo discutere e farà discutere. Come concetto hardcore, è andata bene. La serie di spot offerti sono stati di ottimo livello, alcune scene sono già diventate dei meme, il pubblico era caldo, e ha supportato gli atleti dall’inizio alla fine. Ma lo stesso match soffre tremendamente di due problemi: il primo è il suo spirito caotico. Ha un’anima adatta per essere filmato e registrato, siglando i momenti più “shock” e divertenti. Fatto live si disperde troppo l’attenzione, il pubblico non sa a chi e dove guardare; il secondo è il rapporto con la regia televisiva. In questo senso, la AEW deve imparare tanto dalla WWE, deve imparare a puntellare quel che vuol far vedere, schematizzando il match in più fasi. Invece così è sembrato viaggiare in mare aperto, con la regia – tremenda per tutto l’evento – che non riusciva a star dietro a ciascuno dei momenti. Alimentando le difficoltà di comprensione dell’intero match. Winners: Best Friends, Penta El Zero Miedo & Eddie Kingston (6,5 / 10)
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FATAL 4 WAY MATCH
Hikaru Shida (c) vs Saraya vs Britt Baker vs Toni Storm for the AEW Women’s World Championship (08:50)
Anche questo è un incontro che sta facendo discutere parecchio. Costruito poco e male alla vigilia, sul ring è stato portato in maniera pregevole da tutte e quattro le ragazze. Con la narrazione principale (la dissoluzione delle Outcasts) che ha funzionato molto bene ed è stata spinta dal pubblico dall’inizio alla fine. Vittoria di Saraya un po’ telefonata, ma che in qualche modo sarebbe prima o poi arrivata come una tassa. Il racconto del match però si porta dietro la completa trasparenza della campionessa, utilizzata alla stregua di una comparsa, insignita della cintura giusto come rito di passaggio, senza alcun vero interesse. Ora potrà tornare nell’anonimato. Bene invece Britt Baker, che ancora oggi sarebbe la miglior campionessa possibile. Ma dovremo attendere un bel po’, mi sa. Winner and New AEW Women’s World Champion: Saraya (6 / 10)
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TAG TEAM MATCH
Darby Allin & Sting vs Swerve Strickland & Christian Cage in a Coffin Match (16:00)
Molto divertente, ben giocato, utilizzando le diverse qualità dei contendenti sul ring. Sting a 64 anni ha ancora una voglia matta di mettersi alla prova, di marchiare a ferro e fuoco il ring, con una forma fisica invidiabile da chi ha almeno 20 anni di meno (vero Punk?). Allin è ancora una volta quello che mettere corpo e ossa al servizio del match, con le mani libere e con le mani legate. Strickland ha mostrato forse meno di quanto sia capace, ma è stato funzionale a rendere plausibili le sortite di Sting. Bene anche Christian Cage, con un apporto più diretto (assieme a Luchasaurus) verso Allin piuttosto che verso il match. Winner: Darby Allin & Sting (7 / 10)
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ONE ON ONE MATCH
Will Ospreay vs Chris Jericho (14:55)
Quante critiche si è portato dietro questo match alla vigilia? Forse non l’incrocio che i fan avrebbe voluto. Ma alla lunga, è un incrocio che non ha sfigurato. Anzi ha regalato diversi momenti sorprendenti, con Jericho totalmente al servizio del suo più giovane avversario. Anche a costo di rischiare un po’ nelle mosse, cosa non usuale per un veterano che potrebbe lottare col freno a mano tirato. Il britannico invece ha risposto con la solita capacità di regalare spettacolo ma ora in modo maturo, spericolato ma bilanciato. Il suo futuro è inevitabilmente in AEW e non sarà strano vederlo combattere nel main event di All In 2024. Winner: Will Ospreay (7 / 10)
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TAG TEAM MATCH
House Of Black (c) vs The Acclaimed & Billy Gunn in a House Rules NO Holdes Barred Match for the AEW Trios Championship (10:50)
Altra contesa divertente, agitata dalle regole libere, per cui l’incontro è diventato una sorta di No Holds Barred senza soluzione di continuità. Il risultato è giusto: gli ex campioni erano un po’ ingabbiati dalle cinture, confinati in un recinto dal quale faticavano ad uscire; i nuovi campioni erano un po’ a spasso, ingarbugliati nelle dinamiche interne. Ora possono in qualche modo prendere altre strade. Non sarà tanto difficile per Acclaimed e Gunn trovare nuovi avversari. Così come sarebbe ora che Malakai e compagni tornino a scalare le gerarchie della card, puntando qualcosa di più solido (magari i titoli di coppia). Qualche near fall, diverse trovate carine, ma nulla di eccezionale in questo incontro. Winners and New AEW Trios Champions: The Acclaimed & Billy Gunn (6 / 10)
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ONE ON ONE MATCH
MJF (c) vs Adam Cole for the AEW World Championship (29:00)
Si dice che una ottima storyline per essere ricordata abbia necessità di un match di alto livello. Questo lo è stato. Ha avuto tutti i fattori che lanciano una narrazione nel punto più alto possibile. Ha avuto qualità in ring, drama, supporto del pubblico, buoni sentimenti, un pareggio inaspettato, una ripartenza inaspettata, un ref bump non fine a se stesso, una logica costruzione fino alla vittoria finale. E all’abbraccio finale in cui l’amicizia vince. Attenzione: questo non significa che MJF sia stato il face e Cole l’heel, qui. È il grande inganno che ci hanno regalato lungo i quasi 30 minuti d’incontro. In realtà MJF è perfettamente l’abile ingannatore che sta raggirando Cole, giocando sulle sue incertezze dopo la chiusura dell’Undisputed Era e il brutto infortunio di un anno fa. Ecco perché Bay Bay sta facendo fatica a capire di chi fidarsi e vede in Maxwell un’ancora di salvezza. A costo anche di perdere. È il grande inganno del campione. Winner and Still AEW World Champion: MJF (9 / 10)
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LIVE EVENT
Questo ppv rimarrà per l’atmosfera. Perché obiettivamente il pubblico britannico (ed europeo) è il migliore al mondo. Perché uno stadio fa sempre un bell’effetto. Perché la prima volta non si scorda mai, ma per fortuna ci sarà una seconda (e poi, chissà). Ha ragione SPZ quando dice che la AEW non è ancora pronta per questo genere di eventi. Lo ha fatto, ha provato a farlo al meglio, ma siamo abituati ad uno standard ancora più alto. Ci arriveranno, col tempo. Di certo non è mancata la qualità sul ring, ma non si può parlare di miglior ppv dell’anno. Ci sono due picchi enormi, poi un lungo e medio ondeggiare. È mancata quella continuità che solo dei match singoli avrebbero potuto dare. È mancato un po’ di starpower, coperto da qualche fagiolata di troppo. Ma con All Out ad appena 7 giorni di distanza, non si poteva pretendere diversamente. Il voto è una media tra l’evento e la sua atmosfera. (7,5 / 10)