Cari lettori di Zona Wrestling, è andato agli archivi anche il ppv “All Out”. Per tanti il miglior ppv dell’anno, per tanti altri uno dei ppv più importanti della storia del wrestling. Per capirci qualcosa di una serata sicuramente impegnativa e entusiasmante, è giusto ragionarci a fondo nella review. Alla tastiera per voi c’è Simone Spada, seguitemi e poi dite la vostra nei commenti. 

BUY IN PRE SHOW

THREE WAY TAG TEAM MATCH

Jurassic Express & Best Friends vs. H.F.O (09:25)

Serviva un match per scaldare il pubblico? Eccolo qui, bello che apparecchiato. Cinque atleti per parte che han seguito poco le regole classiche dei match di coppia ma hanno movimentato un po’ le sorti di un match appariva già alla vigilia molto scontato. Per una volta sono usciti alla distanza i Private Party, che ormai al fianco di Matt Hardy stavano prendendo la polvere. Molto buone le loro combinazioni, quanto semi inesistenti gli Hybrid, sempre molto poco conteggiati dalla dirigenza AEW. Cassidy ha fatto Cassidy, Hardy ha fatto Hardy limitando i suoi eccessi, Luchasaurus e Yuta e Taylor hanno dato una piccola mano alla causa. Molto carina la sequenza di prese di sottomissione al centro del ring che solitamente si vedono nella PWG, ma alla fine il pin se lo prende Jungle Boy che conferma il suo processo di crescita nel roster. Winners: Jurassic Express & Best Friends (6,5 / 10)


 

MAIN SHOW 

ONE ON ONE MATCH 

Miro (c) vs Eddie Kingston for the TNT Championship (13:22)

C’è un piccolo ma significante problema con questo match. Partiamo dal giudizio: i due hanno fatto molto bene, hanno avuto una chimica giusta, importante, che gli ha portati su sentieri più nipponici che americani. Entrambi hanno mantenuto ben saldo il proprio personaggio, aggiungendoci quel pizzico di sale di storytelling che aiuta a funzionare un match. Poi però arriva il problema e la scelta di booking è quantomeno assurda in relazione a quello che vedremo poi nel ppv. Perché Bryce deve bloccare Kingston nell’utilizzo del paletto scoperto? Da che mondo e mondo, un arbitro non si è mai inserito in queste dinamiche, e di certo non si inserisce dopo aver spostato il cuscinetto verso fuori ring. Ecco, tolta questa scelta pensata per proteggere Kingston, il match è stato sicuramente interessante e poteva avere un voto superiore. Winner and still TNT Champion: Miro (6,5 / 10)

ONE ON ONE MATCH 

Jon Moxley vs. Satoshi Kojima (11:50)

Kojima non ha ciabattato, e questa è già una notizia. Assieme a Moxley ha messo in piedi un discreto incontro di wrestling, le cui influenze guardano al Sol Levante e che ha consentito alla card di avere una scelta abbastanza variegata negli stili. Moxley nella nuova veste di “Japanese Legend Killer” ci sta alla grande, ha trovato una collocazione nel roster senza essere ingombrante come invece in altri periodi. Chiaramente questo percorso lo porterà a Tanahashi, ma prima è arrivato Minoru Suzuki: un debutto accolto con un pop pazzesco, col pubblico che ha incitato i due a colpirsi in uno scambio che ha visto il giapponese trionfare. I “fight forever” se li sono meritati tutti. Unico appunto: gli altri intervengono spesso in caso di risse, ma qui dov’erano? Winner: Jon Moxley (7 / 10)

ONE ON ONE MATCH 

Britt Baker (c) vs Kris Statlander for the AEW Women’s World Championship (11:34)

Quando cito sempre quanto accaduto un anno fa, con un precedente match brutto e poi l’infortunio della Statlander, ecco lo faccio per portarvi alla situazione odierna. Britt ha capito che non deve fare tanto sul ring, ma farlo bene. Basta dover essere per forza quella che sa fare tutto: il personaggio vale, non ha bisogno di inutili aggiunte. Per questo lotta il suo miglior match da quando è campionessa. La Statlander ha ripreso un po’ delle abilità che la elevarono ad uno dei talenti cristallini delle indy. Non ho apprezzato particolarmente la decisione di farla sembrare “forte”, con mosse che sono apparse decisamente forzate e venute sporche, in alcuni casi. Il finale fa risaltare il match, con un andamento in crescendo che le due non hanno sbagliato. Winner and still Women’s Champion: Britt Baker (7 / 10)

TAG TEAM STEEL CAGE MATCH 

Young Bucks (c) vs Lucha Brothers  for the AEW World Tag Team Championships (22:05)

I match della PWG funzionano in un contesto più ampio? A ben vedere questo, direi di sì. Ma la cosa bella è che i quattro lo hanno impreziosito con un po’ di storytelling. Ho ritenuto molto ben narrata l’opposizione dei fratelli grandi a quelli piccoli, con Matt Jackson e Penta El Zero che puniscono il fratello altrui con il proposito di salvare il proprio. Il resto sono stati spot assurdi e quelli ci aspettavamo: superkick, canadian destroyer dal paletto, utilizzo continuo della gabbia per infliggere dolore, la chicca delle Nike chiodate che hanno aggiunto quel tocco di sangue che in questo caso ci sta piuttosto bene. Vincono i Brothers dopo un crossbody enorme di Fenix dalla sommità della gabbia: mossa che aspettavamo, ma chissà perché l’esito sorprende sempre. Per me non è il match dell’anno, ma è sicuramente di grande levatura. Winners and new tag team champions: Lucha Brothers (8,5 / 10)

CASINO BATTLE ROYALE 

Anna Jay vs Tay Conti vs Penelope Ford vs The Bunny vs Nyla Rose vs Hikaru Shida vs Jade Cargill vs Thunder Rosa vs Emi Sakura vs Diamante vs Big Swole vs Red Velvet vs Skye Blue vs  Ruby Soho vs  Kilynn King vs Kiera Hogan vs  Riho vs  Jamie Hayter vs  Leyla Hirsch vs  Rebel vs  Abadon for a AEW Women’s Championship Title Shot (22:00)

Non sono un fan delle battle royal femminili, un po’ tutte quelle che ho visto finora non hanno saputo risaltare particolarmente. Questa ha un pregio non da poco: tutte le eliminazioni vengono fatte nel modo giusto al momento giusto. Anche qui non c’era bisogno di strafare, la metà di quelle presenti forse erano pure fuori luogo, ma ciascuna ha avuto lo spazio che si meritava. Ad esempio qualcuno ha criticato la repentina eliminazione di Skye Blue, nonostante fosse stata ben accolta: in verità si trattava di un nuovo profilo che di certo avrebbe stonato se fosse durata più di quel tanto. Ne escono bene Nyla Rose, Jade Cargill e in parte Jamie Hayter. Il finale è l’unico possibile: Ruby e Rosa erano le ragazze che più di ogni altra avrebbero potuto ambire alla vittoria. Vince la neo arrivata e vedremo cosa riserverà per lei il futuro. Intanto si è assicurata un pop enorme e il sostegno del pubblico. Winner and #1 Contender for the AEW Women’s Championship: Ruby Soho (6 / 10)

ONE ON ONE MATCH 

MJF vs. Chris Jericho in a Final Fight Match (19:30)

Il match di Dynamite non era stato granché. Ma avevano venduto Jericho come stanco dalle cinque fatiche e costretto agli straordinari contro un avversario più fresco. Passate due settimane, il DemoGod ha dimostrato di essere più in palla, con momenti di dominio assoluto come non si vedevano da tempo. Maxwell giustamente gli è andato dietro, ha fatto il suo, vendendo bene il lavoro di Chris alla schiena. Probabilmente a bookare questo incontro assieme a Jericho c’è stato Cody: abbiamo assistito ai più classici dei Dusty finish, col match che riparte e che vede poi il leader degli Inner Circle vincere con la Walls Of Jericho, altra citazione del passato (la Judas Effect infatti è stata utilizzata da MJF). Il feud si spera sia finito, anche perché col tempo Pinnacle e Inner Circle sono letteralmente spariti. Winner: Chris Jericho (6,5 / 10)

ONE ON ONE MATCH 

CM Punk vs Darby Allin (16:40)

Non è stato questo il main event, e diremmo meno male. Non perché il match sia stato brutto, ma perché ci avrebbe privato dei veri botti di capodanno. Alla fine è andata come doveva andare: Punk ha usato lo storytelling, facendo bene tutta una serie di fasi dell’incontro, chiamando le mosse e i momenti in cui Darby doveva fare il suo apporto saltando da una parte all’altra come una cavalletta e dimostrando di essere assolutamente un avversario degno di questo nome. Mi ha fatto molto piacere che i due abbiano in qualche modo riprodotto le sequenze del match che tanti anni fa oppose X-Pac a Bret Hart, ed in qualche modo mise in luce il primo con l’aiuto del secondo. Anche in questo caso è successo questo: Allin, al di là della sua taglia, ha assunto anche da questa sconfitta l’ennesima dimostrazione di essere un potenziale main eventer del futuro. Winner: CM Punk (7 / 10)

ONE ON ONE MATCH 

Paul Wight vs. QT Marshall (03:10)

Rapido, indolore. Wight fa quello che ha sempre fatto: pestare la gente sfruttando la maggiore forza e altezza. L’unico dubbio è legato all’assenza dei Gunn Clubb, che crea un buco logico nei confronti del loro turn di Dynamite. Però posizione in card e durata hanno reso passabile questo momento. Essendo stato uno squash, è assolutamente Non Giudicabile. Winner: Paul Wight sv

ONE ON ONE MATCH 

Kenny Omega (c) vs Christian Cage for the AEW World Championship (21:20)

Ritorniamo al primo match della serata: lì non va bene il paletto scoperto, qui invece vanno bene i tavoli. Capisco che ogni arbitro interpreta il match a suo modo, ma è anche vero che il fan non viene aiutato a comprendere cosa stia succedendo. Detto questo, i due atleti cliccano maledettamente bene, hanno una interazione ottima sul ring. Christian continua a non sbagliare neanche un match, e per un attimo (quando ha connesso la Killswitch) ha fatto credere anche di poter vincere. Omega si è di nuovo tolto di mezzo quei paletti che gli han fatto sbagliare l’approccio a diversi match e si è ripreso lo scettro del migliore, impreziosendo il tutto con un tocco di americanismo che per anni ha faticato ad accettare. L’utilizzo dei tavoli è servito per spingere sull’acceleratore in momenti chiave, ma alla fine tutto va come deve andare e senza eccessivo overbooking. Winner and still AEW Champion: Kenny Omega (7,5 / 10)


 

LIVE EVENT 

In sede di presentazione avevo scritto “non sarà un ppv eccezionale, ma solido”. Vedendo i match, il pronostico è stato rispettato. Non c’è stato un match fuori posto o che abbia deluso. Anzi due di questi sono di tanto sopra la media, e gli altri si mantengono su un livello più che discreto. Basta e avanza per farlo diventare il miglior ppv dell’anno, di poco sopra a Money In The Bank, Double Or Nothing e alla prima serata di Wrestlemania. Poi però un ppv è fatto anche del contorno. Del pubblico, dei debutti, dei segmenti fuori ring. Dei debutti di Suzuki e Ruby, della theme song dei Lucha Brothers cantata live. Pessima il chitarrista dei Fozzy con lo strumento settato male, molto meglio la stretta di mano tra Sting e Punk. Ma un evento a pagamento lo si ricorda soprattutto per il finale, no? E allora eccoli Adam Cole e Bryan Danielson, eccoli su due sponde opposte che regalano a loro modo dei momenti indimenticabili e per certi versi shockanti. Perché quando entra Adam siamo convinti che andrà contro la Elite e invece la riabbraccia di nuovo. Quando entra Danielson siamo convinti di un sereno faccia a faccia e invece l’ex campione ci tiene a far vedere che vuol ancora menare di calci gli avversari. Tutto si chiude così, col sorriso, esattamente come doveva essere. 

Voto: (9 / 10)