L’esperto commentatore di wrestling Kevin Kelly, noto per il suo lavoro con varie promotion tra cui WWE, ROH e NJPW, ha polemizzato online per l’essere stato sostituito al tavolo di commento di Collision. Kelly, che si è spesso allontanato per varie ragioni dal ruolo come per esempio gli impegni con il torneo G1 Climax 33 dello scorso anno, ha espresso la sua frustrazione per essere stato messo da parte ancora una volta.
Tutta colpa di Riccaboni?
In una sfuriata su Twitter, Kevin Kelly ha espresso il suo senso di sottovalutazione da parte della AEW, attribuendo la sua assenza dalle telecronache a quelle che considerava osservazioni diffamatorie fatte da Ian Riccaboni. Un fan aveva scritto di sentire la mancanza della telecronaca di Kelly ed in particolare della sua capacità di spiegare i motivi dei match, per quanto difficile a volte sia. “Il lavoro che porto al tavolo di commento si è perso perché Ian mi ha diffamato. Quindi mi siedo in panchina, apprezzato dai miei colleghi, in attesa che venga chiamato il mio numero”.
Inoltre, Kelly ha affermato con orgoglio la sua competenza come commentatore, esortando i fan a cercare conferme dagli addetti ai lavori: “Continuo a chiedere perché ma vengo messo da parte. Va bene così, perché non c’è nessuno migliore di me. Chiedete a quelli che lo sanno e ve lo diranno”.
Il nocciolo della polemica di Kelly deriva dal fatto che il collega Ian Riccaboni avrebbe descritto come una teoria cospirativa marginale gli sforzi di sensibilizzazione sul traffico di bambini. Kelly ha respinto con veemenza questa caratterizzazione, etichettandola come diffamazione: “Quando si fa di tutto per definire intenzionalmente in modo errato la mia opera di sensibilizzazione sugli orrori globali del traffico di bambini come una teoria cospirativa marginale che tutti sanno essere una stronzata, al fine di danneggiare la mia carriera e la mia posizione nel settore, questo è da considerarsi come minimo diffamatorio”.
Le conseguenze dello sfogo pubblico di Kelly hanno suscitato un misto di sostegno, scetticismo e speculazioni tra i fan del wrestling. I dibattiti sulla validità delle affermazioni di Kelly, sulla professionalità di esprimere pubblicamente le proprie rimostranze e sulle potenziali ripercussioni all’interno del team di commento della AEW sono molto accesi. Questa controversia non solo punta un riflettore sui conflitti personali all’interno delle telecronache del wrestling, ma sottolinea anche le sfide più ampie della gestione delle relazioni professionali alla luce dell’esposizione sui social network.
Le implicazioni a lungo termine per Kelly e per le dinamiche di commento della AEW sono ancora da vedere. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che l’intersezione tra rivalità professionale, difesa personale e percezione pubblica è ancora una volta al centro della scena nel mondo del wrestling. Se questa controversia porterà a una riconciliazione o a ulteriori discordie lo scopriremo in futuro.