Puntata speciale di Dynamite questa notte e come indica bene il nome è stata la serata del tanto atteso Blood & Guts match, che quest’anno ha visto di fronte il Team Elite (Young Bucks, Kazuchika Okada, Adam Page e Jack Perry) contro il team AEW (Swerve Strickland, Darby Allin, Mark Briscoe e The Acclaimed). Un 5vs5 che prometteva tanta violenza e mosse estreme e così è stato, con i protagonisti che anche quest’anno sono riusciti a sorprenderci.
Partenza a mille
I primi a dover salire sui due ring erano Jack Perry e Darby Allin, ma la loro battaglia è iniziata fuori la gabbia, finendo anche in mezzo al pubblico prima di entrare effettivamente nella gabbia. Una partenza senza risparmiarsi minimamente, con già un buon numero di oggetti contundenti inseriti nel match, che fino all’arrivo del decimo partecimaente non sarebbe effettivamente iniziato. Il vantaggio era a disposizione del Team Elite e così il terzo ad entrare è stato Nicholas Jackson, sfruttando subito il 2vs1 che si è venuto a creare. Un ottimo impatto lo ha avuto Mark Briscoe che ha riequilibrato la situazione introducendo una scala nella struttura, usata nei più svariati modi. Ad entrare successivamente è stato l’altro fratello Jackson, Matthew, che ha portato con sé una valigetta usata subito per colpire Briscoe e Allin, con il primo che ha iniziato a perdere tanto sangue dalla fronte.
Successivamente è arrivato il momento degli Acclaimed, prima con Anthony Bowens subito molto aggressivo con delle forbici, strumento caratterizzante la stable, usate per colpire in fronte Jack Perry e addirittura per tagliarlo ad altezza bocca. Inutile dire che anche il campione TNT ha iniziato a perdere sangue. Per settimo si è unito alla festa Kazuchika Okada portando con sè un cartello con su scritto “Rainmaker”, cartello utilizzato ovviamente per colpire tutti gli avversari con tanto di tombstone piledriver su Mark Briscoe con la testa ad impattare col cartello. Gli Acclaimed si sono uniti con l’arrivo di Max Caster che stanotte il microfono non lo ha usato per rappare, ma per colpire gli avverrsari.
Problemi con Adam Page
Arrivato il momento di Adam Page, il cowboy non si è visto e così sul ring si è rimasti 4vs4 tra filo spinato, puntine in bocca (povero Max Caster), colpi di skateboard e tanto altro. La strategia del cowboy è stata svelata al momento dell’ultimo ingresso, quello del campione del mondo Strickland che è stato sorpreso alle spalle proprio da Page e ammanettato alla gabbia. Adam ha iniziato a picchiare il campione impossibilitato a reagire, fino a quando Matthew Jackson non l’ha minacciato di licenziamento se non fosse salito immediatamente sul ring. Con Strickland fuori dai giochi il match è ufficialmente iniziato per volere dell’EVP, ma ben presto in soccorso del campione sono arrivati Jeff Jarrett e Billy Gunn che lo hanno liberato dalle manette e poi con l’uso di un tronchese Strickland ha creato un varco nella rete d’acciaio per salire sul ring.
Una volta sul ring il campione è stato circondato dall’Elite che ha iniziato a “pinzarlo” con delle spillatrici, ma poco dopo Strickland è riuscito a vendicarsi colpendo ogni avversario con una mossa e una “graffettata” speciale. Utilizzando lo squarcio nella struttura l’azione si è spostata anche fuori ring con Anthony Bowens gettato da Nicholas quasi dalla cima su una serie di tavoli impilati, mentre la battaglia tra Strickland e Page è finita sullo stage lontano dal match.
Sul ring sono rimasti Matthew e Perry per il team Elite e Mark Briscoe e Darby Allin per il Team AEW. Allin ha eseguito un incredibile coffin drop tenendosi dalla cima della gabbia, Briscoe ha poi ammanettato Perry alla struttura e lo ha colpito con una sediata in piena fronte. A quel punto Allin ha cosparso il campione TNT con della benzina e ha minacciato di dargli fuoco se non avesse accettato di concedergli un match titolato. Perry si è rifiutato, ma è stato Matthew a bloccare Allin dicendo che si stava esagerando e così dopo aver concesso un match titolato ad All In 2 ha anche pronunciato le parole “We quit” che hanno sancito la fine del match e la vittoria dei face.