Rivedendo una seconda volta la puntata della scorsa settimana di Dynamite, mi è saltata all’occhio una mancanza. Siamo concordi col fatto che storyline lunghe, dilatate, a volte siano dei vantaggi per amplificare l’attesa di un match. Ma siamo anche concordi che, a volte, feud troppo lunghi rischino di sgonfiarsi strada facendo. E’ accaduto fin troppe volte negli ultimi tre anni, ma continua ad accadere anche ora.

La sensazione che ho è che ad un mese dal ppv Revolution, molte storyline siano un po’ tirate. Un po’ lunghe o un po’ corte nei tempi. Penso ad esempio al feud tra MJF e Danielson. Bene le 5 fatiche di Ercole, tratto distintivo del campione. Ma in questo lungo, lunghissimo tempo, tutto l’hype che Maxwell aveva generato sia col ritorno che con la conquista della cintura pesi massimi, si sta lentamente sgonfiando.

Certo non aiuta essere nelle posizioni meno appetibili della card. La AEW, ed in particolare Tony Khan, deve capire che il campione funziona quando è posto all’inizio o alla fine di uno show. E’ una regola base, comprovata dai risultati. Anche perché sono quelli i momenti più ricercati dai fan, in particolare da quelli che seguono una puntata a salti, puntando solo ciò che gli interessa davvero. Le parti centrali sono quelle che vedono (in genere) un ribasso, nella forma a panino non suscitano lo stesso entusiasmo di quanto succede all’inizio e alla fine.

Ma al di là di questo. Penso che le 5 fatiche termineranno stasera. E che nel mezzo Maxwell ha bisogno di “impegnarsi” con un atleta con cui non avrebbe avuto a che fare se la storia con Danielson non fosse davvero molto corta (e in parte ripetitiva rispetto a feud del passato). Penso anche che a poche settimane dal ppv ci sono diversi protagonisti a spasso, coinvolti in racconti di breve periodo, come se stessero attendendo qualcos’altro.

Si dirà, ci sono le puntate speciali. Ma i ppv rivestono un completo che alcun episodio televisivo può replicare. La soluzione per la AEW potrebbe essere quella di aggiungere in maniera continua almeno due ppv durante l’anno, passando da 4 a 6, per tentare di concretizzare meglio le narrazioni che mette in scena. Evitando così di vedere troppi livelli che si allungano o si accorciano in attesa che passino quattro mesi da un evento all’altro.

La ripartizione sarebbe semplice. Un nuovo ppv a gennaio, Revolution a fine marzo, Double Or Nothing a fine maggio, un ppv a luglio, All Out a settembre, Full Gear a novembre. Due mesi sono sufficienti per sviluppare storie, tenerle saldamente in mano, proporre qualcosa di speciale nel mezzo ed evitare di disperdere talento e match potenziali durante le settimane. Quattro mesi, ormai, si stanno rivelando troppi. Un cambiamento, con l’avvento del rinnovo televisivo e l’avvio degli house show, sarebbe la soluzione ideale per vedere migliori puntate televisive.