Il botto, come un crescendo. La All Elite Wrestling ha concluso l’anno 2021 coi ppv con una ascesa completa, da Revolution in poi è come se avesse capito di volta in volta gli errori fatti nell’occasione precedente. Ovviamente mantenendo alcune esagerazioni, perché qualche wrestler va comunque accontentato. Però se c’è qualcosa che lascia Full Gear è il senso di compiutezza di tantissime storie, che si sono concluse come si sarebbero dovute concludere. Vediamo assieme quello che è accaduto.
i
i
BUY IN
i
TAG TEAM MATCH
Thunder Rosa & Hikaru Shida vs Nyla Rose & Jamie Hayter (12:32)
Match gestito con una struttura semplice quello delle donne nel Buy In. Inizio favorevole alle face, fase centrale per le heel e finale fatto di scambi, ma anche della risoluzione finale per le face. Stupisce, per certi versi, che il pin decisivo lo colga la Shida davanti ad una Thunder Rosa che pareva essersi messa in corsia per andare alla caccia di qualcosa di grosso. Hikaru che si sta americanizzando nelle mosse e negli atteggiamenti, segno che questo può aiutarla a integrarsi meglio con il prodotto che la AEW vuole vendere. Nyla e Jamie hanno fatto l’indispensabile affinché tutto potesse andare bene. Non bello, ma neanche brutto. Sufficiente, direi. Winners: Thunder Rosa & Hikaru Shida
i
MAIN SHOW
i
ONE ON ONE MATCH
Darby Allin vs MJF (22:06)
Questo è uno di quegli incontri che andrebbero fatti vedere ai giovani atleti. Far vedere due altrettanto giovani e in rampa di lancio che lottano come fossero due veterani che seguono a menadito le regole del wrestling. E che dimostrano la loro maturità: Darby non è più solo lo stuntman, ma un wrestler che sa passare fedelmente da passaggi tecnici a passaggi più agili, senza però dimenticare i lati più estremi del suo personaggio (e allora vedi la coffin drop sull’apron, a dimostrazione che deve smussare ancora un po’ gli angoli che lo compongono); MJF è il miglior heel e forse anche il miglior wrestler giovane di questa generazione. Perché sa fare tutto, e non mi stupisce. Chi lo segue dai tempi delle indy, sa che non è uno scarpone o solamente un talker. Sa lavorare di tecnica, sa sellare magnificamente (come capitato con il presunto infortunio al ginocchio), sa riconoscere il timing di tutti i momenti dei match, sa essere heel ma anche lavorare di mind games come nel momento in cui porta lo skate sul ring. Secondo i bene informati, i due hanno riprodotto un match di Dean Malenko e Eddie Guerrero combattuto verso la metà degli anni ’90 in WCW. Quell’incontro lanciò definitivamente i due. Questo incontro lancia definitivamente Maxwell e Allin. I due pillars principali hanno dimostrato di essere pronti, con un minutaggio adeguato alla visibilità che dovevano ricevere. Unico appunto le spalle di Darby nello schienamento finale: errore sia del wrestler che dell’arbitro, posizionato male nel conteggio. Ma nulla toglie alla contesa. Winner: MJF
i
TAG TEAM MATCH
Lucha Brothers (c) vs FTR for the AEW World Tag Team Championship (18:36)
C’è un problema abbastanza palese in questa sfida. Che, diciamolo, è stata bella e coinvolgente. Gli FTR si sono adattati, finalmente, allo stile di avversari fuori dalle loro corde e con loro hanno entusiasmato il pubblico, portandosi su altri sentieri e trovandovisi molto bene. Poteva tranquillamente arrivare ad essere il match della serata. Poi però c’è quel finale lì, un po’ stupido. Capisco il concetto di volere una conclusione “sporca” per far proseguire il feud. Ma si vedeva benissimo che l’FTR pinnato non era l’uomo legale, pur con la maschera indosso. Persino al tavolo di commento hanno sottolineato come fosse Cash il wrestler impegnato sul ring. In questo modo Rick Knox (ancora una volta, ancora lui!) passa per un incompetente o per uno a cui servono degli occhiali. Il feud va avanti verso Triplemania Regia, ma intanto i Brothers si sono confermati campioni. Winners and Still AEW World Tag Team Champion: Lucha Brothers
i
ONE ON ONE MATCH
Bryan Danielson vs Miro in the AEW World Championship Eliminator Tournament Final (20:06)
Qualcosa non mi torna. Badate bene, il match è filato liscio, i due hanno dato in parte fondo alle loro abilità in-ring. Ma è come se non fossero riusciti, alla fine, a connettere bene né tra di loro e né col pubblico (che, eppure, li ha sostenuti). Poi c’è Miro che ad un certo punto non ce la faceva più a livello di cardio. E Danielson che ha provato in tutti i modi ad adattarsi al suo avversario, ma con poca convinzione. Il crescendo finale ha elevato in parte un match che sarebbe stato appena poco più che sufficiente. Di certo hanno deluso chi si aspettava i fuochi d’artificio. Ora sarà da vedere come sfrutteranno Bryan come contendente, proprio nel momento in cui il titolo ce l’ha qualcuno che avrebbe tutta la necessità di difenderlo per molto tempo. Winner and First Contender at the AEW World Championship: Bryan Danielson
i
TAG TEAM MATCH
SuperKliq (Adam Cole & Young Bucks) vs Christian Cage & Jurassic Express in a Falls Count Anywhere Match (22:35)
Bell’incontro tra i sei, strutturato in modo che tutti i fan nell’arena e anche da casa potessero seguire cosa stava accadendo. Ecco allora la prima fase sul ring e fuori ring con alcuni spot interessanti. Finalmente i tavoli si rompono, Cole viene lanciato ovunque, Jungle Boy assaggia le puntine da disegno, i Bucks utilizzano tutti i modi possibili per avere dei vantaggi, Luchasaurus vende bene l’essere un big e Christian Cage si vede poco, giusto in assist ai suoi compagni. Quando sul ring si esauriscono le superkick, ecco Cage e Nick Jackson tra il pubblico. A questo punto le esagerazioni: l’utilizzo delle ginocchiere chiodate ha fatto perdere ritmo all’incontro e comunque la si voglia mettere, Luchasaurus a quel punto deve cedere. Invece si va avanti per dare a Jungle Boy l’inaspettato quanto dovuto successo in ppv con un attire e un comportamento diverso dai soliti a cui ci ha abituati. Magari.. magari è la volta buona che diventa Jack Perry. Nel finale, lo ammetto, mi aspettavo il turn heel di Christian Cage su di lui. Meglio che non sia accaduto. Winners: Jurassic Express & Christian Cage
i
TAG TEAM MATCH
PAC & Cody Rhodes vs Malakai Black & Andrade El Idolo (16:52)
Qua il discorso deve andare cauto. Il concetto del match è giusto: i membri di due team assemblati quasi per caso, possono coesistere? La storia si basa su questo punto, ma è stata tirata per certi versi troppo a lungo. Al decimo tag rubato, la voglia era quella di spegnere tutto. Nel complesso tutti hanno fatto bene. Grande sorpresa la vittoria di PAC, anche se finché non rinnova la trovo fine a se stessa. Però cosa ci lascia l’incontro? Nessuno ha fatto uno scatto in avanti: Cody, nonostante ce la metta tutta, non è amato dal pubblico; Andrade rimane un buco nero; Malakai continua a scendere nelle gerarchie; PAC ottiene una vittoria in ppv ma che non gli porterà a nulla. Nel post match poi ennesimo assalto a Cody, perché alla fine l’ultima immagine deve essere su di lui. Ha anche stufato questa storia. Winners: PAC & Cody Rhodes
i
ONE ON ONE MATCH
Britt Baker (c) vs Tay Conti for the AEW Women’s Championship (15:24)
La struttura è stata la stessa di All Out. Lì fu la Statlander, qui è stata la Conti a dover dimostrare di avere tutte le carte in regola di poter conquistare il titolo. La brasiliana ha dimostrato i risultati di una crescita incredibile e per certi versi inaspettata rispetto al passato, è pulita e capace di essere una contender credibile. La Baker fa quel poco che le serve, il resto lo lascia come sempre a Reba e alla Hayter, in un canovaccio che non rende appetibile il suo regno da campionessa già lungo ma poco entusiasmante. Pesa sul match un pubblico stanco, a tratti muto, sfiancato dai minutaggi lunghi dei precedenti incontri. Winner and Still AEW Women’s Champion: Britt Baker
i
ONE ON ONE MATCH
CM Punk vs Eddie Kingston (11:00)
La scalata è cominciata e non puoi farci niente. Perché se c’è una cosa in cui Punk sa eccellere è lo storytelling. Costruito con Kingston alla perfezione, con alcuni passaggi stiff – da capire se voluti o meno, tante citazioni sia al loro passato che a Eddie Guerrero. Se le sono date di santa ragione e per una volta il sangue ha reso bene il concetto della storia che avrebbero voluto raccontare. Odio e rancore fatto volare nell’aria, col pubblico in parte diviso e in (buona) parte tifoso di Eddie Kingston, segno che l’ex campione CZW ha seminato piuttosto bene in questo 2021 dopo quel finale di Revolution che l’ha visto suo malgrado protagonista negativo. Nonostante la vittoria di Punk, credo che il discorso non sia terminato. Brooks ha bisogno di un feud lungo per potersi imporre maggiormente. E quei fischi dicono che prima o poi da heel ci deve tornare. Winner: CM Punk
i
TAG TEAM MATCH
Inner Circle vs American Top Team in a Minneapolis Street Fight Match (19:52)
Belli alcuni spot. Bello Guevara che cita Jeff Hardy dalla scala. Bello Jericho che cita Eddie Guerrero. Belli anche Santana e Ortiz che finalmente si prendono la scena dopo mesi di nulla assoluto. Però questo incontro sembra la peggiore canzone di un noto artista. Le corde sono scordate, la voce è stonata, solo alcuni passaggi dell’arrangiamento sono notevoli. Troppo poco, davvero. Arlovski e Dos Santos pesci fuor d’acqua, Lambert fa quello che può, i Men Of The Year a sobbarcarsi il lavoro sporco. Jericho che ormai è imbarazzante fisicamente. Male male, davvero. Il pregio è stata la posizione in card, così da far sperare tutti che il main event fosse di grande livello. Winners: Inner Circle
i
ONE ON ONE MATCH
Kenny Omega (c) vs Hangman Page for the AEW World Championship (25:35)
Tutto è andato come doveva andare. Non parlo solo della vittoria di Page, ma del coronamento di una storia di due anni che ha raggiunto il risultato prefissato. Lo storytelling del match è stato pazzesco, i due hanno ripassato tutte le fasi del loro incontro-scontro, con un buon Don Callis a fare il minimo indispensabile. Gli spot allucinanti sono stati ben costruiti e impiantati in uno schema privo di sbavature. Piacevole anche il fatto che non vi siano stati troppi near falls, questo match doveva raccontare altro invece della solita sequenza di schienamenti. E il racconto dice anche che Omega non ha utilizzato la One Winged Angel e anche molto poco la V-Trigger. Questo significa che ci saranno altre occasioni per loro per scontrarsi e che Hangman ha capito benissimo quali fossero i punti forte da evitare. Poi c’è il finale, con Matt Jackson che con lo sguardo dà il via libera al successo di Page. Proprio lui, Matt, che andò a cercarlo durante un video di BTE e ci rimase male nel vederlo felice col Dark Order. Proprio lui, Matt, che dopo la sconfitta del Falls Count Anywhere potrebbe aver concertato con Adam Cole che forse forse bisognasse lasciare Omega al suo destino. Le strade dopo questo main event sono così tante, che ci sono almeno un altro anno di storie. L’abbraccio col DO la chiusura migliore. Winner and New AEW World Champion: Hangman Page
i
LIVE EVENT.
PPV dell’anno in casa AEW. Con una struttura che ha penalizzato la parte centrale della card, col pubblico arrivato sfiancato alla fine ma desideroso di salutare la chiusura di un cerchio con Adam Page. Il bello è che tutti i Pillars (MJF, Jungle Boy, Sammy Guevara e Darby Allin) hanno avuto i loro momenti per essere ricordati. E non va dimenticato Dante Martin, che nel buy in ha dato il suo solito spettacolo, segno che la compagnia intende lavorarci e crederci. Male tutto ciò che coinvolge Cody e Jericho, ancora una volta. Forse avrebbero bisogno di ripensare il loro apporto alla compagnia e la loro influenza a livello creativo. Tutto il resto è andato bene, più che bene. Con un Punk che si prende finalmente la scena e un Danielson che sonda territori inusuali in ottica story. Vedremo quel che accadrà. Intanto Full Gear va nella top 3 dei ppv dell’anno