Durante un recente episodio di AEW Unrestricted, QT Marshall ha parlato con Aubrey Edwards e Tony Schiavone della sua carriera in AEW. Uno dei suoi momenti clou nella compagnia è stato sicuramente il Bunkhouse Brawl Match contro The Butcher & The Blade: Marshall ha parlato dei fan che hanno criticato l’abbandono improvviso della storyline, e ha rivelato l’impatto fisico che ha avuto l’incontro su di lui.
Il feud fantasma
“La storyline è iniziata così, un po’ per divertimento, poi sono stato allontanato dalla TV per il COVID, poi sono stati allontanati loro ed è stato un macello,” ha ricordato Marshall. “Quindi abbiamo mollato la storyline e basta, e so che i fan sono rimasti molto delusi, ma io davvero detesto alcuni di loro, e la ragione è questa: siete voi ad aver detto che non vi piaceva la storyline perché sia io che Allie siamo sposati nella realtà, allora andate a quel paese. Stiamo cercando di fare un programma televisivo”.
La genesi del match
“Per questo motivo c’era troppa pressione. Poi Tony Khan
ha detto, ‘Ehi, ho un’idea. Perché non fate un bunkhouse match?’ allora io ho detto di sì, ed ero a Dark una settimana prima. Siamo finiti per uscire fuori, e ci siamo attaccati a vicenda. E doveva essere violento, doveva essere divertente. Ricordo di aver pensato ‘Okay, questo è un match alla Dustin. Mi adeguerò, metterò i jeans e gli stivali da cowboy. Cosa posso fare per rendere questo momento memorabile?’”.Le conseguenze sul fisico di Marshall
Marshall ha continuato: “Poi ricordo che quando ho visto la scala ho pensato ‘ma sì, salterò da lì sopra’, senza pensare a quanto avrebbe potuto farmi male. Dopo quel match non ho lottato fino all’anno successivo. Sono riuscito ad evitare di combattere per una manciata di volte senza avvisare il dottore, riuscivo a malapena a camminare. È stato davvero divertente, un momento importante nella mia carriera. Penso sempre che non abbiamo sfruttato il momento come avremmo dovuto, ma è stato perché non ero in grado di farlo fisicamente. Non volevo che la gente lo sapesse perché ho ancora quella mentalità da vecchia scuola del ‘se sei infortunato non lotti e se non lotti non guadagni’, anche se poi noi guadagniamo lo stesso perché abbiamo il miglior lavoro del mondo, ma comunque non volevo essere il tipo che non lavora quando sa di poterlo fare”.