Il primo ppv dell’anno della All Elite Wrestling è andato agli archivi. Sicuramente è piaciuto pur coi suoi difetti, ma gli occasionali che si aspettavano fuochi e fiamme dopo aver visto “Super Showdown” saranno probabilmente rimasti delusi e torneranno a guardarsi la WWE. Perché, diciamocelo, al momento gli eventi della AEW non sono per tutti. E se sei abituato da 20 anni in un modo, poi le alternative non appaiono abbastanza stuzzicanti. Intanto vediamo però cosa è accaduto a “Revolution”.

DARK ORDER battono SCU (6,5 / 10)

Insolita la posizione nel preshow dell’evento, segno che qualche difetto avrebbe già fatto strada. I due team fanno bene ma non benissimo, inanellano qualche spot carino e tanto ritmo, dimostrando di essere decisamente in forma. Per una volta si notano come si deve anche gli Order, di solito tenuti col freno a mano per esigenze di storytelling. Ovviamente andare a 100 all’ora nel preshow avrebbe pesato sul resto dell’evento, dunque fanno quello che possono. Carino il post match, con Cabana che ha avuto diverse volte connessioni con Daniels e compagnia, e dunque risulta coerente nella scelta di andare a salvare gli SCU.

JAKE HAGER batte DUSTIN RHODES (6,2 / 10)

Questo incontro ha tre difetti abbastanza evidenti: 1) la posizione in card; 2) la lunghezza eccessiva (circa 15 minuti) dovuta proprio alla posizione in card; 3) il misurato agonismo di Dustin. Ora, riformulate questi tre punti: circa dieci minuti di match, secondo in card e giocato solo sulla rabbia. Guardate come uscirebbe il match e capirete che sarebbe andata meglio. Perché non è stata una brutta sfida, ma se non agevoli i tuoi wrestler, poi si fa tutto più faticoso. Ha stupito la calma di Rhodes: difficilmente qualcuno sarebbe così schematico con un avversario che ha cercato di romperti un braccio e ha attentato alle tue parti basse spesso e volentieri. Hager fa il suo sapendo di essere la parte attendista dei due, quello che le aveva già date. Vince, come da pronostico, e si prende un vantaggio sulle prossime storyline della compagnia.

DARBY ALLIN batte SAMMY GUEVARA (7,5 / 10)

Mi collego al precedente match. Pensate se questo fosse stato l’opener, uguale identico ma con un minutaggio poco più alto, come sarebbe cambiata la percezione completa dello show. Però sta qui, al secondo posto e si prende comunque la scena. Intelligente far partire la contesa prima che suonasse la campanella, anche se il botch di Allin sul suicide dive ha fatto rizzare i capelli a tutti per la somiglianza con quella di La Parka – deceduto qualche mese fa per le conseguenze. Dopo di che è stato un susseguirsi di spot assurdi, senza badare ai limiti della pericolosità, ma sempre tenendo bene in conto da dove è partita questa faida. Darby vince per la cronaca ma entrambi vincono per il pubblico: per una volta è sembrata rivivere una certa e bella WCW degli anni ’90.

KENNY OMEGA & ADAM PAGE battono YOUNG BUCKS (8,8 / 10)

Spaziali. Spottosi ma con intelligenza. Storyteller sopraffini, in particolare gli Young Bucks che hanno sfatato la diceria di non aver alcuna psicologia nei loro match. Tanti near falls ma collegati sempre alla faida e alla costruzione degli spot, non a caso come avviene altrove. Kenny Omega che ha iniziato a innestare la marcia giusta per ricordare a tutti che è ancora The Cleaner, il top player sul quale la WWE avrebbe fatto volare milioni di dollari sul cielo degli Stati Uniti. Poi c’è Adam Page.. che è passato dall’essere lo sfigato della Ring Of Honor all’atleta più over del roster della AEW, con un crescendo di prestazioni pazzesco. Dopo questo incontro passarlo heel sarebbe un delitto, sebbene potrebbe funzionare lo stesso. Ma qui c’è la conclusione definitiva del percorso per renderlo il babyface perfetto, senza alcuna forzatura. Match dell’anno? No, c’è qualcosa di leggermente meglio in giro. Ma sicuramente al momento sono nella top 3.

NYLA ROSE batte KRIS STATLANDER (4,8 / 10)

Krist Statlander non stava bene e si è visto. Una influenza molto brutta e alcuni acciacchi fisici hanno messo in discussione questo match fino all’ultimo, poi l’aliena ha voluto comunque salire sul ring. Il risultato è un brutto match con tantissimi errori che pesano ulteriormente sull’opinione generale che il pubblico ha sulla divisione femminile. Nyla Rose si conferma ancora campionessa, ma entrambe erano a debito d’ossigeno dopo pochi minuti e non va bene. Bocciate.

MJF batte CODY (7 / 10)

Un buon match che però delude le aspettative. Ovvero è il match che sicuramente avrebbero voluto mettere in piedi, ma tutti si aspettavano qualcosa di diverso. Perché dopo tre mesi di soprusi, un Cody così mediamente rabbioso non lo voleva vedere nessuno. Non aiuta l’eccessivo minutaggio (quasi 25 minuti), anzi rende troppo tattica una contesa che viene svegliata solo dal sangue di Maxwell e dai continui ricorsi all’overbooking. Il finale ci dice che il feud non si chiude qui, e magari in futuro vedremo qualcosa di meglio. Ma qui è mancato tutto quel pathos, quella cattiveria che li aveva accompagnati a Dynamite.

PAC batte ORANGE CASSIDY (7,5 / 10)

In sede di preview scrissi che il miglior modo per dimostrare che lo stanco Orange Cassidy sapesse lottare era quello di metterlo contro un collega di alto livello. Ed ecco il risultato: un match che non è solo divertimento, ma è anche e soprattutto azione, con Freshly Squeezed che dopo anni di sana gavetta e lavoro mostra ad un pubblico mainstream tutte le sue qualità da svolazzone spettacolare. Davanti aveva pur sempre l’uomo che dimentica la gravità e può vendergli tutto, ogni colpo, ogni azione, fuori e dentro il ring. Vince perché così doveva andare, ma intanto il pubblico è rimasto ai loro piedi per tutti i tredici minuti di incontro.

JON MOXLEY batte CHRIS JERICHO (6,8 / 10)

Buon match che non riesce però ad uscire dal recinto di Jericho. I due sono overissimi, si uniscono bene e la buttano sullo storytelling in mancanza di altre possibilità (perché Jericho ha solo quel tipo di cardio ridotto, Moxley invece si è standardizzato così tanto che sembra non poter più sorprendere). Hanno ripercorso per intero il loro feud, lo hanno sviscerato in tutte le sue parti, con le interferenze attese e Jon che si libera della benda per far esaltare il pubblico come un Hogan dei giorni nostri. Vince forse con un po’ troppa velocità, ma era la conclusione che la AEW avrebbe voluto.

PANORAMICA RECENSIONE
Qualità del ppv
7.7