Siamo arrivati a giugno ed è tempo di bilanci per una compagnia. Sei mesi sono passati, altri sei sono in arrivo, bisognerà capire cosa regalerà soprattutto l’estate in vista dell’autunno. Certamente la AEW non sta passando da qualche tempo un buon momento: non mancano i bei match, ma a livello di scrittura ci sono stati diversi passi indietro che hanno reso gli show e le storyline talvolta piatte, poco interessanti.

C’è tempo per rifarsi, c’è un bel ppv di mezzo che arriva a fine mese e poi tanto altro da raccontare. Proverò a dare le mie indicazioni sulle solite categorie che trovate a fine anno su Zona Wrestling. Pronti? Andiamo pure!

Most Improved Star: Wardlow

Grazie probabilmente all’unica vera storyline ben scritta di questi mesi, Wardlow è sbocciato letteralmente. Un po’ Batista e un po’ Goldberg, ha ricevuto una narrativa certosina, congeniale sia al personaggio e sia alle aspettative del pubblico che lo reclama a gran voce. Sul ring ci sa fare, a livello di promo sta crescendo, ha conquistato il Face The Revolution e una possibile conquista del TNT Title potrebbe seriamente metterlo sulla mappa anche per la cintura dei pesi massimi.

Best Feud: MJF vs Wardlow

Poteva MJF fare meglio di quanto fatto in precedenza con Punk? Ebbene, ci è riuscito. Lasciate perdere il finale, dovuto ad altri fattori che non fossero quelli della storyline. Letteralmente si è mangiato ogni pubblico possibile, avendo davanti non un “best in the world” ma un collega da mandare over nel medio periodo. Ed effettivamente ci è riuscito, hanno interagito nel migliore dei modi, scrivendo sul ring degli instant classic dell’anno.

Best match: Thunder Rosa vs Serena Deeb

Probabilmente non è la scelta della maggior parte dei lettori di Zona Wrestling. Ma ho una insana passione per i match singoli che non prevedono stipulazioni e che vengono lottati con maestria, ritmo e tecnica. È stato un modo per ricordare quanto sia brava Rosa dopo molte uscite fiacche e quanto sia straordinaria Serena per una categoria che fatica a decollare. Una riscossa che deve ancora dare i suoi frutti, ma che è stata bella avere in questi mesi.

Best Tag Team: FTR

C’è anche da spiegare qualcosa? Hanno messo in fila, sia in team che in singolo, alcuni dei migliori match dell’anno. Team old school che sa adattarsi a qualunque coppia gli si pari davanti, che ha conoscenza del settore e buon carisma per svettare rispetto a tutti gli altri. Non hanno bisogno di particolare scrittura, sono così bravi che vanno avanti in automatico e senza problemi. Peccato per il match mancato di Double Or Nothing, ma si rifaranno molto presto.

Best Heel: MJF

Dominatore assoluto senza mai essere stucchevole, fuori luogo e senza mai scadere di livello. Ha la capacità fuori norma di saper mantenere un livello altissimo contro chiunque, che sia Punk o Wardlow o chiunque altro. Ha le sue caratteristiche ripetute, certo. Ma fanno parte della sua gimmick ed è un bene che sia così. Visto quanto accaduto, probabilmente non sarà tra le scelte di fine anno.

Best Face: Wardlow

Con Hangman Page è stato il wrestler più acclamato dal pubblico AEW e dichiaratamente face. Ma se il campione del mondo si è trovato a fare i conti con un regno un po’ in chiaroscuro soprattutto per la gestione dei suoi feud, Wardlow è andato dritto soddisfando appieno le richieste dei fan. E lo ha fatto senza una musica d’ingresso dietro il quale nascondersi o una stable o un personaggio comedy. È un atleta apprezzato è molto over, potrebbe arrivare in fondo a questo anno mantenendo la posizione.

Best Female Wrestler: Britt Baker

Gira e rigira torniamo a lei. Non importa che abbia perso il titolo, è l’unica su cui la scrittura non ha mostrato particolari segni di cedimento. Ha vinto la Owen Hart Cup, ha catalizzato l’attenzione del pubblico, ha dato in pasto match discreti. La categoria femminile gira intorno a lei in qualunque momento, il pubblico l’attende e non importa se per fischiarla o per urlare “D.M.D”.

Best wrestler: CM Punk

Incredibile, vero? Al momento il suo 2022 è stato molto buono, condito anche da diversi match ben lottati. A livello di storytelling risulta quasi inarrivabile, la conquista del titolo è stata la giusta promozione ad un percorso lineare, senza intoppi, ad una evoluzione lenta ma ben scritta che non rende vana la sua firma con la federazione. L’infortunio degli scorsi giorni potrebbe minare il suo anno di gloria, ma vedremo nei prossimi mesi.