Per alcuni il miglior ppv di sempre in casa AEW. Lo credo anche io. Spettacolo come se piovesse, in particolare in un main show che ha regalato tutte le emozioni che doveva, coi vincitori giusti al posto giusto. Non sono mancate le sorprese: da Castagnoli a Shibata è stato un raccogliere le speranze di migliaia di fan. Ma andiamo a vedere assieme quello che è accaduto.
BUY IN
TAG TEAM MATCH
Bishamon (Hiroki Goto & Yoshi-Hashi) vs The Factory (QT Marshall & Aaron Solo) (8:55)
Un bene aver portato un poco di Strong nel Buy In, ma con una impostazione direttamente presa da Dark o Dark Elevation. Uno scontro basilare e poco più, con le troppe faccette e mossette dei The Factory e la poca sostanza dei due giappi, come se fosse stato detto loro che non fosse il caso di far chissà che. Vincono i Bishamon e ce li dimentichiamo presto. Winners: Bishamon (Hiroki Goto & Yoshi-Hashi) (5,5 / 10)
ONE ON ONE MATCH
Nick Comoroto vs Lance Archer (6:08)
Il match di cui non sentivamo il bisogno. Una riedizione di vecchi big vs big, dove non c’è il minimo interesse visto che si tratta di due jobberoni. Peraltro si decidessero con Archer, visto che a Dynamite si è presentato da heel e qui è tornato facilmente face. Vince perché deve vincere, ma zero interesse. Winner: Lance Archer (5 / 10)
TAG TEAM MATCH
Swerve in Our Glory (Swerve Strickland & Keith Lee) vs Suzuki-Gun (El Desperado & Yoshinobu Kanemaru) (12:08)
Peccato per il posizionamento e per la zero costruzione. Ma qui ha cominciato a vedersi qualcosa di interessante, visto che tutti gli altri sanno dare ben spettacolo. Come prevedibile le scintille sono arrivate da Swerve e Desperado, bravissimi nell’accendere il pubblico con un buon mix di moveset e carisma. Lee e Kanemaru hanno fatto da buone spalle tecniche, dando quel pizzico di racconto in più al match. Un match che conferma come la AEW non debba buttare al vento i suoi due ragazzi, come coppia funzionano molto molto bene. Winners: Swerve in Our Glory (Swerve Strickland & Keith Lee) (6,5 / 10)
TAG TEAM MATCH
Max Caster & Gunn Club vs. NJPW Dojo Yuya Uemura, Alex Coughlin, Kevin Knight, & The DKC (5:35)
Non capisco se siano andati lunghi gli altri match o se fosse davvero questa una scelta delle due compagnie. Perché passino i vincitori, ma utilizzare alcuni dei più interessanti nomi di Strong per fare da sparring partner in appena cinque minuti agli avversari è qualcosa di inconcepibile. Non si è visto molto, ed è stato più un angle a favore dei ragazzi AEW che altro. Peccato. Winners: Max Caster & Gunn Club (4,5 / 10)
MAIN SHOW
TAG TEAM MATCH
Chris Jericho, Minoru Suzuki, & Sammy Guevara vs. Eddie Kingston, Wheeler YUTA, & Shota Umino (18:58)
Sorprende che questo sia l’opener. Poi capisci. Perché i fan mai si sarebbero mai aspettati di vedere una contesa così esplosiva, dove ciascun atleta riesce a metterci una mano pesante, pesantissima, per assicurare spettacolo. Lo show vero e proprio l’ha fatto Umino, che fin qui aveva fatto intravedere qualcosa ma non così tanto. Eddie Kingston e Minoru Suzuki si sono menati come fabbri, col giapponese che è persino andato ben oltre il suo solito ciabattare, riempiendo il ring di carisma ed esperienza. Meno “visibili” Guevara e Yuta ma non per questo sottotono, molto bene anche Jericho per aver saputo raccontare assieme ad Umino il risvolto dei fattacci di qualche tempo fa. Vince con la Judas Effect come doveva essere ed ora si lancia verso altre vette. Winners: Chris Jericho, Minoru Suzuki, & Sammy Guevara (8 / 10)
THREE WAY TAG TEAM MATCH
United Empire (Jeff Cobb & Great-O-Khan) (c) vs. FTR (c) vs. Roppongi Vice for the IWGP Tag Team Titles / ROH Tag Team Titles (16:19)
Probabilmente non sapremo con certezza se l’infortunio di Dax durante il match fosse legit o meno. Sappiamo per certo che la sua assenza ha anestetizzato l’incontro, rendendolo piuttosto anonimo nella costruzione basilare. Un lungo filler finché il rientro di Harwood non ha smosso le acque e anche gli altri team si sono svegliati dal torpore. Forse troppo tardi? Può darsi, ci si poteva aspettare banalmente qualcosa di più soprattutto per il minutaggio concesso. Nell’insieme tutti hanno ben figurato, perfino Great-O-Khan che è noto per non essere un wrestler di particolare qualità. Vince il team giusto, che ormai è da inserire nella storia del wrestling come uno dei più vincenti. Winners and IWGP /ROH Tag Team Champions: FTR (6,5 / 10)
FOUR WAY MATCH
Malakai Black vs. PAC vs. Miro vs. Clark Connors for the All-Atlantic Championship (15:10)
L’impressione che potesse essere un gran match c’era già alla vigilia. Neppure l’assenza di Ishii, sostituito dal solido Connors, ha dimezzato le aspettative e la buona fattura. Anzi, il neo entrato nella contesa si è messo a disposizione degli avversari accarezzando solo nel finale la possibilità di una vittoria. Ad un certo punto ero certo che avremmo visto Miro trionfare, buona parte del match è andata in quella direzione. Poi si è elevata la voce e la qualità enorme di Malakai e PAC, due squarci nel cielo in grado di saper regalare emozioni su emozioni, una dopo l’altra, a cascata. Vince il britannico, vince una cintura che era chiamata dal 2019 ma che per mille motivi non gli era mai stata riconosciuta. Avrebbe potuto dire molto di più ma tra pandemia e incomprensioni si è trovato spesso a rincorrere il proprio successo. Ora c’è. Ora avrà modo di dimostrare ancora meglio chi è “The Bastard”, liberandosi magari dall’accordo coi Lucha Brothers. Winner and first All-Atlantic Champion: PAC (8 / 10)
TAG TEAM MATCH
Bullet Club (Young Bucks, El Phantasmo) vs. Dudes With Attitudes (Sting, Darby Allin, Shingo Takagi) (13:10)
Un vero peccato l’assenza di Takahashi. Ma qualcuno ha notato nulla? No, è stato un incontro scritto perfettamente dall’inizio alla fine, con uno Sting in grado – ancora oggi! – di fare la voce grossa e si far esaltare il pubblico. Tutti bravi a mettersi al suo servizio, a girargli attorno, sapendo che quella era la strada migliore. È un match che ha sorpreso sin dal volo finale, coi Bucks a dirigere tutto assieme ad Allin e Takagi, più defilato Phantasmo che tra quelli era il nome meno conosciuto. Forse l’adrenalina era tanta, ma dobbiamo ringraziare Nick Jackson se il finale è andato come doveva. Palese la sua indicazione a Sting che, preso appunto dall’adrenalina, si è dimenticato lo script del match ed è stato avvertito dal più piccolo dei Bucks. Tutti felici alla fine, è andata come doveva. Winners: Dudes With Attitudes (Sting, Darby Allin, Shingo Takagi) (7,5 / 10)
ONE ON ONE MATCH
Thunder Rosa (c) vs. Toni Storm for the AEW Women’s Championship (10:42)
Le due ragazze hanno lottato bene. Hanno tenuto bene il ring, sono state pulite e solide nelle mosse. Ma sono mancate due componenti collegate tra loro: il ritmo e il pubblico. Quello del ritmo è un problema che la AEW si porta dietro da tanto con le ragazze. Sarà l’incapacità di coprire tutto il ring che probabilmente incide sulla loro abilità di dare entusiasmo e interesse a ciò che mettono in pratica. Però un match senza ritmo dimezza di tanto la sua qualità. E soprattutto non interessa più di tanto il pubblico, che infatti ha partecipato molto poco a quanto stava vedendo. Questa vittoria è una tacchetta in più per Rosa, ma il suo regno continua a rimanere anonimo. Winner and still AEW Women’s Champion: Thunder Rosa (5,5 / 10)
ONE ON ONE MATCH
Will Ospreay (c) vs. Orange Cassidy for the IWGP US Championship (16:43)
Match dell’anno in terra americana? Può darsi, ci si avvicina, sicuramente entra nella top 3 di diritto. Per qualcuno sarà una bestemmia contando che c’è di mezzo Orange Cassidy. Ma personaggio curioso e divertente a parte, si tratta di un ragazzo preparatissimo che può – al di là appunto del personaggio – mettere in piedi o far parte di contese dall’altissimo valore. Dall’altra parte c’era quello che da più parti è definito come il “5 Star Wrestler” dei prossimi dieci anni. Will Ospreay è definitivamente una star al pari di Jay White in NJPW, ha il futuro del wrestling in mano sia per qualità che per carisma. E attorno la stable perfetta per le sue caratteristiche. Il titolo è solo un passatempo, in attesa della sfida delle sfide con il buon Shibata, che fomenta ancora come pochi e che nel post match ha dato un ulteriore interesse ad un match bellissimo. Winner and still IWGP Us Champion: Will Ospreay (8,5 / 10)
ONE ON ONE MATCH
Zack Sabre Jr vs Claudio Castagnoli (18:26)
Benvenuto in AEW Claudio Castagnoli. Un nome atteso, visto, piaciuto. Un nome che aggiunge qualità al Blackpool Combat Club, e che risultava adatto alla sfida con Zack Sabre. Non è però uscito il matchone che ci si poteva aspettare. Bello sì, ma un po’ frenato forse dalla voglia di mostrare maggiormente lo svizzero rispetto al collega britannico. Sabre infatti ha portato sul ring forse la metà delle sue caratteristiche, si è messo a disposizione del momento-evento e ha cercato di rendere il tutto bello e patinato. Cesaro ha fatto il suo senza strafare, mettendoci coraggio e ritmo. Tutto bene, solo che lascia la sensazione che mancasse qualcosa, magari un po’ più di incertezza, di pathos, di scambi più legati tra loro invece che un lungo scivolare verso un risultato già scritto. Winner: Claudio Castagnoli (7 / 10)
FATAL 4 WAY MATCH
Jay White (c) vs. Kazuchika Okada vs. Hangman Page vs. Adam Cole for the IWGP Heavyweight Championship (21:05)
Il match che ha dato una dimostrazione grande come una casa: Hangman Page fa parte a pieno titolo dei grandi del wrestling attuale. Non ha minimamente sfigurato davanti a star affermate come White e Okada, anzi è stato capace di aggiungere tanto ad una contesa di già alta qualità. E se avesse vinto, non ci sarebbe stato nulla da dire. Vince invece Jay in una maniera un po’ anticlimatica, dovuta soprattutto alla (presunta?) commozione cerebrale che ha fatto crollare Adam Cole nel finale. La sensazione è che ci fosse qualche minuto in più da giocarsi, ma che si dovesse chiudere al più presto vista la situazione. Un Cole che fin lì aveva fatto il suo, giocando in maniera valida sugli incontri e gli scontri che potevano esserci con l’alleato. Okada non si è risparmiato: certo in queste contese a più uomini si perde un po’ della sua grandezza, ma ha saputo mettersi al servizio di un incontro che, volente o nolente, non l’avrebbe visto come principale protagonista. Winner and still IWGP Heavyweight Champion: Jay White (7,5 / 10)
ONE ON ONE MATCH
Jon Moxley vs Hiroshi Tanahashi for the AEW Interim Championship (18:14)
Diciamolo chiaro, è stato un match divisivo. Poco dopo, i fan si sono divisi tra entusiasti e delusi. I delusi si lamentano della scontatezza del risultato e della verve ridotta di Tanahashi. Gli entusiasti invece hanno apprezzato tantissimo le interazioni tra i due contendenti, quel minimo di suspence nel finale con il giapponese andato vicinissimo alla vittoria. Io mi inserisco nel mezzo. Non ho apprezzato l’inutile bladejob di Moxley, non era necessario contando non solo questo tipo di incontro ma anche la presenza del Blood & Guts a Dynamite. Il bladejob ha senso se aggiunge qualcosa, se è solo un vizio allora meglio che non venga fatto. Non ho apprezzato, per quanto possa esser stato divertente, neppure il post match. Non era una puntata settimanale ma il finale di un ppv. E Castagnoli lo avevamo già visto prima. Per il resto Mox e Tana si sono intesi bene, si vedeva che attendevano da tanto di sfidarsi ed è giusto che si sia concluso in quella maniera lì. Winner and new AEW Interim Champion: Jon Moxley (7,5 / 10)
LIVE EVENT.
Alla vigilia scrissi: “Forbidden Door parlerà ma l’attesa è per quello che accadrà nelle prossime settimane”. Mi sono sbagliato. Forbidden Door ha parlato e ha fatto parlare, pare sia il ppv più venduto nella storia della AEW e ad oggi direi che è anche il migliore tra quelli prodotti dal 2019 ad oggi. Tralasciando il non entusiasmante buy in, il main show è stato a tratti perfetto. Con una serie di match belli, bellissimi, in grado di far saltare dalla sedia i fan. Questo deve essere il proposito di un ppv: regalare momenti iconici, grande spettacolo, splendide emozioni. A questo punto non so se con la presenza degli assenti questo evento sarebbe potuto essere migliore. So che in mezzo alle difficoltà, ai veti (maledetta AAA), ad un mese confuso e ai continui infortuni, hanno tirato fuori davvero il meglio di ogni risorsa. Non può rimanere un caso isolato e sarebbe bene se i Forbidden Door si sommassero di anno in anno, un po’ in America e un po’ in Giappone, garantendo al pubblico internazionale una parte del meglio che il mondo del wrestling presente può regalarci. Voto: (7,5 / 10)