Chi segue la WWE da almeno dieci anni, ha avuto modo di abituarsi ai licenziamenti improvvisi degli atleti, anche quando questi risultino non del tutto “anonimi” agli occhi dei fan. Lo sbigottimento iniziale del pubblico, spesso, si scontra con l’apparente “indolenza” della federazione, la quale, in men che non si dica, rimpiazza subito il “congedato” con un atleta fresco e pronto al rilancio. Tuttavia, nonostante questo sia un meccanismo ben oleato, c’è chi, tra i Wrestler licenziati, “subisce” il provvedimento, e chi invece decide di richiederlo per salvare il salvabile, evitando un fine carriera rovinoso in WWE, che spesso può risultare decisivo per il lottatore. In merito, una leggenda del business, ed una vera e propria “mente” del Wrestling come Al Snow, ha detto la sua.

Stima per chi “lascia” alle proprie condizioni

Uno degli esempi più plastici di chi ha scelto di chiudere con Stamford è sicuramente Drew Mcintyre che, dopo essere stato propinato come “a future WWE champion” da Vince McMahon in persona, ottenne la rescissione del contratto nel 2014, che gli consentì di fare esperienza nei circuiti indipendenti, tanto da tornare nella compagnia di Stamford finalmente pronto per il grande “push”. Al Snow, tracciando un analogo esempio, ha parlato del vincitore della Royal Rumble di quest’anno, Cody Rhodes, come di un atleta uscito dalla federazione “secondo i propri termini”: “Quando Cody lasciò la compagnia, affermai che ero felice per lui per essersi allontanato alle proprie condizioni. Credo che il fatto che Cody, come chiunque altro, abbia lasciato il proprio territorio (si riferisce alla WWE) secondo le proprie condizioni, sia l’obiettivo primario per ogni atleta…Pensai che sarebbe potuto tornare in qualsiasi momento, appena si sarebbe sentito pronto, e avrebbe ottenuto un posto migliore di quello che aveva lasciato”.