Dave Meltzer ha rilanciato qualche giorno fa una indiscrezione in merito a Vince McMahon: non sopporta NXT. Uno stato d’animo noto, su un prodotto che non gli interessa e su atleti che non ritiene abbastanza validi da essere sfruttati nel main roster. E qui, guardando il mondo dal suo punto di vista, si può dire abbia ragione.
Ha ragione per due motivi validi. Il primo, come scrissi già tempo fa, è che NXT è un prodotto che difficilmente produce utili. La spesa è superiore alle entrate, gli house show raggiungono il sold out solo in precise location (di quelle fidelizzate dal circuito indy e quindi più vicine ai talenti NXT). È il giocattolino di Triple H e Vince glielo lascia utilizzare quanto vuole, a patto che non metta bocca sul main roster. Per ora comprende una nicchia che non ha dato la svolta agli ascolti di Raw e Smackdown, e se il network non sfonda in Giappone, è probabile che si decida di chiudere il rubinetto. Un bel prodotto non è sempre sinonimo di successo economico, o almeno non quel successo che una federazione quotata in borsa metterebbe in conto. Se sei abituato da trent’anni a guadagnare 100, difficilmente ti puoi accontentare di guadagnare 20 su un prodotto che non ti piace, che non senti tuo.
Il secondo motivo sono i talenti. Personalmente impazzisco per Neville, Owens, Balor e Zayn. Ma non sono i suoi atleti, non sono coloro che secondo il suo modo di pensare rappresentano l’x factor di una promotion come la WWE, non hanno né il fisico né l’attrattiva che a suo tempo ebbero Hogan, Hart, Austin, Rocky, HHH, Cena, Batista, Lesnar. L’unico fuori dai canoni è stato Shawn Micheals, ma a volte costruirsi una buona Kliq dà ottimi risultati. Per questo vediamo una insistenza spasmodica su Roman Reigns, deficitario quanto si vuole, ma ha quel fisico sul quale nonno Vince sbava ogni notte nei suoi pensieri più impuri (in senso sportivo). Un fisico che un Balor non avrà mai, che non aveva Bryan né CM Punk.
Sono gli outsiders, gli indy che possono vincere o perdere con chiunque, basta che li si paghi. Non dei modelli preimpostati. Inoltre non sono ragazzi plasmabili: puoi insegnargli come rivolgersi in favore di telecamera, per quanti secondi fare le taunt o per quanto tempo salire sul paletto per aizzare la folla. Questi sono però già preparati, fatti e finiti. Hanno lottato ovunque, imparato da diverse scuole e non hanno bisogno di sapere come si fa un chain. All’anno, nelle indy, lottano più di quanto non faccia un atleta WWE, sono inclini a qualunque tipo di match e a qualunque tipo di situazione (arene vuote e piene, location inadeguate, pagamento non sempre corretto) che in WWE non vivranno mai. Sono più pronti e più aperti mentalmente, dunque meno plasmabili. E questo Vince non lo sopporta. Per questo ci fossero altri wrestler con altre caratteristiche ed una base ballerina da formare, sarebbe tutto diverso.