Ritengo che non si possa prescindere, nell’odierno panorama dei pesi leggeri made WWE, dal parlare di Pablo (rectius: Santos) Escobar.
Del vento di cambiamento che lo ha portato a diventare campione e del suo ottimo lavoro in questo ruolo abbiamo già parlato diffusamente nei precedenti blog.
Pertanto, venendo al recente passato, è mia intenzione discutere con voi dell’esito dell’incontro di NXT T.O. XXXI che ha visto protagonista il summenzionato Escobar insieme ad Isaiah Swerve Scott.
I due, già protagonisti nelle rispettive versione mascherate di Lucha Underground, hanno saputo portare in scena una contesa solida, pur non priva di sbavature.
Difatti – per quanto il terzo match della serata abbia rialzato il livello della contesa, abbassato (ahimè) da Priest vs Gargano e, ancora di più, da Dream vs KUSHIDA – ha goduto di un finale un po’ infelice, con Scott che manca clamorosamente il paletto contro il quale sarebbe dovuto andare a sbattere e, nonostante ciò, finge comunque, di JinderMahalina memoria, di aver accusato il colpo.
Insomma, un nulla-di-che rispetto a ciò che spesso si vede nel main roster e in altri ambiti, ma tanto basta al sottoscritto per vedersi rovinare un match dalle altissime potenzialità.
Ciò detto, il buon Escobar risulta privo di sfidanti diretti, nonostante in quel di NXT si faccia abbastanza in fretta a costruirne uno.
D’altronde, è assai plausibile che la federazione decida di continuare a proporre Scott come pretendente al titolo, per il buon lavoro, al netto delle piccole sbavature di cui sopra, portato in scena.
Sullo sfondo resta sempre una stable, la Legado del Fantasma, che (forse) meriterebbe vita propria, non limitandosi ad orbitare intorno a campione e cintura, ma proiettandosi verso altri obiettivi, quali, ad esempio, i titoli di coppia, anche al fine di ravvivare la divisione tag ormai messasi sulla cattiva strada dei cugini di Raw e Smackdown.
Alla fine della ferie, Escobar è stato, è e (probabilmente) sarà in grado di calamitare la nostra attenzione ancora per molti, molti show, in attesa di qualcuno, magari un giovane e rampante rookie, che possa strappargli quella cintura.
Claudio