Non c’è da nascondersi dietro un dito oppure sperare in qualche slancio improvviso su quanto già annunciato, abbiamo i tre main event per Wrestlemania e già da adesso possiamo ragionare su quello che ci aspetta, sia in termini di build up, sia dei match in sé e soprattutto quello che porteranno nel futuro delle storyline del 2016.
Questa è una Wrestlemania che, sono convito, la WWE ha immaginato molto diversamente molti mesi fa, dal momento che, per varie ragioni, non potrà disporre di John Cena, Daniel Bryan e Sting, lottatori che dodici mesi fa avevano più di una speranza di competere anche nell’edizione di quest’anno. Queste defezioni hanno reso necessario pushare Dean Ambrose da qualche mese e tirare fuori dal cilindro Shane McMahon, situazione tenuta nel cassetto in caso di estremo bisogno.
Due match su tre strizzeranno l’occhio ai fan più smart, una scelta che da una parte può accontentare chi segue la WWE durante tutto l’anno, dall’altra ignora senza troppi complimenti il pubblico casual su cui negli anni dei main event Cena vs Rock, invece, era al centro della scena.
Questo non è un caso a mio avviso, ma una precisa scelta commerciale, che tende a fidelizzare il più possibile chi paga mensilmente il Network, va a vedere gli house show e magari compra qualche dvd/blu-ray, piuttosto che lo spettatore occasionale. Una situazione che dimostra quanto il movimento sia in una fase di stallo, senza slanci verticali e totalmente autoreferenziale.
Io ho 33 anni, mi piace l’idea di vedere alla Wrestlemania del 2016 Triple H, Undertaker e Shane McMahon, ma se mi metto nei panni di chi ha la metà dei miei anni, comprendo che questo entusiasmo possa venire meno. Senza considerare che si correrà il rischio di avere un main event (?) per il titolo mondiale con lo sfidante, Roman Reigns, che se non turna heel il prima possibile, sarà un inevitabile bagno di sangue con quella cintura alla vita.
Allo stesso tempo, detto questo mio pensiero, non penso che sarà una edizione pessima, tutt’altro Lesnar vs Ambrose potrebbe raggiungere uno spessore importante, mostrando quell’intensità che spesso manca negli Special Event mensili. Il lavoro per mandare over Ambrose è stato pregevole, riuscendo a proporlo alla pari o quasi con Roman Reigns e riuscendo a sviluppare quelle sfumature del character che potessero appassionare i fan più esperti e i più giovani. Il match contro Lesnar è la legittimazione di tutto ciò, con il risultato che passerà in secondo piano se il match verrà bookato attentamente, cercando di non distruggere il lavoro fatto sul Lunatic Fringe.
Sarebbe stupido valutare la card oggi, molti match ancora dovranno essere annunciati, ci sarà da capire quale sarà il ruolo di The Rock, se ce ne sarà uno per Daniel Bryan, eventuali altri annunci a sorpresa oppure segmenti “improvvisati” come quello di Ronda Rousey lo scorso anno. Di questioni ce ne saranno molte durante le prossime settimane, oggi ho frullato tutto in poche righe, lieto di sbagliarmi sui dubbi che mi porto dietro.