Boom. Una settimana fa l’ASCA ha proposto uno show italiano (meglio dire internazionale) tra i più completi, coinvolgenti e belli di sempre. Mi prendo tutta la presunzione di quest’affermazione dopo aver sentito i commenti di circa la metà dei presenti (mentre per l’altra metà credo che non ci fosse bisogno nemmeno di chiedere).
Cosa significa quest’articolo, cos’è in parole povere? Una review? Un report? No, solo un racconto, emozionale, di ciò che ho visto personalmente all’ASCA Dome un sabato di settembre che sembrava come tutti gli altri.
Senza esagerare nei particolari per non annoiarvi, basti capire che l’arrivo della nostra macchinata sia stato precedente a quello dei British Strong Style. Cosa significa? L’attesa, almeno per me, era spasmodica. Primo show ASCA (i miei compagni, invece, erano al terzo) con uno star power IMMENSO al netto delle defezioni da me preventivate (Davey Richards) o meno (Joe Coffey).
Si saluta, tante facce conosciute, ci si confronta… passano due ore in un lampo e si entra. Magliette, gadget ed i BSS che, a turno, affiancano Haskins, Havoc ed altri atleti nella sala antecedente a quella dello show. La classica, solita palestra. Una piccola differenza: siamo più di 180.
Si entra, ci si siede. Prima fila. Inizia lo show. Prima sorpresona: 2 Unlimited per i Tag-Titles ASCA resi vacanti causa infortunio di Horus (ovviamente gli auguro/auguriamo una buona e completa guarigione). Gli avversari? Ovviamente i Wonderkids (già prudono le mani ricordando il loro ultimo confronto, MOTY dell’anno scorso secondo la nostra redazione).
Partiamo con il wrestling lottato: Gravity vs Max Peach è l’opener. Che sorpresa. Match incredibile. Conoscevo la qualità di entrambi, ma un incontro del genere dimostra che il wrestling italiano c’è. E si vede. Standing ovation, minutaggio altissimo ed emozioni come se piovessero. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Seconda sorpresa: Rising Champion in palio. Forse mi ero perso l’aggiornamento o meno, ma non credo fosse annunciato. Akira (tornato campione ad Agosto in UK) vs TG. Altro grande incontro. Una difesa titolata con i fiocchi, con avversario duro, forte… ma non abbastanza. Canadian Destroyer e si va avanti. Già la voce comincia a mancare.
Tempo di sbattere le palpebre e nuova emozione. Iceman torna, con tanto di maglia Spaghetti Strong Style, e sfida un duo di poco conto (ironia)… Wolfgang e Davey Blaze. Triple Threat Match.
Incontro più breve degli altri, ma comunque molto bello, solido, funzionale al resto dello show. Scusate sto travisando, non è più un blog emozionale. Vince The Regulator, rispetto per Iceman e standing ovation di Almenno. Meritatissima.
Come se non bastasse, dopo una serie di antipasti e primi gustosi, il secondo è una fiorentina mica male. Tyler Bate, con un pop enorme, davvero, sfida Mr. Excelent in un incontro tecnico, dinamico, che ha davvero tutto per essere ricordato per tanto tempo. L’ex WWE UK Champion, ex PROGRESS Tag-Champion contro un ex campione italiano, che da noi ha vinto tutto. Uno dei tre top match di serata, tra capovolgimenti di fronte ed una qualità immensa da ambo le parti. Airplane Spin, Front Heel Kick, Uppercut… tutto il repertorio dell’inglese e la Tyler Driver finale piegano, ma non spezzano, il Purista. Applausi a scena aperta.
It’s Time for the Main Event of the evening, #1! Il primo di serata. Sua Maestà Trent Seven, accolto da un boato così assordante da far venire male alle orecchie, vs Lupo. Due colossi. Uno vs l’altro. Duro, crudo, senza pietà. Incontro memorabile, in una cornice che lo innalza a classico vero e proprio. Davvero la chiosa perfetta di uno Stage 1 incredibile. Vince Trent, cori a profusione. Fino all’attacco di Wolfgang. Semplice, diretto, al braccio destro. Non c’è scampo. Fischi, cori brutali nei confronti dell’ex ICW World Heavyweight Champion. Fine prima parte. Siamo morti di stanchezza.
Tempo di far autografare il poster, rubare due foto e comprare un paio di magliette… si torna in pista. Dopo un turn di Kobra nell’arco di cinque milli secondi, che lascia il suo ruolo di ring-announcer a Marco Piva, arriva Mark Haskins come un fulmine a ciel sereno. Il suo avversario non c’è. E’ una fighetta (speriamo di vedere Tyler presto, invece). Testuali parole. Sfida a chiunque abbia il coraggio di affrontarlo: Mirko Mori! Dal nulla, o quasi. He is back! Sorpresona numero tre. E si comincia a correre. Da destra a sinistra, da sinistra a destra. Altro grandissimo incontro, altra grandissima prestazione del rientrante Mori contro un rivale incredibile. Sottomissione implacabile, Mori cede. In una serata ricca di emozioni in-ring, Mori si prende il microfono e ciò che non è stato suo negli ultimi tempi causa infortunio. Ennesima standing ovation, siamo stanchi ma non molliamo.
Si arriva ad una sorpresa, l’ennesima. Paxxo & Jokey, la Queen of Legion… vs Max Peach e Lana Austin. Che non è solo bella. E’ soprattutto brava. Come la sua avversaria. Un Intergender Match molto coinvolgente, tra momenti comedy esilaranti all’inizio ed un pestaggio, vero e proprio, nel post-match dei due Paxxi contro arbitri, i due avversari ed anche il povero Silvio che si becca una bella Spear. Un caos. Un match davvero Paxxo.
Si viaggia nuovamente. Altro import vs export. David Silas, campione Gore Bullfight, vs Davey Blaze. Pulito, preciso, duro. Silas ci prova ma viene spezzato in due da Blaze, Spear e tutti a casa, per mio immenso rammarico. Continua ad esserci stanchezza, ma si vola ad uno dei piatti forti. Il vincitore del CZW Tournament of Death 2017 Jimmy Havoc, che non ha bisogno di presentazioni, annienta o quasi Kyo Kazama. Distruggendo l’Arcadia. Per sempre. Nonostante l’intervento di Kobra abbastanza preventivabile. Dopo quasi due anni l’Arcadia cade, di nuovo, ma stavolta per sempre. In un momento memorabile e decisivo per il futuro ASCA, ma anche Rising Sun, nonché italiano nel suo complesso.
Ma ora si cambia marcia. Ancora. Sembra impossibile. Mini pausa e poi… un Tag mostruoso. Fare meglio di un anno fa sembrava impossibile. Eppure. Wonderkids vs 2 Unlimited folle. Senza pause, incredibile. Uno spotfest di qualità immensa. Davvero. E le forze tornano ancor più di prima. Soprattutto quando i Wonderkids riescono a vincere, in modo dannatamente meritato, i titoli. Non fanno quarant’anni in due. Ma hanno una qualità immensa. Che tifo, che esultanze. 180 persone in piedi, ma non è finita.
Il pop di Bate viene superato. Pete Fucking Dunne. Dal vivo. Con WWE UK Title appeso alla bocca. Apoteosi. Duro come l’acciaio, cattivo, incredibile. Una presenza sul ring incredibile. Il primo, in futuro, campione mondiale WWE proveniente dalla Gran Bretagna? Applausi a Doblone, che tiene il passo anche se il match lo finisce senza una spalla (faccio un piccolo inciso: grazie a Matteo Di Fina, con una sub lussazione alla spalla dal primo match. Ne farà altri due. Chapeau). Bitter End, nuova apoteosi. Che sorpresa, che match, che Pedigree. Su Malalana, ma sono dettagli. Altro inciso: applaudi a Pete per un altro motivo. Momento toccante di serata. Chi c’era sa.
It’s Time for the Main Event of the evening, #2! Trent Seven torna… vs Wolfgang. Atto 300, forse, della loro carriera… ma sempre incredibile. Clima impensabile dopo 6 ore di show, eppure il caos era enorme. Classico incontro: Seven con un braccio infortunato, Wolfgang che lo lavora, lo distrugge. La Trent Seven Army che reagisce, con lui. Non basta un Piledriver, non basta il secondo. Ma il terzo, sotto il mio naso e dal paletto, chiude l’incontro. Apoteosi. Ringraziamento a Wolfgang, ringraziamento all’ASCA. Sarà forse l’ultima volta, destinazione Orlando. E noi l’abbiamo visto. Chapeau, standing ovation. Taunt di The Game con gli altri due. Non li cito, non c’è bisogno. Arrivederci ASCA, chiudo così. Emozionato come quella sera. Una sera che difficilmente sarà dimenticata.