Nell’ultima puntata di NXT, a due settimane dallo show pre-WrestleMania, abbiamo visto annunciare qualcosa come cinque dei sette match che verranno proposti allo Special Event. Certo, quasi tutti erano già nell’aria da tempo ed oggi il tutto è solo stato reso ufficiale, ma fatto sta che nel giro di due ore la card di Stand and Deliver è stata costruita. Ma è bastato veramente così poco? Per me la risposta è che se il materiale di base c’è allora sì, basta poco.
Prendiamo ad esempio Jordan Devlin e Santos Escobar, che si sono trovati sul ring l’uno contro l’altro, poi è apparso Shawn Michaels dal nulla, ha tirato fuori una scala e ha lasciato che il pubblico comprendesse da solo. È bastato poco, molto poco, perché è da quasi un anno che tutti i fan di NXT sanno che il momento del confronto tra i due campioni Cruiserweight sarebbe arrivato. Un anno di costruzione (spesso altalenante) del campione ad interim e un anno di stop per il campione “legittimo”, che si è preso il suo tempo per farci ricordare di lui ad NXT UK e poi è volato in America a riprendersi tutto ciò che è suo. Un anno di attesa e due atleti di indubbia bravura erano più che sufficienti a farci desiderare questo match, poi Michaels ci ha messo il carico da novanta, ma è bastato poco.
La scorsa settimana Io Shirai si era presentata sul ring per sfidare Raquel Gonzàlez, la campionessa che sceglie la sua prossima sfidante. Basta poco, quando ti sei preso un anno di tempo per costruire Raquel, prima che rinforzo di Dakota Kai e poi come qualcosa di più.
I titoli di coppia femminili di NXT sono appena nati e già ho perso il conto di quante volte sono stati messi in palio. Ember Moon e Shotzi Blackheart erano impegnate a festeggiare per la loro difesa titolata e a guastargli la festa sono comparse Candice LeRae e Indi Hartwell, che hanno detto loro come sia facile battere un tag team improvvisato e che una sfida contro di loro sarebbe tutta un’altra storia. Sfida accettata, basta poco. E sì qui basta veramente poco, dal momento che la divisione femminile tag team di NXT è praticamente appena nata. Certo tecnicamente questo incontro sarebbe annunciato per la puntata di mercoledì, ma con due serate da riempire sono quasi sicura che succederà qualcosa per cui il match lo rivedremo anche in una delle due notti di TakeOver.
E poi l’esempio più lampante di tutti: lo sfidante di Walter. L’austriaco è campione di NXT UK da (rapido controllo su Wikipedia) 723 giorni e sembrava che nessuno potesse sconfiggerlo. Vero, la pandemia ci si è messa di mezzo, ma in quelle poche difese titolate che ha avuto è parso una forza così inarrestabile che niente e nessuno sembrava potersi mettere sulla sua strada. Poi, dal nulla, è comparso Tommaso Ciampa, gli ha detto “tu e io per quella”, cinque parole, ed è bastato a sancire il match per TakeOver. Basta poco.
Basta poco, pochissimo, se sei Tommaso Ciampa, se hai una certa storia alle spalle, perché con molti altri nomi presenti sia ad NXT che NXT UK il segmento non avrebbe avuto lo stesso impatto, ma il fatto che fosse Ciampa, coi suoi trascorsi, i suoi precedenti, è bastato per renderlo uno dei match più attesi di TakeOver.
Poi abbiamo Cole e O’Reilly e qui no, decisamente non basta poco. Lo ha esplicitato O’Reilly nel suo promo: sono passati quattro anni. Quattro anni di lenta ma costante costruzione della Undisputed Era, fino alla sua implosione, fino al tradimento di Cole. Qui non basta poco, qui per raccontare tutta la storia attorno a questi personaggi non basterebbe Guerra e Pace e la sceneggiatura di un ipotetico film sarebbe più lunga della Snyder’s Cut. In realtà è poco anche questo, è una stable che si scioglie, è un membro di una stable che tradisce i compagni, niente di nuovo, è l’abc del wrestling, eppure dentro un concetto così semplice è racchiusa la storia di una vita.
Guardando la card di Stand and Deliver, troviamo faide di tutti i tipi, troviamo un piano quinquennale affiancato da un match nato su un solo ed unico segmento, una stipulazione speciale che ha dato quel guizzo in più ad un match atteso da mesi.
Probabilmente io ormai vedo il wrestling in maniera diversa, riesco a guardare un incontro di una federazione semi-sconosciuta mai vista sino a quel momento e a ritenermi intrattenuta, pure senza sapere chi sta affrontando chi e perché. Però non prendiamoci in giro, il wrestling vive di storie, di personaggi, di promo che rimangono nel cuore per anni, sono d’accordo che non basta dire “tu sei tu e io sono io, meniamoci”, serve un qualche tipo di costruzione dietro, ok, lo accetto.
Quello che intendo dire è che a volte la costruzione può essere minima e va bene così, possiamo saltare qualche orpello qua e là e arrivare direttamente allo scontro finale. Io, ad esempio, avrei evitato di fare il tag team match tra Raquel Gonzàlez e Dakota Kai contro Io Shirai e Zoey Stark, non avevo bisogno di vedere Io schiantata sul tavolo di commento per comprendere che Raquel è una sfidante temibile, il semplice fatto che una campionessa dominante come lo è stata Io abbia scelto Raquel come sua prossima (e ultima?) avversaria bastava e avanzava per renderla credibile.
Le costruzioni, le storyline, sono l’essenza stessa del wrestling spettacolo, il match tra Cole e O’Reilly ne è la prova, ma storie con un simile carico emotivo sono molto rare. Generalmente non serve sforzarsi troppo, caricare troppo, col rischio anche di cadere in segmenti visti e rivisti. E poi, come servono le storyline, serve anche quel match che sia puro e semplice wrestling, tanto meglio se poi il risultato sia difficile da pronosticare, come nel caso di Walter e Ciampa. Anche qui, basta poco, se i nomi sono quelli di Ciampa e di Walter.
La card di Stand and Deliver, ufficialmente, fino a due settimane fa era praticamente vuota, mentre adesso pullula di match, tutti molto attesi. Perché, se i talenti a disposizione ce li hai, basta mettere i pezzi al posto giusto al momento giusto e il resto verrà da sé. Basta poco.
