Si avvicina Survivor Series, uno dei cosiddetti “Big 4” in casa WWE, nonché uno dei ppv a tema più vecchi della compagnia dei McMahon. Una delle peculiarità che ha sempre contraddistinto tale evento è il tradizionale match a eliminazione dove si affrontano due o più fazioni, solitamente i brand di Raw e Smackdown, con qualche eccezione sparsa qua e là : l’edizione del 2019 vide anche il coinvolgimento del brand di NXT che diede battaglia allo show rosso e a quello blu, vincendo la contesa. Spesso però, a parte una cosiddetta “brand supremacy”, di solito la posta in gioco non prevede altro, facendo diventare il match per certi versi fine a se stesso, un po’ come succedeva ai tempi di un altro evento WWE a tema, ovvero Bragging Rights, una sorta di copia carbone del classico match di Survivor Series. A tal proposito si è espressa la campionessa femminile Becky Lynch, come al solito senza mezzi termini.
Le parole della Lynch
“La battaglia per la supremazia del brand è una roba antiquata. Siamo dei competitor, puntiamo tutti ad essere i migliori. Qualsiasi cosa ci venga proposta, vogliamo eccellere. Anche che si tratti di vincere una dannata banana. L’idea è che quella banana la voglio a tutti i costi e voglio dimostrare di meritarla. Se sei una persona competitiva, saprai come far funzionare la cosa. Se non lo sei, allora non ci finisci in WWE.“
Sono in molti a ritenere che, l’ultima volta che si è assistito a un match a eliminazione di Survivor Series che abbia avuto un senso, sia stato nell’edizione del 2004: in quell’occasione, i vincitori (Chris Benoit, Randy Orton, Maven e Chris Jericho) ebbero la possibilità di diventare ciascuno general manager di Raw per una settimana. Anche Xavier Woods si è espresso in tempi recenti sulla questione, proponendo di riservare gli ultimi 5 slot del Royal Rumble match ai vincitori e i primi 5 ai perdenti del match di Survivor Series. Vedremo se in futuro la WWE apporterà dei cambiamenti a uno dei suoi ppv più vecchi e caratteristici.