The Shield Vs Evolution, ossia una delle faide meglio costruite del 2014, avrà il suo naturale scioglimento da Payback in poi. Quanto questa faida sta “elevando” lo status già altissimo della nostra stable face preferita? Sicuramente più appagante di una domenica priva di campionato, ecco a voi l’editoriale di oggi!

L’Evolution, da puro mark, mi è piaciuta sin dal primo momento. Essendo un estimatore del buon Triple H, che nonostante i noti difetti resta uno degli heel migliori degli ultimi 15 anni (anzi, forse il suo egocentrismo così marcato contribuisce alla costruzione del suo character on screen) per carisma, workrate e capacità di attirare heat, ho apprezzato sin da subito le interessanti dinamiche tra i quattro membri: il Capo, la Giovane Promessa, l’Enforcer ed il “consigliere oscuro”, Ric Flair. Vi dirò di più: questa stable, da sola, ha contribuito a lanciare verso le vette più alte del main event Orton prima (troppo acerbo, ma all’epoca abbastanza over per essere quasi un “rookie”) e Batista poi, tramite la contrapposizione con il loro leader Triple H. In particolare, la faida tra Batista ed il Re dei Re resta una delle costruzioni più proficue di sempre, con un upper-midcarder che grazie ad una costruzione lenta ed alla grandezza del suo avversario heel, è divenuto in poco più di tre mesi un main eventer vero, amatissimo e turnato face per acclamazione, in grado di smuovere l’asse dei buyrates come pochi prima di lui. E non venitemi a dire che Batista è stato sopravvalutato: all’epoca funzionava non bene, ma benissimo come face, quando era in forma era in grado di disputare match tutto sommato dignitosi per uno della sua stazza e, nella fase finale della sua carriera, ha mostrato di essere estremamente disinvolto anche al microfono come heel. Guardatevi i suoi promo contro John Cena, e mi darete ragione.

Lo Shield, d’altra parte, è una delle stable meglio gestite degli ultimi tempi. Mandati nel main roster come dei signor nessuno (la maggior parte del pubblico non aveva idea, e forse ancora non ne ha, che Ambrose e Rollins fossero la seconda reincarnazione di Moxley e Black) in pochissimo tempo questi atleti così complementari sono stati in grado di mascherare vicendevolmente i propri punti deboli, emergendo prima come forza collettiva e poi, pian piano, come individui. A mio avviso lo Shield ha avuto tre “fasi storiche” se così possiamo definirle; la prima fase è l’Epoca Ambrose, in cui in modo neanche troppo sottile l’eccentrico lottatore ex ROH era proposto come leader di questo gruppo. Reigns e Rollins impegnati in tag team match ed Ambrose in singolo, mic-time concesso quasi esclusivamente a lui e tanta, tanta protezione a livello di booking. Dalle Series in poi, si è invece passati all’Epoca Reigns, in cui il powerhouse del gruppo è stato elevato a leader silente in grado di risolvere i match grazie alla sua potenza, di li a poco gli è stata concessa una prestazione a dir poco maiuscola alla Rumble e, come se non bastasse, quando c’è da subire un pin non è mai interpellato, quando invece c’è da prenderselo è più puntuale di un ottantenne fuori le poste il giorno della consegna delle pensioni. Da Wrestlemania in poi invece, in modo delicato, pian pianino ma con costanza a mio modo di vedere stiamo entrando nell’Epoca Rollins. Vero autore, almeno in storyline, del turn face dello Shield, l’ex Tyler Black è costantemente, incessantemente proposto come MVP del gruppo: il suo lavoro sul quadrato ha goduto di un livello di pura eccellenza sin dal primo momento, ma nell’ultimo periodo anche la sua presenza scenica si è elevata quel tanto che basta per non essere più danneggiato dall’innegabile carisma dei suoi due commilitoni. Rollins sta mostrando carisma non solo tra le corde del ring ma anche al microfono, rimanendo si nei limiti dello scriptato ma assumendo sempre più disinvoltura ed agilità. Se penso allo Shield oggi penso al buon potenziale di Reigns, all’immediata capacità di Ambrose ed all’enorme potenziale face di Rollins, intravisto nel periodo di primo Campione NXT ma mai scorto così nitidamente.

La faida in se beneficia di interpreti di assoluto rilievo: Orton è forse lasciato eccessivamente in disparte, ma ad attirare heat sull’Evolution ci pensa Triple H, non solo minaccioso heel sul quadrato ma anche tirannico padrone fuori e Batista, ancora oggi odiato per il ruolo di involontario usurpatore affidatogli il secondo giorno di lavoro alla Rumble.

Il match tre contro tre ad eliminazione a Payback mi intriga a dir poco tantissimo. Non solo per i valori che sicuramente verranno espressi sul quadrato, ma anche per le scelte che verranno fatte in sede di booking: vinceranno di nuovo i face ponendo la pietra tombale sulla faida? Gli heel passeranno sull’1 a 1 lasciando aperta la possibilità per un terzo match (Batista permettendo)? Vi sarà l’intervento di un quarto incomodo (Sheamus?) in grado di far pendere l’ago della bilancia a favore di Triple H? E come se non bastassero questi spunti già interessantissimi, si aggiunge anche la stipulazione dell’eliminazione ad arricchire le speculazioni.

Chi sarà l’ultimo uomo sopravvissuto? Forse Reigns, che continuerà la “streak” di vittorie impressionanti in grado di aumentare il suo status. Forse Rollins, che potrebbe a tutti gli effetti scrollarsi di dosso quell’aria di workhorse che troppo semplicisticamente gli viene ancora affibbiata. O ancora Triple H, che grazie all’intervento di qualche nuovo “protetto” potrebbe emergere come unico sopravvissuto, per poi involarsi verso una faida Titolata che, tutto sommato, ci starebbe tutta: alla luce dei contrasti tra Stephanie e Bryan, infatti, un proseguimento del feud iniziato a Wrestlemania tra HHH ed il Campione WWE sarebbe sacrosanto, nonché in grado di fornire a Bryan uno sfidante di assuluto livello, in grado concretamente di mettere il suo regno in serio pericolo.

Direi che i papabili sono questi tre, e mi sentirei sin d’ora di escludere Orton, decisamente il meno over dei sei, Batista sul piede di partenza e già oggetto di sottomissione a Wrestlemania e Pin ad Extreme Rules ed infine Ambrose, dipinto un po’ come l’anello “debole” sul quadrato per quanto riguarda lo Shield. Fatto sta che questo incontro regge uno “Special Event” quasi da solo, ed alla luce degli ultimi risvolti riguardanti Bryan non mi stupirebbe affatto vederlo chiudere Payback…do il mio pronostico secco: Triple H vincente ed ultimo sopravvissuto. Quotazione 1,52.

Secondo voi invece?

Danilo