Siccome le discussioni e le considerazioni post Royal Rumble non sono mai abbastanza, l’idea che quest’anno la questione si sia risolta in un compromesso tra compagnia e pubblico, mi da ancora più voglia di analizzare a mente fredda cosa diavolo sia successo.
Premesso che, come ormai evidente, la WWE abbia alzato bandiera bianca su un fronte che dagli inizi degli anni 2000 ha richiesto investimenti cospicui, ovvero il territorio di sviluppo. Il sistema WWE non genera talenti rilevanti dai tempi di Lesnar, Cena, Batista e Orton e leggere i nomi dei wrestler sotto contratto provenienti da esperienze di federazioni indipendenti fa un certo effetto, se fossimo nel 2002. Addirittura la cosa è talmente dentro l’ossatura WWE, che non appena viene messa in dubbio la carriera Daniel Bryan, si mette dentro direttamente nel roster AJ Styles, che andrà a ricoprire esattamente quello spot, di face amatissimo dal pubblico smart, snobbato on screen dall’autorità di turno, per innescare potenziali storyline dal sicuro successo.
Ecco, detto questo, Roman Reigns si trova adesso in una posizione, per certi versi, ripeto per certi versi, simile a quella di Batista nel 2005 con il pubblico che aveva una voglia matta di tifarlo e vederlo raggiungere il titolo a Wrestlemania e Triple H, che ha una certa supervalutazione del suo status agli occhi del pubblico, pronto a fare da faida di lancio.
Sia chiaro ho una eccellente valutazione di Triple H, ha avuto un impatto notevole nella definizione di quello che è l’immaginario del wrestler moderno, la maggior parte di chi fa wrestling a livello dilettantesco è una tentata copia di quello che ha realizzato all’apice della carriera.
Mi è venuto da chiedermi a Rumble conclusa se la scelta del vincitore avesse senso e quanto trovassi divertente la situazione in cui probabilmente la compagnia con la vittoria di Triple H voleva creare heat nei confronti dello stesso e invece molti di lo hanno visto come il salvatore della patria, almeno per adesso.
Il resto della storyline lo sappiamo già, tre mesi di Reigns (con Ambrose per variare) contro Sheamus-Del Rio-Rusev a Raw fino allo sfinimento, ovvero la scontata vittoria del titolo a Wrestlemania passante per Fastlane.
Il rischio di vedere una prosecuzione scontata è altissimo, spazi di manovra sembrano pochi e nutro qualche dubbio sulla capacità di ripetere il miracolo Batista di cui sopra.
Il rischio vero è la popolarità degli ex-indie, passatemi il termine, che mina letteralmente le basi di questa storyline, non c’è un Daniel Bryan quest’anno che farà riscrivere tutti i piani, ma qualcosa si è incrinato e la percezione meritoria si è allargata anche a quella fetta di pubblico che fin ora ha subito i campioni imposti dall’alto. Il vaccino che hanno iniettato CM Punk e Daniel Bryan qualche anno fa, ho fiducia stia iniziando a fare effetto.