La consacrazione di MJF è stata totale. Conta lo spirito e il risultato simbolico ottenuto nel Blood & Guts match. Che fosse uno dei migliori heel al mondo non vi era alcun dubbio, ad oggi è sicuramente il migliore (sì, anche davanti a Roman Reigns) per la compiutezza del suo percorso. Ora potrà proseguire la storyline tra Pinnacle e Inner Circle con l’intento di chiudere ogni discorso tra le parti e lanciarsi verso una seconda parte dell’anno decisiva per la conquista del titolo mondiale.

Tolto MJF, questo Blood & Guts è stata una falsa partenza. Forse la All Elite Wrestling ha bisogno di saper trovare un equilibrio tra ciò che si può fare e la propria esperienza. Perché per come era stato presentato, questo incontro doveva essere certamente uno dei migliori dell’anno. A questo punto credo che l’errore sia stato quello di proporlo live: in questo modo tutta una serie di errori più o meno grandi si sono visti tutti, senza la capacità di metterci una pezza in sede di editing. Dopo il botch di Revolution poi, quel finale fa storcere il naso.

Il match è stato passabile. Diversi buoni spot, un po’ di cruenza per seguire il filo logico della storyline. Certamente ha stranito vedere gli Inner Circle così dominanti, quasi heel per certi versi, ma possiamo accettarlo essendo la stable più forte e più esperta tra le due. Il problema chiaro è che i Pinnacle hanno sfruttato poco il loro vantaggio, e – soprattutto – dopo l’ingresso di Jericho non è successo quasi nulla. Nel senso che nessuna delle due stable ha provato a vincere il match, ma entrambe hanno tentato di annientare l’avversario senza riuscirci.

Wardlow e Hager non sono apparsi dominanti, Guevara ha fatto poco la parte da leone, i due team si sono notati a sprazzi, Spears ha fatto… Spears. Poi nel finale ci sta che MJF cerchi di sfuggire alla mattanza e che Jericho lo segua. L’interesse di Le Champion è quello di punirlo. Ma è qui che succede l’imprevedibile: nessun arbitro è in grado di seguire la situazione ed eventualmente chiamare la sottomissione; le immagini vanno solo sul tetto della gabbia e nel mentre dentro la struttura ci sono diverse situazioni che potrebbero dare la vittoria all’una o all’altra squadra. In termini semplici: non si riesce a capire nulla di quello che sta succedendo. Peraltro senza un arbitro che li segua, quello che succede è quasi irrilevante.

Poi c’è il finale. In questo modo gli Inner Circle non perdono pulito, e Jericho non si fa nulla. Ma quei materassoni che si vedono sono abbastanza imbarazzanti, l’altezza da cui vola Le Champion non è impossibile e si sente dare istruzioni a Maxwell su come fare lo spot. In più tutto quello che è successo prima scompare: l’Inner Circle da dominante diventa codarda nel tentativo di salvare il proprio capo. Nessuno di loro prova a salire in extremis per evitare che accada il peggio (soprattutto dopo aver già perso il match), e nessuno dei Pinnacle prova a bloccarli. In questo modo, oltre a rendere scontato ciò che accade, abbassa tremendamente lo status dei Circle.

Lo struttura base del match è stata molto old school. Per chi segue il wrestling da tanto, sa che i cage match venivano combattuti in questo modo (spot da sopra la gabbia a parte), in modo molto duro. Ma c’è una differenza tra gli anni ’80 e il 2021: che il wrestling ha preso ritmo. E quel ritmo è mancato in molti momenti di questo incontro, rendendo quei 40 minuti decisamente faticosi. Se mai verrà riproposto, dovranno essere in grado di cambiare prima di tutto lo storytelling e lo scambio delle azioni. Tenere questo match così, al momento, non ha alcuna solidità.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.