L’Elite è di nuovo sul trono. Mercoledì scorso, Kenny Omega e i Bucks sono tornati in possesso dei titoli Trios della AEW alla fine di una lunga e variegata guerra con i Death Triangle. Un successo che probabilmente chiude definitivamente le interazioni tra loro dopo oltre tre anni.
Certamente la vittoria era attesa. Nessuno ha creduto che i Triangle, sul 3-1, potessero comunque avere la chance di strapazzare l’Elite in quel modo. Di certo sono stati in grado, in AEW, di dare un senso sempre diverso ad ogni sfida. Accompagnandola con buone dosi di storytelling sin dall’inizio. Fino all’ultimo Escalera de la Muerte in cui è stato chiaro il “liberi tutti”, con una serie di sequenze spotfest fatte apposta per far esaltare il pubblico in maniera immediata.
La cosa buona, rispetto al primo stint, è che l’Elite non ha più bisogno di andare col freno a mano tirato. Nella prima occasione Kenny era appena tornato, c’era la necessità di raccontare il fatto che non fosse al 100%, che non potesse eseguire certe mosse. E i Bucks non stavamo molto meglio di lui. Ora invece la situazione è ben diversa, e l’alta intensità dei sette match visti finora lo ha dimostrato.
È possibile che ce ne sia un ottavo. Il ppv Revolution chiama, le tempistiche sono quelle che sono, costruire nuovi avversari dal nulla non sarebbe granché. Quindi un altro match, con una nuova stipulazione può essere la soluzione. Magari: chi vince mantiene i titoli, chi perde si divide per sempre. Un nuovo successo dell’Elite sarebbe chiamato, ma di diverso non si può far nulla.
Si può fare dopo il ppv. A questo punto la tavola è imbandita per la sfida che da tempo stiamo attendendo in AEW. Sulla strada di Omega e i Bucks devono presentarsi giocoforza Malakai Black, Buddy Matthews e Brody King. Con la possibilità di intrecci inediti, e quel Omega vs Black che sa tanto di main event di Dynamite. E a Double Or Nothing ci sarebbe un potenziale showstealer