È stato proprio un bell’evento King of Pro Wrestling 2019, non c’è molto da aggiungere, ma avrete già capito che oggi voglio raccontarvi le mie impressioni su Jushin Liger contro Minoru Suzuki e spiegarvi perché a mio modesto avviso è stata tra le migliori faide dell’anno in NJPW.


Gli articoli celebrativi su Liger arriveranno tra qualche mese, dopo averlo visto lottare per l’ultima volta al Tokyo Dome, per poi concludere una carriera praticamente perfetta sotto ogni punto di vista, avendo dimostrato di essere tra i migliori Jr. Heavyweight della storia e tra i pochissimi ad avere avuto uno sfolgorante successo praticamente in tutto il mondo.
E quando uno così si ritira, tutti dovrebbero ringraziarlo e lui avere il diritto di scegliere come concludere la corsa. Jushin Liger nasce un po’ per caso, per interpretare l’omonimo personaggio dell’anime di fine anni Ottanta di Go Nagai (quello di Mazinga e Devilman), ma lui è talmente bravo che supera la popolarità di quel brand e diviene ciò che conosciamo.

Se avesse chiesto alla NJPW di lottare nel 2019, anno di ritiro, contro i migliori Jr. Heavyweight, credo che nessuno si sarebbe scandalizzato e forse sarebbe stata la strada più dolce per salutarci, ma Liger è un supereroe, non è quello che ha raggiunto il suo status raccogliendo le sfide più facili, come ogni vero supereroe, non è di per sé il super potere che lo qualifica come tale, ma il grande cuore che mostra e dimostra verso il mondo intero.
Per Liger il “mondo intero” sono tutti i fan di wrestling, anche quelli che seguono solo la WWE che lo hanno visto lottare una sola volta a NXT; lui è il nostro ultimo supereroe. Invece di scegliere dei bravissimi avversari come Ospreay o Takagi, ha preferito scendere all’inferno contro Suzuki.
Da aprile fino all’intenso scontro di King of Pro Wrestling, abbiamo visto una meravigliosa storia di bene contro male, qualcosa che rimarrà iconico negli anni come uno dei racconti più puri. Suzuki è l’archetipo dell’heel senza cuore e pietà, a cui importa solamente la vittoria, tanto quanto umiliare e ridicolizzare l’avversario, così intelligente da far trasformare Liger durante la faida da amabile leggenda che combatte qualche tre contro tre di inizio show, fino al mostro Kishin Liger, fino all’essenziale versione dello show di lunedì scorso.


In questo percorso c’è l’evoluzione del character che parte come svuotato della grinta, per poi farsi colmare dalla rabbia, comprendere che quella è la strada sbagliata, per poi dirci che “no, non è così che voglio vincere, non è così che voglio essere ricordato”.
Conscio di essere inferiore fisicamente, per l’età e non sicuro di essere all’altezza: il vecchio eroe perde contro un devastante Gotch Piledriver. Nei film holliwoodiani il bene sconfigge sempre il male, così ci hanno insegnato, ma questo non è un film, è l’ultima storia di uno dei miei eroi.
Capace, seppur sconfitto, umiliato e fisicamente devastato di ricevere un inchino dal cattivo, che non solo gli mostra rispetto, ma ci mostra come quel match lo abbia talmente toccato emotivamente da diventare uno di noi per pochi secondi.
Un eroe non è solo quello che uccide il cattivo per salvare il “mondo intero”, un eroe ci aiuta a vedere il mondo in maniera diversa, ci fa sentire protetti e sicuri.

#thankyouliger