Lo “Screwjob di Montreal” del 1997 è sicuramente tra i fatti storici più rilevanti nel mondo del pro-Wrestling. Per ricapitolare in breve la situazione, Bret Hart che era allora il campione della WWF, era in scadenza contratto e stava per passare alla rivale WCW. Era stato programmato un match tra lui e HBK nel PPV Survivor Series per il titolo mondiale. Bret non voleva perdere a favore di Michaels in Canada, mentre Vince non voleva rischiare che “The Hitman” lasciasse la compagnia con il titolo sulle spalle, e che facesse la stessa cosa che fece Madusa con il titolo femminile della WWF qualche tempo prima, e cioè che lo “declassò” buttandolo nel bidone della spazzatura. Si arriva quindi alla fatidica notte in cui Vince, in combutta con lo stesso HBK e con l’arbitro Earl Hebner, decide di ingannare Bret dichiarando la sua sconfitta per sottomissione, nonostante l’eroe canadese non avesse mai ceduto. Nel post match, un Bret rancoroso distrusse i tavoli di commento a bordo ring e diede nello spogliatoio un pugno sul viso al patron della WWF.

“Sono un ragazzo molto affabile..”

Tutto ciò che accadde quella sera di Novembre del 1997 fu certosinamente documentato da un film, Wrestling with Shadows, ispirato proprio alla carriera di Bret Hart. Oggi, l’ex WWF champion non ha rimorsi riguardo quanto accaduto, ma anzi sostiene di aver fatto tutto correttamente: “Sono un ragazzo molto affabile, ma so che ebbi molti pensieri negativi, davvero pazzi, per ciò che accadde”. Inoltre Hart sostiene di aver detto a Vince di non voler parlare dopo il match, ma McMahon decise comunque di entrare nel suo spogliatoio e di confrontarsi con lui: “Gli dissi che non ero molto amichevole e che la cosa sarebbe andata a finire male, per cui doveva andarsene subito. Lui restò, e io penso che tutto ciò che accadde quel giorno mi definisce come persona. È stata forse la cosa migliore che io abbia mai fatto (dare un pugno sul volto di Vince nds), nel senso che mi sono battuto per ciò in cui io credevo come nessun altro wrestler ha mai fatto prima di allora”.