Due giorni fa, Eric Bischoff è stato ospite nel podcast di Fight For The Fallen della All Elite Wrestling condotto da Conrad Thompson. Con loro anche Tony Khan, in una sorta di opera di pacificazione dopo le rispettive provocazioni lanciate nel solco di cosa fosse meglio o peggio nella WCW diretta proprio dal prode Eric.

Tra gli argomenti di punta, ovviamente il main event di questa sera a Dynamite – Fight For The Fallen – dove Brian Cage contenderà il titolo dei pesi massimi al campione Jon Moxley. Un match a lungo costruito, rinviato nelle ultime due settimane e che quest’oggi arriverà al suo compimento. Teoricamente non ci potrà essere risultato diverso dalla conferma dell’ex Shield, ma l’interesse sfociato anche nel podcast è che Tony voglia far crescere Cage fino a farlo diventare il nuovo Scott Steiner.

Chi di voi si ricorda il primo Scott Steiner? Non quello della metamorfosi, da nero a biondo e dalle mosse statiche. Quello antecedente, che ha preso il via negli anni ‘80 negli Steiners. Quello che faceva impazzire il pubblico con la Franksteiner, con le mosse di forza quanto di agilità, con un innato carisma ma anche una attitudine ottima da flyer nel corpo di un Heavyweight.

Bischoff ha spiegato che il passaggio a heel, dentro un contesto come quello della NWO, ha giovato alla sua carriera e alla sua capacità di crearsi attorno un personaggio amato e rispettato. A tal punto che il suo regno da campione in WCW è riconosciuto ancora oggi come il migliore dai tempi di Goldberg. Certo, non che ci volesse molto visto il bordello effettuato nei due anni precedenti proprio da Bischoff ed in parte da Russo nella zona main event, ma Steiner è diventato poi un main eventer fisso, imprescindibile.

Lo stesso percorso dovrà fare Brian Cage. Certo, ha già calcato il main event sia ad Impact che in AEW, ma non è ancora riconosciuto come tale. Non è ancora quella figura imprescindibile che può trainare una federazione. E allora ecco che al fianco di Taz che compensa sul lato parlato, il ragazzone può spiccare il volo e ritagliarsi uno spazio significativo in un roster ampiamente competitivo come quello della All Elite Wrestling. Per poi diventare campione, un giorno, così come lo è diventato Steiner a suo tempo.