Siamo nell’era del trash, nelle scelte sbagliate, nella realtà che travalica un immaginario. In queste settimane la TNA è stata criticata parecchio per il feud tra i fratelli Hardy, ma forse mai come in questo momento hanno dato una lezione di racconto (più o meno verosimile, sicuramente intrigante).
Sul feud si nota la mano di Billy Corgan, da sempre appassionato di controversie e situazioni fuori dal normale. Si è trattata di una scrittura alla “Vince Russo”, un cross the line ben orchestrato per sviscerare per l’ennesima volta un feud che pareva aver detto tutto negli ultimi quindici anni. Ed invece la TNA ha dimostrato d’aver avuto ragione a rinnovare i due per un altro anno. Ora Jeff potrà pure tornarsene in WWE se volesse, ma ha davvero colto nel segno.
Eppure il fenomeno da un anno a questa parte è Matt Hardy. In ROH aveva già dimostrato che, con i presupposti giusti, si sarebbe potuto lavorare efficacemente su di lui e sulle sue qualità. Si potrebbe dire che basta volerlo. E lo han voluto, fidandosi di una mente interessante quando non lunatica, capace di portare al termine buoni match e di buttarsi a capofitto nella storia del Brother Nero consapevole di poter dare scacco matto a tutti. La TNA ringrazia perché mancava quella sana pazzia, a tratti ridicola eppur funzionale alla storia, degna di thriller che non fan paura ma ti incollano allo schermo alla ricerca di un finale compiuto.
Sicuramente i promo preparatori non sono stati granché. Siamo lontani da Austin che attacca Vince in ospedale o Triple H che va ad assaltare Orton a casa propria. O, se vogliamo tornare ancora indietro, ad Hogan che butta giù da un tetto il povero Paul Wright, poi rinominato The Big Show. L’atto conclusivo però è stato solido, ben raccontato e ben gestito, con un finale carico di pathos e di suspance. Poteva davvero vincere chiunque. Poteva succedere qualunque cosa. Forse trash, forse ridicolo, ma questo match è stato una figata. E per chi se lo fosse perso, eccolo qui sotto.