Dal momento in cui è nata, la AEW si è subito proposta come alternativa alla WWE, vincendo la famosa Wednesday Night War contro NXT, causandone, indirettamente, prima lo spostamento al martedì e poi il rebranding. La WWE, per contrastare l’ascesa della federazione di Jacksonville, ha cominciato a mettere sotto contratto tantissime star delle indies provenienti da tutto il mondo per impedir loro di firmare con la All Elite, arrivando infine alle tristemente note ondate di licenziamenti.
Conseguenze naturali
Parlando con TV Insider, Bryan Danielson ha detto la sua sull’argomento:
“Di solito non mi concentro su cose mai successe o già accadute, ma credo che i licenziamenti siano una reazione naturale a ciò che è stato fatto in passato. Il fatto è che chi aveva un contratto non lo ha più. Credo che la WWE abbia reagito in maniera eccessiva quando è nata la AEW, anche quando la scena indie era infuocata, grazie a Cody e gli Young Bucks. Hanno voluto ingaggiare tutti i talenti sulla piazza perché pensavano ‘i nostri affari vanno bene’. Ora la AEW sta recuperando terreno, hanno fatto cose incredibili per una compagnia che ha meno di tre anni. La WWE guadagna ancora miliardi, e ora non hanno più bisogno di accumulare talenti”.