Houston, abbiamo un problema: sta tornando la vecchia TNA! E che male c’è, direste voi. Ecco, il male c’è quando di una esperienza che pensavamo morta e sepolta riemergono tutte le storture, le inutilità, le scelte insensate, i ritorni poco eccellenti e una certa mancanza di chiarezza nella gestione del roster. Senza contare la comunicazione ridotta all’osso: agli ultimi tapings erano presenti 300 persone in una arena di 1200 posti. L’accordo con Pursuit è stata una delle decisioni più assurde della federazione visto che alla finestra c’era un network come WGN America.

Non si capisce cosa sia successo negli ultimi sei mesi. Si capisce che la nascita della All Elite Wrestling abbia messo a subbuglio un po’ tutti, ma che Impact ne risentisse così tanto non pensavo potesse essere una probabilità così fattibile. Le scelte operate sono una più assurda dell’altra e lo vediamo anche negli eventi settimanali. Un esempio pratico: Tessa Blanchard ha raggiunto a Rebellion la consacrazione definitiva a Knockouts della compagnia. Un booker normale l’avrebbe rimandata nel giro titolato, uno poco normale invece la infila in una sequenza intergender che non le fa affatto del bene. Ma perché? Perché occorre tenersi buona Taya Valkyrie, che come campionessa heel non ha mai convinto nonostante ne avesse le capacità.

E che dire del trio Medusa (RVD, Sabu, Dreamer)? E di Sandman che diventa il nuovo padrino di Eddie Edwards? Se c’è stato qualcosa di buono nell’ultimo anno è che queste superstar del passato venivano centellinate, utilizzate come un pretesto per sviluppare il personaggio dei wrestler del roster. Oggi invece invadono la scena, si prendono il main event, fanno dipendere la propria presenza. Come il ripescare The Great Muta nel 2019 dopo il flop cocente del ppv giapponese della TNA e tutti i pessimi ricordi che si porta dietro. Il nuovo che avanza è davvero così di basso livello per essere costretti a chiamare (e spendere soldoni) su queste stelle decadute?

Non mancano le frizioni poi col roster. Jordynne Grace regolarizzata dopo un anno, Killer Kross che non vede di scappare, Scarlett Bordeaux che si è già stufata, Eli Drake fuggito via senza tanti complimenti, wrestler che vanno e che vengono, poca consequenzialità in alcune storyline. A dire che giusto poco tempo fa salutavamo con applausi la capacità di Impact di aver formato un gruppo coeso, di tanti talenti delle indy da sfruttare da qui ai prossimi anni. Invece siamo punto e a capo. Troverà pace questa benedetta compagnia?