Dopo il tradimento di Jimmy ai danni di Jey, nel match decisivo di quest’ultimo contro Roman Reigns per il titolo mondiale, era ovvio che il pubblico si schierasse compatto con Jey Uso che è stato l’unico membro della Bloodline ad opporsi al giogo del Tribal Chief. E difatti Jey, portato in spalla dai fan della WWE, ha raggiunto le vette della federazione, affermandosi senza dubbio come uno degli uomini di punta di casa Stamford. E la decisione di spostarlo a Raw è ulteriore conferma di ciò; A Smackdown c’è Roman Reigns, il cui regno va avanti incontrastato da 3 anni e per il quale si prevede una “fine” roboante per la quale, forse, Jey non era ritenuto idoneo. Restare nello show blu, incapace di scalzare il più blasonato cugino dalla cima della montagna, avrebbe rischiato di immobilizzarlo in una posizione secondaria per la sua carriera (fortemente in ascesa) deleteria.
Con la critica tutta a favore di Jey, il gemello meno sostenuto Jimmy è passato inevitabilmente in secondo piano. E la scelta di farlo tornare nei ranghi della Bloodline, in leggera contraddizione con quanto raccontato negli ultimi mesi, non ha aiutato la sua causa. Poi ancor meno d’ausilio è la scelta di presentarlo come un burlone, parecchio tracotante e privo di carattere, il che rende il suo personaggio incapace di appassionare il WWE Universe. Nulla di strano od originale nella storia della federazione, che ci ha abituati a vedere coppie storiche rompersi per lanciare uno dei due membri verso il firmamento, mentre l’altro in maniera inevitabile soccombeva. E forse è ciò che sta accadendo oggi con gli ex Uso, dove Jey gravita nel Main Event di Raw mentre Jimmy, bloccato a Smackdown in una storyline che inizia a sapere di vecchio, fa di tutto per non essere mai preso sul serio.
Le speranze di non assistere all’ennesimo “omicidio” del atleta meno promettente di un Tag team sembrano ridursi al lumicino, se non fosse che Jimmy non è l’ultimo degli arrivati. Confesso che dei due Uso ho sempre preferito lui, e ho sempre visto lui come futuro astro nascente. Ha carisma, buone mic-skills, e discreto lottato sul ring. A differenza del fratello, mi è sempre sembrato più a suo agio davanti al pubblico e, cosa non secondaria, ha un modo di esporsi e di interagire più “intellegibile”. E al fratello non ha nulla da invidiare sul ring. Gli infortuni, però, lo hanno surclassato, allontanandolo dagli schermi per lungo tempo, permettendo a Jey di evolversi nel personaggio vincente che è oggi. Lui, una volta tornato, ha sempre e solo fatto la parte del comprimario, il che ne ha bloccato l’ascesa per diversi anni. Oggi recita la parte ingrata di chi è invidioso del successo del fratello, e cerca di veicolare su di sé le attenzioni del pubblico in tutti i modi, spesso sbagliati. Dei due, Jimmy doveva essere quello su cui puntare ma, per una serie di circostanze sfortunate, la federazione (così mi pare) si è vista costretta ad affidarsi a Jey.
Al microfono ci sa ancora fare, come sul ring, e la vittoria schiacciante ai danni di Karl Anderson può ancora salvare il salvabile. Credo che l’opportunità di costruire per bene Jimmy non vada sprecata, evitandogli la parte del “clown” della Bloodline, e presentandolo come reale “successore” alla corona di Capotavola che attualmente è sul capo di Roman Reigns. Fargli vincere i match in maniera pulita, e in poco tempo (quantomeno con avversari di medio calibro), cercando anche di cucirgli addosso una storyline con senso logico e dandogli motivazioni valide, può essere la giusta strada da battere per il successo. Non tutto è perduto, e margine di miglioramento ce n’è. Non foss’altro che vedere arrivare Jimmy e Jey alla resa dei conti, che a questo punto pare inevitabile, entrambi in una posizione affermata nel Roster di appartenenza, non può che dar lustro alla sfida stessa.