Dal primo istante in cui è nata la All Elite Wrestling si è notata da subito l’esigenza di dare uno spazio adeguato a tutti i wrestler in roster. Non parlo ovviamente della riuscita o meno di quello spazio, perché se prendiamo ad esempio la categoria femminile le cose non sono andate come loro speravano. Ma sul campo maschile tanti atleti hanno avuto la possibilità di farsi notare, magari pur non essendo dei fenomeni o non rispondendo a precisi canoni estetici, di altezza e peso.

Quello di Darby Allin è un caso specifico. E’ un peso leggero, che altrove sarebbe stato trattato come tale. Ma può lottare anche contro quelli grandi e grossi, utilizzando un moveset per certi versi atipico, agile ma tecnico, spericolato ma centrato. In Evolve fece dei match meravigliosi con Walter e Chris Hero, mostrando una resilienza fuori dal comune per un piccolo come lui. La AEW gli ha dato fiducia da subito facendolo pareggiare con Cody Rhodes, facendolo navigare tra diverse storyline, fino alla vittoria (meritata) del titolo TNT. Il network ha approvato e lo ha pubblicizzato fortemente nei giorni successivi a Full Gear. Oggi i fan sanno chi è Darby Allin, sanno cosa fa, quanto è spettacolare e quanto può essere un riferimento per chi ha voglia di somigliargli. Nel suo piccolo è un chiaro caso di sogno americano che arriva a compimento.

E gli altri?

Pensate a QT Marshall, ad esempio. Siamo d’accordo che non è un fenomeno, ha un fisico rivedibile e carisma da 50enne attempato che esce dal guscio due volte l’anno. Però è un onesto worker, sa fare bene quelle poche cose ed è risultato utile in diverse occasioni. Gli hanno affiancato DDP, gli han dato la sua cutter, lo hanno messo al centro di una storyline che mercoledì scorso ha portato ad un Bunkhouse Match dove è risultato superbo. Un risultato che fino a pochi anni fa, dopo esser stato scartato dalla ROH e dalla WWE, era quasi impossibile.

Brandon Cutler e Peter Avalon hanno avuto una possibilità grandissima di mettersi in luce e l’hanno sfruttata. Cutler è lì chiaramente per amicizia, ma in questo anno è cresciuto a tal punto da fare dei bei match contro i suoi avversari. Lo avreste mai immaginato? No, io no. Eppure ha avuto una evoluzione coerente e per quanto non diverrà un nome preminente nel roster, certamente sarà utile per altre evenienze. Come sarà utile Avalon, che è un wrestler ed un heel raffinato, vecchia scuola, da NWA pura. Nessuno aveva mai pensato a lui visto il suo fisico, ma questo ragazzo ha fatto una lunga gavetta, ha entusiasmato tanti fan delle indy ed è riuscito a convincere anche ad un livello più alto. E’ bastato dargli il giusto spazio e il risultato è stato convincente.

Ma la lista non finisce qui. Che dire di Scorpio Sky, Jungle Boy, Sammy Guevara, John Silver, Joey Janela, Sonny Kiss, Lee Johnson, Orange Cassidy, The Butcher and The Blade, Ricky Starks, Private Party, Eddie Kingston? Sono tutti outsider. Sono tutti ragazzi, uomini, che hanno avuto poche chance nella propria carriera o, in certi casi, nemmeno una. Tutti hanno avuto almeno una possibilità per farsi notare, per farsi conoscere, per avere un focus su di sé. Oggi, la AEW ha un arsenale di atleti che possono essere utili per i prossimi due anni.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.