A diversi mesi da Wrestlemania, possiamo tirare le somme del regno di Cedric Alexander, per capire insieme se si può parlare di “top” o di “flop”.

Cedric ha vinto il titolo in quel di WM, dopo un lungo e sorprendente torneo che ha consacrato il primo campione dopo l’infausto regno di Enzo Amore, simpaticamente soprannominato il  campione della vergogna.

Proprio in ragione di ciò, la vittoria di Alexander è stato l’apice della rivoluzione che ha stravolto 205 Live dopo il forzato abbandono di Amore: meno personaggi e maggiore attenzione al lottato.

Per questo scopo Cedric era il candidato perfetto: ottime capacità sul ring, buon look e atteggiamento, sufficientemente over con il pubblico e con una lunga (quanto travagliata) rincorsa al titolo.

Insomma, da Cedric ci si aspettavano grandi cose.

Tuttavia, nonostante gli ottimi presupposti di partenza, ciò che è mancato (e sta mancando) al regno di Alexander sono delle faide di rilievo.

In estrema sintesi, ciò che spesso (giustamente) si afferma, è che sono le rivalità a rendere grande un campione.

Ecco, Cedric, dopo l’iniziale sfida con Ali, si è visto andar contro il Juggernaut di 205 Live: Buddy Murphy.

La faida con Murphy, per quanto sia stata intensa e ricca di grandi match, non ha avuto, a mio modesto avviso, la giusta durata.

Dopo un fantastico incontro valido per il titolo (dal quale Cedric è uscito vincitore a fatica), Murphy è stato allontanato dal giro titolato per essere, senza apparente motivo, coinvolto in una sfida con il Lucha House Party.

Non è un caso, ora, che per Super ShowDown, la WWE abbia deciso di ripescare come sfidante proprio Murphy.

Difatti, senza tener conto del fattore nazionalità (Buddy è australiano NDR), Cedric e Murphy hanno dimostrato di aver la miglior alchimia sul ring vista finora e di essere in grado di regalare prestazioni magistrali.

A seguire, è toccato a Drew Gulak tentare di detronizzare Alexander, tuttavia fallendo anche lui nell’impresa.

La sfida con Gulak la ritengo, personalmente, un’occasione persa. Difatti, si sarebbe potuto osare di più dal punto di vista dei promo, facendo emergere un aspetto di Alexander e dello show in sé (ormai) trascurato.

Anche Gulak, dopo la sua sconfitta, è stato messo da parte, in attesa della prossima occasione.

In conclusione, Alexander risulta essere un campione assente e un po’ anonimo.

Se il primo aspetto non è sempre un problema (salvo sfociare in casi alla “Lesnar”), è il secondo fattore ad essere, onestamente, un problema.

Un campione, infatti, dovrebbe essere in grado di traghettare un intero show, portando in evidenza il roster nel suo insieme, come già fatto dal rimpianto Neville.

Non mi sento di dare tutta la colpa a Cedric. La causa del suo anonimato giace, invero, proprio nella mancanza di faide di rilievo, di una nemesi convincente che abbia saputo tirar fuori il meglio da lui, portando  quel tocco di psicologia all’interno dei match che rende grandioso un incontro.

Forse, alla fine dei conti, è meglio cambiar campione e lasciare che la novità di un nuovo detentore della cintura sostenga, per un po’, lo show.

__Claudio___

Nel sito dal 2014, editorialista occasionale, blogger di 205 Live, nonché una delle voci del ZWRadio Show. Orgogliosamente sardo, venne folgorato da un Velocity su Italia 1 in giovane età; da allora non ha più smesso di seguire il Wrestling.