Christopher e Tamara erano innamorati. Erano due ragazzi giovani che avevano deciso di intraprendere due carriere parallele all’interno del Pro Wrestling. Lui era un lottatore. Combatteva ogni fine settimana. Mentre lei era la sua valletta, la sua accompagnatrice. Erano quasi il parallelo indipendente di Macho Man Randy Savage e Miss Elizabeth, spostati nel tempo, nel futuro. Erano l’esempio di come lavorare insieme può portare entrambi al successo. Erano l’esempio di come qualcosa di immensamente bello può mischiarsi con le proprie professioni. Erano anche l’esempio, però, di come da un cielo infinitamente gratificante, si può cadere nel più buio e fetido dei baratri.
Christopher di cognome faceva Candito, trasformato poi in Candido per necessità di scena. Tamara di cognome faceva Sytch, ed in pochi anni sarebbe diventata semplicemente l’omonimo della madre di tutta la luce e di tutti i colori: il sole. Tamara sarebbe presto diventata Sunny.
La conosciamo Sunny. Sappiamo dei suoi trascorsi, dei suoi abusi, dei suoi strani giri fra le stanze degli alberghi di decine di lottatori. Ridiamo di lei, spesso. La prendiamo in giro, altrettanto spesso. Sorridiamo a pensare tutti quei lottatori sedotti e lasciati nei loro letti a riprendersi da un amplesso sempre troppo intenso, spesso infedele, magari poco lucido. Quello che però in pochi sanno, è come quella donna avesse il potere di cibarsi della luce altrui per continuare a splendere, ad essere cosi “solare”.
L’amore è sempre una cosa relativa nella vita. L’amore va, l’amore viene. Lo capì bene Chris, quando lui e la sua signora, all’epoca signorina, decisero di firmare un contratto con la World Wrestling Federation di Vince McMahon. Candido rientrava nel piano di spolpamento della EXtreme Championship Wrestling. Prendiamo tutto, spremiamolo e poi teniamo quello che funziona. Tamara no però. Per lei c’erano altri piani. Lei doveva diventare la numero uno al femminile della WWF. E lo divenne. Soprattutto per qualcuno. Lo divenne per Bret Hart, per esempio, che nei suoi “Sunny Days”, si ustionò dei raggi più caldi della sua vita extra matrimoniale. Lo divenne per molti altri, purtroppo per Chris, per troppi altri.
Sunny distribuiva amore, azione nobile per carità, se non fosse che dall’altra parte della sua vita, almeno inizialmente, cominciava a perdere la sua aurea di invincibilità quello che fino a quel momento era stato il suo fidanzato, barra collega, barra compagno. Chris Candido vedeva scivolare sotto lui gli anni mentre quella che doveva essere la sua donna vedeva scivolare sotto di lei uomini. Troppi. Soprattutto quei cinque “bastardi” che dettavano legge e dicevano al buon Vince, come ben ricordò Scott “Bam Bam” Bigalow, tutto quello che avrebbe dovuto fare. La Kliq giocava. Giocava con i sogni, con le carriere, con le vite. Giocava anche con i sentimenti. Tutto era buono per divertirsi, l’importante era che di mezzo, a subire, non ci fossero loro. Non ci fosse HBK.
Questo era il massimo che all’epoca la WWF facesse contro il bullismo, ascoltare le leggi non scritte di quattro dittatori da dietro le quinte. Chris, cadde nella rete.
Paul Bearer diceva di ricordare Tammy e Chris molto innamorati, ma di avere sempre avuto paura di una cosa: Chris avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, ascoltandola, credendole, seguendola. Ancora Bigalow invece, sosteneva che la Kliq avesse deciso di prendere di mira Candido, e quindi di dover necessariamente prendersi gioco di lui attraverso lei. Lei, dal canto suo, non addolcì la pillola qualche tempo dopo, affermando che lei non era la Kliq Chick perché stava sempre con loro, ma perché era stata nella camera da letto di ognuno.
La Kliq e Sunny misero fine ad una storia d’amore nata anni prima, da ragazzini. Misero fine ad un sogno, calpestarono il rispetto che si deve, se non ad un amico o ad un conoscente, almeno ad un essere umano. Attenzione, io non voglio mettere in dubbio i dettami dell’amore libero, voglio soltanto pensare che cosa possa essere stato per il povero Candido, vedersi distrutto prima umanamente e poi professionalmente da persone che lui sapeva, non avrebbe potuto mai sconfiggere, se non con un’ arma. Come si sarà sentito a capire che nessuno, dentro quel Backstage, davvero avrebbe mai amato Sunny come lui, ma semplicemente ci giocavano per la loro godereccia soddisfazione e per vederlo cadere in depressione. Nel buio. Come si sarà sentito a vedere lei, poi, che non reagiva a niente, come anestetizzata da quel successo arrivato, esploso inarrestabile, imprevedibile e che aveva travolto soltanto una parte della coppia. Lei adesso era la donna numero uno, lui, era soltanto un numero.
Non si può accusare la Kliq di avere fatto tutto questo contro legge o natura, perché Sunny sapeva e soprattutto voleva. Non si può accusare Sunny di aver abbandonato Chris, perché come detto l’amore è relativo, va e viene. Paradossalmente la persona da accusare e proprio il povero Christopher, lui che, per non rinunciare né all’amore di Sunny né alle luci della ribalta, sopportò una situazione che portò all’inizio del suo declino. E non parlo di Wrestling.
La depressione colpì Chris che non si riprese più. Nonostante continuasse a lavorare, il suo stato era ai limiti del pietoso. Un infortunio nel suo ultimo incontro nella Total Nonstop Action lo portò ad una operazione, e dopo qualche giorno, a causa di alcune complicazioni, ad un nuovo ricovero ed alla morte. Era il 28 Aprile del 2005.
Strano eh. Per anni durante la sua vita, Chris Candido era stato una luna. Un satellite. Illuminato dai raggi della sua stella, del suo sole. Nel momento in cui la stella ha cominciato ad esibire le prime macchie il satellite è andato contro natura, staccandosi da una gravità se no troppo schiacciante. Non voleva essere risucchiato, ma era troppo tardi. Il 28 Aprile del 2005 ormai, la stella Tamara stava implodendo, tutto quello che gli aveva orbitato intorno stava per essere risucchiato. Chris inevitabilmente ci finì in mezzo, regalando la sua vita a la persona che l’aveva alimentata, lasciandosi sbranare dopo l’accoppiamento, come nella più crudele delle esibizioni amorose animali. Lui la sua preda, lei la sua mantide.