Sono tempi importanti per le donne nel mondo dello sport. Sono tempi importanti per le donne nel mondo del Wrestling. La World Wrestling Entertainment cavalca l’onda. Lo fa concretamente nei suoi Show e lo fa dando giusti riconoscimenti a coloro che questa battaglia l’hanno iniziata prima che Ronda Rousey facesse capire al mondo che si può essere sopra qualunque altro uomo in ogni senso. Riconosce quello che fino a questo momento raramente aveva riconosciuto, mettendo sul giusto piedistallo quelle atlete che per anni hanno cercato di sfondare un muro sul quale disegnato c’era soltanto un grosso pene. Lo farà anche il prossimo 6 Aprile a New Orleans, Louisiana, quando nell’arca della gloria introdurrà Lisa Moretti. Introdurrà Ivory.
Ivory è quella che non ha avuto ciò che si meritava, in un contesto diverso da quello solito. Molte lottatrici nel corso degli anni sono state sottovalutate, un po’ per mentalità, un po’ perché qualche coscia lunga le precedeva nel gradimento maschile, componente sempre importante fra il folto pubblico del Professional Wrestling, un po’ perché qualcuna più brava le ha chiuse in un angolo. Ivory è stata sottovalutata perché incastrata in un sistema, l’Era Attitude, nel quale non serviva essere bravi. Serviva essere Over, essere “fighi”, meglio se un po’ Trash. Nonostante questo però ha tirato fuori erba dal deserto, anche se in silenzio e oscurata, ha messo in mostra qualità notevoli, sul Ring e al microfono.
Ivory è stata spesso la voce dei Right To Censored, unica donna, se non contiamo la breve parentesi di The Kat forzata dal gruppo all’interno dello stesso, in una Stable di uomini capitanati da Steven Richards. Ivory è quella della migliore rivalità femminili di quegli anni, contro Chyna. Ivory è quella di GLOW, la campionessa di GLOW. Ivory è quella che da Heel o da Face non faceva differenza. E’ quella che ha unito, probabilmente per la primissima volta. la sensualità alla bravura. Ha provato, ahimé senza successo, a rigettare gli stereotipi di donna oggetto, di lotta nel fango. Ha eliminato il binomio becero e falso di tecnica/mascolinità, facendo un favore anche alle signore brave ma poco “carucce”, allineandole al resto dei motivi scatenanti tempeste ormonali.
Ivory ha vinto il titolo WWE, tre volte. Ivory è stata un’allenatrice a Tough Enough. Ivory ha lavorato anche nella Ohio Valley Wrestling, nella quale ha tenuto al tappeto, insegnando ciò che sapeva, tanti di quei nomi che percorrono e hanno percorso le passerelle della WWE nel Main Event. Ivory ha fatto da presentatrice a WWE Experience, nonostante avesse ancora tanto da dare, soprattutto in quel 2005 nel quale sui Ring della WWE cominciava a intravedersi la qualità che pian piano a portato fino a noi. Ivory è quella che decise di non rinnovare, perché era una Wrestler e la Wrestler voleva continuare a fare.
E’ stata brava, carismatica, sottovalutata, umile, campionessa, insegnante, orgogliosa, sexy e adesso sarà leggendaria. Che le si riconosca il suo valore è importante, come è importante che le si riconosca il suo sforzo e il suo lavoro. Per ciò che ha fatto in scena, Ivory, probabilmente non meriterebbe la Hall of Fame, ma per ciò che ha fatto nel Business, nell’ambiente, questa Hall of Fame Ivory la merita ampiamente, perché come tante altre ha spinto quando la bestia doveva essere smossa, nel momento più faticoso e difficile. La gloria è un bagno di benessere e compiacimento che non può mancare nella vita di persone come lei. Il prossimo 6 Aprile, a New Orleans, Louisiana, giustizia sarà fatta, anche per Lisa Moretti. Anche per Ivory.