Marsupilami analizza la faida HHH.Bryan e di come potrà svilupparsi il match di Wrestlemania 30 tra i due.
Questa edizione di Wrestlemania ha avuto una costruzione dei match molto particolare, direi del tutto peculiare e in maniera anomala rispetto a come normalmente viene creata la card dello show cardine dell'anno. Non c'è stata a costruzione a medio\lungo termine di molti match ma anzi diverse situazioni sono state gestite in corso d'opera, basta vedere la gestione dello Shield o l'approccio nei confronti di Batista, ma se c'era un match che doveva essere fatto in quanto ha alla spalle una storia notevole era il confronto tra HHH e Daniel Bryan.
Lasciando perdere per un momento il fatto che questo match nelle idee iniziali per Wrestlemania 30 non ci sarebbe dovuto essere, e solo la defezione improvvisa di CM Punk lo ha reso possibile, ma se andiamo ad esaminare la rivalità nel dettaglio è chiaro che si tratti, presa in maniera generale, della migliore faida degli ultimi 8 mesi.
Eh si, perchè l'astio tra i due è partito sin da Summerslam, con l'effimera vittoria di Bryan su Cena e il turn del Nasone che aiuta Randy Orton, che tra i due c'è un astio, una rivalità che non è mai sbocciata in un confronto fisico diretto, se non come vedremo sul finale. La faida dei due è sembrata interrompersi nel frattempo dato che Bryan se la vedeva direttamente con Orton e lo Shield e anche in parte col suo ex compare di tag team Kane, ma sullo sfondo, come abile burattinaio che muove i suoi pupazzi dall'alto,c'è sempre stato il COO della federazione, restio a concedere spazio a un lottatore che ha sempre valutato forte, ma non quello su cui puntare tutto, con la metafora del voto, quella B+ che tante volte abbiamo sentito scomodare nei discorsi di Hunter e signora.
Lo scontro tra i due è stato duro, con Bryan che ogni volta resisteva a quanto HHH gli lanciava addosso, e HHH che ogni volta aumentava la posta in gioco,ma senza mai permettere che quello che accadeva fosse ripetitivo e già visto ma anzi,migliorando passo dopo passo, settimana dopo settimana faceva crescere, come in un motivo di musica classica, il livello di odio sportivo tra i due,facendo rimanere il tutto fresco e portando l'interesse del pubblico sempre più in alto.
Segmenti come l'invasione del ring da parte dello Yes Movement e il pestaggio di HHH ai danni di un Bryan ammanettato e indifeso sono stati di notevole impatto e sono sicuro che li rivedremo negli anni come momenti storici di questi anni di RAW, e va dato merito a tutte le due le parti di aver sempre dato il massimo per rendere al meglio questi segmenti.
L'interesse per questa faida è data anche dal motivo ideologico che sta dietro ai due lottatori, ovvero lo scontro, da sempre vincente,tra l'uomo eternamente sottovalutato e chi detiene il potere e ha tutto dalla sua parte. Daniel Bryan è stato fino ad ora l'underdog perfetto,che testardamente e cocciutamente da mesi vuole fare di tutto per farsi accettare da chi comanda, ed è proprio questo suo essere sempre coerente con se stesso, questo suo non volersi omologare a quanto gli veniva consigliato di fare che ha conquistato i fan WWE, che hanno in grande parte abbracciato il lottatore di Aberdeen,Washington come loro idolo e come face di maggiore importanza.
Molti hanno visto in questa faida una riproposizione di quanto visto nella era Attitude nella storica faida tra Vince McMahon e Steve Austin, in quella che forse è stata la più grande storyline del periodo. E' innegabile che il tema della sfida sia tutto sommato lo stesso, tuttavia Austin era un ribelle, uno che voleva andare contro il sistema per distruggerlo, mentre Bryan vuole dimostrare la bellezza della sua indivitualità e il poterla dichiarare ed essere di successo senza doversi uniformare a quanto l'estabilishment vorrebbe.
Ma diciamocela tutta, su questa storyline e su come si è arrivati ad avere questo match ci si potrebbe scrivere una puntata de "Il Bivio" con quello spiritosone di Enrico Ruggeri, perchè son talmente tanti i casi e le situazioni imprevedibili che hanno portato a questo match. Se CM Punk non se ne fosse andato di colpo, se John Cena non fosse stato messo in una posizione secondaria visto il modo bipolare in cui viene accettato dal pubblico, se Orton non fosse cosi poco convincente nel suo ruolo di Campione della Autority, senza mai avere un guizzo o dare una direzione netta al personaggio e soprattutto se Batista fosse andato anche solo un minimo over come face nel suo rientro dopo 4 anni di assenza, senza invece schiantarsi come una nava alla deriva contro uno scoglio contro il volere popolare, avremmo avuto sicuramente uno scenario diverso e questo match non si sarebbe mai svolto.
Andiamo quindi a fare una sorta di mini pronostico su come potrebbe essere il match e su come verrà gestito all'interno della card.
Infatti possiamo vedere come il match potrebbe essere messo nella card in 3 posizioni diverse, tutte con un significato. La sfida tra lo Yes Man e The Game, infatti, potrebbe essere perfetto come opener del PPV, lanciando lo show subito al massimo, immaginando che lo scontro sarà sicuramente molto fisico, al limite estremo e potrebbe dare una direzione ben delineata al PPV, creando anche aspettativa per il main event. Il contraltare di questa scelta sarebbe rappresentato dal fatto che, mettendo un match cosi importante subito, gran parte della card potrebbe esser poco considerata dal pubblico, riducendo quindi l'impatto globale dello show. Stesso ragionamento si può fare per l'opzione di metter questo match subito prima del Main event, che sarà ovviamente il match a 3 per il titolo, che ci darebbe si una grande ultima ora di show ma lascerebbe spece la prima parte di show piuttosto scoperta. La posizione allora più probabile, dal mio punto di vista, è circa a metà show; se analizziamo la card, infatti, ci sono 2 match che sembrano esser messi apposta per scaricare la tensione tra i match principali come questi e la battaglia tra Taker e Lesnar. I due match a più persone, infatti, sono ottimi da questo punto di vista perchè porteranno via tempo e daranno modo al pubblico dello stadio di New Orleans di rifiatare e di esser al meglio per gli eventi principali.
Andiamo ora alla cosa più importante, ovvero: chi vince? Chi si andrà ad aggiungere a Batista e Orton? Proprio per la storia, e per come il racconto tra i due si è dipanato, sembra che sia arrivata l'ora di Bryan di prendersi la sua rivincita e finalmente avere la meglio sul malefico HHH; tuttavia, questo non è certezza del fatto che il buon Daniel possa poi uscire dalla Louisiana con la cintura addosso. Certo, 70mila persone che gridano YES all'unisono portando in trionfo il loro eroe con la cintura sarebbe un Wrestlemania Moment da antologia, ma non dimentichiamo chi c'è in quel match e la mia sensazione è che il buon Batista, al momento del rientro, abbia chiesto una sorta di protezione per avere il suo momento di gloria. Questo potrebbe accadere proprio con un COO che interferisce anche nel match a 3, fregando sia il nostro barbone che il suo protetto Orton per eleggere un nuovo delfino alla sua corte, prendendosi lo spotlight principale per l'ennesima volta.
In conclusione, va dato merito che in un modo o nell'altro la WWE ha costruito un main event solido, interessante e con delle ipotesi convincenti che portano a tutti i componenti in gioco; starà a loro farci divertire domenica notte, mettendo in mostra tutto quello che hanno e facendo fare il salto di qualità a una edizione dello Showcase of the Immortals che ha bisogno di legittimarsi al momento della messa in onda di quell'aura di magia che l'evento porta con sè e che quest'anno sembra mancare.