NXT invade RAW e Smackdown, seguendo un canovaccio oramai collaudato (o vetusto?) che in vista delle Survivor Series vede come al solito contrapposti i vari brand sotto l’egida dei McMahon: quest’anno allo show blu ed a quello rosso si aggiunge quello giallonero, creando un mix interessante e potenzialmente confusionario in vista delle Series.
Partiamo da un presupposto fondamentale: non sono un fan del concetto di brand vs brand per una serie infinita di ragioni. Prima di tutto, in un periodo in cui la wildcard rule ha fatto piu´danni della grandine, rendendosi indigesta come un peperone giallo ripieno di cipolle e carne trita mangiato ad Agosto sotto un sole cocente annaffiato da birra tiepida, l’ultima cosa che voglio è avere una contrapposizione di qualsivoglia natura tra RAW e Smackdown: ok, l’inserimento di NXT fornisce un motivo di interesse e diversificazione consistente, ma l’unica cosa che vorrei in questo frangente è una separazione netta e distinta.
In seconda istanza, odio la genericità ed odio quando si ignorano mesi di storyline in virtù di un’alleanza nata per mero campanilismo da brand. Il concetto delle maglie monocromo che contraddistinguono l’appartenenza a RAW e Smackdown (spero che NXT non vada incontro allo stesso, crudele destino) mi sanno di partita di beach volley 8 vs 8 da villaggio turistico, e decisamente non di evento importante o di scontro epocale: a questo va aggiunto che osservare dei lottatori che sino a qualche giorno prima si minacciavano, attaccavano, tradivano, menomavano fare fronte unito per una presunta (inspiegata ed inspiegabile) lealtà verso il brand di appartenenza mi sembra una cosa incoerente e poco appassionante. Cioè, dovrei credere che per un heel spietato vale più la fedeltà verso il proprio show piuttosto che l’acredine verso il proprio rivale? Ok che nel wrestling tutto è concesso, ma quando si interrompono quei fili logici basilari da cui non si dovrebbe mai prescindere vado immediatamente in tilt.
Il segreto per godersi uno show di wrestling (o un film, un cartone animato, una serie tv se per questo) è la sospensione della consapevolezza che tutto sia predeterminato ed organizzato: il pathos di un match è dato proprio dall’imprevedibilità, infatti l’arte del wrestling sta proprio nel rendere imprevedibile il predeterminato…se ci pensiamo qualcosa di complesso, articolato e poggiato su equilibri precari e delicati. Vedere heel e face a braccetto disposti a fare fronte unito contro il “nemico comune”, in fin dei conti non ottenendo assolutamente nulla una volta concluso questo non-ciclo narrativo, mi urta e non poco anche perché, come spesso accade, due settimane dopo l’evento il tutto non risulta praticamente mai esistito. Una parentesi tanto dispendiosa quanto inutile, anzi deleteria.
L’idea dunque non mi esalta per nulla, anche se devo ammettere che l’esecuzione è stata d’impatto: a Smackdown e RAW i giovani rampanti di NXT non hanno fatto prigionieri, ponendosi come show paritetico in termini “mark” e non subordinato o di minor pregio. Adam Cole (baybay) ha disputato match contro due tra i migliori worker dei rispettivi brand, Ciampa ha avuto il suo esaltante momento contro Miz, la Belair e Rhea Ripley hanno impressionato per la loro forza e fisicitá, senza contare lo scontro tra la Baszler e Becky. Ecco, come elemento maggiormente di interesse mi soffermerei proprio su questa faida.
Mentre tutte le altre faide o scontri sono stati semplicemente degli showcase fini a se stessi, questa faida ha tutto un altro spessore fatto di continuità e logicità. Due campionesse dominanti, che non hanno paura di sporcarsi le mani pur di prevalere, che non temono niente e nessuno senza paura di sottolinearlo: la Baszler è la vendicatrice giunta dal basso per redimere l’onore della sua migliore amica Ronda, ed ha subito messo nel suo mirino Becky, la nemesi perfetta che ha fatto della faida con la Rousey uno dei pilastri principali della sua ascesa al successo. Senza contare che entrambe sono specialiste in mosse di sottomissione e lotta a terra, dunque sarà molto interessante anche vedere come verrà gestito il match bell-to-bell. Questa contrapposizione tra brand, ad ogni modo, risponde anche ad un’altra, immancabile logica del mercoledì.
Gli ascolti di NXT e della AEW si stanno pian piano stabilizzando verso il basso, complice anche la presenza di importanti eventi come il game 7 delle World Series: circa 600mila per NXT, circa 750 per la AEW. Tuttavia il dato interessante è un altro.
Come scritto in precedenza, la WWE non ha mai avuto come obiettivo quello di surclassare la AEW negli ascolti, ma di frammentare gli stessi inserendo una controprogrammazione come NXT, forte come qualità ma comunque contrassegnata come show del settore di sviluppo: una mossa volta a sminuire eventuali vittorie della concorrenza, oltre a rubare parte del vento che avrebbe potuto gonfiare oltremodo le loro vele. Ebbene, a ridursi non sono stati solo gli ascolti di entrambi gli show ma anche il loro gap: si è partiti dal 37% sino ad arrivare al 24%, un risultato da non prendere assolutamente sotto gamba.
Pertanto, utilizzare RAW (ancora su USA network) e Smackdown (su Fox) come vetrina per mostrare i talenti ed il prodotto NXT ad un pubblico più vasto potrebbe essere un ottimo espediente per trasportare una piccola ma importante fetta di quel pubblico su USA network il mercoledì, assottigliando un divario che non sembra più essere incolmabile. Pensate a quanto si gongolerebbe a Stanford se NXT (terzo show per importanza) riuscisse a sorpassare la AEW nei ratings: sarebbe un evento silenziosamente festeggiato come una vittoria epocale, a prescindere dalla sua natura Pirrica.
Bene, lascio a voi la parola: cosa ne pensate del coinvolgimento di NXT? Sono il solo a cui vengono questi mal di pancia sistemici ogni stramaledetto Novembre?