La fine del 2003 fu un anno abbastanza importante per la World Wrestling Entertainment. Si stava infatti per scrivere definitivamente la parola fine su quella Ruthless Aggression appena iniziata e già dimenticata. Naturalmente non si poteva andare avanti troppo tempo con quell’idea, la Ohio Valley Wrestling era un territorio di sviluppo importante, ma non tutti gli anni, le stagioni ed i mesi, potevano essere fiorenti come lo furono il 2002 ed il 2003. John Cena, Randy Orton e Batista si erano con successo affacciati sul palcoscenico più importante del mondo, la WWE, ma non fu nessuno di loro a lasciare il segno in maniera repentina, devastante, immediatamente impattante.

L’uomo che lasciò quel segno aveva un altro nome: si chiamava Brock Lesnar. All’epoca le sue capacità erano chiacchierate ancora prima del debutto, ma nessuno era davvero certo di quello che questo mostro, se non per capacità almeno per aspetto, avrebbe potuto fare. Nonostante i fan non fossero le teste calde di oggi, non fossero i cosiddetti “Smart”, era inevitabile ammettere un misto di potenza e Look fuori dal comune. Ok, la tecnica non era mostruosa, ma l’arsenale e la forza erano davvero devastanti e per quella WWE Brock Lesnar era l’uomo perfetto.  Diventò ben presto campione, e diventò ben presto l’uomo perfetto per Smackdown. The Next Big Thing era unico. Era la punta di diamante dei prodotti targati Stamford.

Molti dei fan del Main Stream dell’epoca però, nel cuore non avevano soltanto la WWE. Molti dei fan dell’epoca avevano ancora negli occhi le notti della Monday Night War. Le notti della World Championship Wrestling. Ed al momento della sua chiusura la WCW era rappresentata soprattutto da due uomini: Sting e Bill Goldberg.

Il primo era incorruttibile. Non si poteva comprare. Non si vendeva. Non lo si portava On The Road nemmeno con vagonate di soldi. Il secondo però…il secondo si. Bill Goldberg entrò a fare parte del Roster della World Wrestling Entertainment e divenne, al contrario di Brock Lesnar, l’uomo perfetto per Raw. Il Face da contrapporre a quel Triple H ed a quell’ Evolution che tanto la faceva da padrone. Il 2003 passò cosi. Con Brock Lesnar a dettare legge a Smackdown e Bill Goldberg a dettare legge a Raw. Ma stava arrivando una grande occasione. Stava per essere messo in scena uno degli eventi più importanti della storia della compagnia: Wrestlemania XX. Si torna a New York. Si torna al Madison Square Garden dopo 10 anni. E’ il ventennale e deve essere qualcosa di grandioso. La WWE decise, con molti, molti mesi di anticipo, almeno per quelle che furono le sensazioni dell’epoca, di mandare nel Main Event Chris Benoit, che avrebbe vinto la Royal Rumble ed affrontato Triple H, il campione, e Shawn Michaels, secondo sfidante, per il titolo del mondo dei pesi massimi. A Smackdown beh, niente di più facile: due signori lottatori che corrispondono ai nomi di Eddie Guerrero e Kurt Angle si giocheranno il titolo WWE. Undertaker tornerà becchino, e non ci ho davvero creduto fino a che non l’ho visto, anche se in realtà per l’Attire un po’ di delusione fu d’obbligo, e affronterà Kane.

Cosa manca? Chi manca? Mancano Brock Lesnar e Bill Goldberg.

A dire il vero non è che la voce si fosse sparsa poi con tanta decisione. Goldberg contro Brock Lesnar era un incontro che senza ombra di dubbio si sarebbe fatto prima o poi, ma la convinzione di Vince McMahon di avere soltanto un Match interpromozionale a Wrestlemania, e già c’era Undertaker contro Kane, rispettivamente di Smackdown e Raw, aveva quasi fatto perdere le speranze di vedere concretizzato il Match dei Match. Invece, cosi fu..

Era il 25 Gennaio del 2004 quando avvenne il primo contatto fra Brock Lesnar e Bill Goldberg. Siamo nel Backstage e Terri Runnels si appresta ad intervistare Goldberg sulla Royal Rumble e su ciò che potrà fare entrando con il numero 30. Ma Brock Lesnar interrompe i due. Scatta la scintilla. Goldberg più tardi, entrerà con il numero trenta, farà piazza pulita sul Ring, ma Lesnar con un F-5 metterà Kurt Angle in condizione di eliminare l’ex campione del mondo dei pesi massimi. La sfida è lanciata. Adesso si, tutti eravamo sicuri: Brock Lesnar e Goldberg si affronteranno a Wrestlemania.

Cominciava a circolare anche la voce che un arbitro speciale avrebbe preso parte alla contesa. Quell’arbitro speciale non poteva non essere Stone Cold Steve Austin, all’epoca Special Enforcer alla guida di Raw, troppo spesso comandato a bacchetta da Eric Bischoff. Fu proprio Stone Sold Steve Austin a regalare a Goldberg un biglietto di prima fila per No Way Out, primo PPV Only Brand dell’anno, promosso dal Roster di Smackdown. Goldberg si presentò e Paul Heyman lo fece arrestare. Ma nel Main Event tornò, con le manette spezzate e con un solo obbiettivo: colpire Brock Lesnar. E lo colpì. Lesnar subì la Spear e Eddie Guerrero grazie a quell’attacco conquistò il titolo WWE. Ecco, questa fu l’unica pecca, quando la Rumble finì, io già sapevo che Brock Lesnar avrebbe perso quella cintura contro Eddie Guerrero a No Way Out. La sorpresa sarebbe stata altrimenti eccezionale.

E’ tutto pronto. Goldberg è il paladino di Raw. Brock Lesnar è l’uomo di Smackdown. Steve Austin il grande arbitro che, nonostante fosse super partes, per tutta la faida si schierò dalla parte del Face, attaccando addirittura una rivalità nella rivalità con Brock Lesnar, reo di avergli rubato il suo Quad personalizzato.

Il grande Match nel grande momento. Wrestlemania XX: Brock Lesnar vs Goldberg, arbitro speciale Stone Cold Steve Austin.

Non tutto però va secondo i piani. Non tutti coloro che entrano in un’arena vogliono semplicemente vedere grandi nomi affrontarsi. L’orgoglio della folla venne fuori, soprattutto in una città come New York, da sempre legata ad un Wrestling più autentico, più vero, meno mercenario. Tutto cominciò quando le voci riguardanti i contratti dei due vennero fuori. Brock Lesnar avrebbe lasciato la WWE dopo Wrestlemania, non voleva più soldi, semplicemente aveva deciso di abbandonare il Wrestling, del quale, come sempre da lui ammesso, non era mai stato un grande fan, per tentare una carriera in NFL, più precisamente nella squadra dello stato nel quale aveva portato a termine la sua carriera universitaria: i Minnesota Vickings. E Goldberg? Anche lui avrebbe lasciato la WWE, in questo caso per una pura e semplice questione di soldi. Non credeva che quella vita On The Road e soprattutto il suo nome, valessero il prezzo che la WWE voleva pagare, ma molto di più.

Fu per queste motivazioni che l’incontro venne screditato giorni prima dell’evento. La WWE decise di piazzarlo a metà Card, lasciando la tripletta finale al titolo WWE, al ritorno di Undertaker ed al titolo del mondo dei pesi massimi. Fece bene. Nettamente bene. Perché tutto il Madison Square Garden andò avanti a urlare “You Sold Out” per tutta la contesa. Non una reazione degna per un Come Back, per un Suplex, per una Spear. I due ragazzi impegnati sul Ring decisero di ascoltare il pubblico e non fecero nulla, e anche meno, per cercare di rialzare le azioni del Match, ormai al minimo.

La nota positiva di quell’incontro si chiamò Stone Cold Steve Austin che si, sollevò la mano di Goldberg in segno di vittoria, ma lo colpì anche con la Stunner, proprio come fece con Brock Lesnar, che si giocò definitivamente l’appoggio di quei pochi fan che gli erano rimasti, mettendo in bella vista due dita medie d’antologia. Brindisi violento, un fiume di birra e via verso il Backstage in Quad. Steve Austin rubò la scena rendendo un incontro fallito in un momento, comunque sia, storico.

In questo 2016 Brock Lesnar e Goldberg si affronteranno di nuovo, nella trentesima edizione di Survivor Series. Sono passati più di dodici anni. Lesnar è in forma, Goldberg non lo sappiamo. Lesnar è un lottatore attivo, Goldberg no. Lesnar ha 39 anni, Goldberg 49. Insomma le condizioni sono cambiate. Radicalmente. Oggi la folla li ha perdonati per quell’addio secondo loro ingrato, e probabilmente saranno divisi ma accaniti durante l’incontro, anche se a Toronto, sede della contesa, Goldberg è storicamente odiato. Comunque voglio essere positivo, mettere da parte per un momento i miei dubbi, la mia poca stima per Goldberg, come atleta puro, si intende, perché come persona e Star Power non lo si può mettere in dubbio, e cercare di godermi una rivincita che ha distanza di 12 anni può chiudere un cerchio lasciato aperto con nessuna speranza, perché queste erano le impressioni a quel tempo, di vedere Brock Lesnar e Goldberb affrontarsi un’altra volta sul quadrato della WWE.