Nei giorni scorsi si dibatteva parecchio su quanto abbia inciso e stia incidendo Chris Jericho in All Elite Wrestling. Ha fatto praticamente di tutto: wrestler, campione, brand, intervistatore, leader di una stable, commentatore televisivo, creatore di champagne, creatore di alcune pillole comiche, trascinatore assoluto di show. Insomma, ha compiuto in un anno un lavoro totale, dando quella solidità che sarebbe mancata a qualunque nuova compagnia di wrestling.

E tra i commenti che leggevo ne è spuntato uno: meno male che CM Punk ha rifiutato la AEW.

Sì, perché il primo pensiero di Tony Khan era stato proprio quello, ovvero prendere CM Punk per dare l’impressione che la AEW fosse partita col botto e che fosse davvero competitiva sul terreno del wrestling business. Il nativo di Chicago però non credeva al progetto, nonostante ci fossero diversi atleti conosciuti. Ha tenuto lo stesso atteggiamento che Goldberg ha tenuto con la TNA per parecchi anni: senza un riscontro numerico forte, le mie prestazioni non esistono. In sintesi: “non vengo lì per farti grande. Devi esserlo già ed io rappresento la ciliegina”. Un discorso giusto e sbagliato, che meriterebbe uno spazio ben preciso. Ma non questa volta.

A quel punto Cody ha alzato la cornetta ed ha parlato con Jericho, il quale ha accettato. Non sappiamo cosa avrebbe fatto CM Punk al suo posto. Sappiamo però cosa non avrebbe fatto: ad esempio non si sarebbe presentato agli show in questo lungo periodo di pandemia e non avrebbe interagito in alcun modo con video registrati in casa. Non perché non lo possa fare, ma Punk ha una direzione tutta sua di vedere il wrestling e difficilmente si sarebbe dato al comedy o avrebbe deciso di ascoltare le idee di un novellino del wrestling. Jericho sta trattando dal giorno 1 il buon Tony Khan come un suo pari, alzando l’asticella solo quando gli manchi qualche tassello decisivo nello sviluppo di una idea.

Probabilmente avremmo visto Punk vs Omega. Bello, no? Anche Punk vs Moxley, o Punk vs Page. Ma il pubblico avrebbe accettato di vederlo sconfiggere questi avversari? Si tratta pur sempre di un ragazzo fermo da anni nel wrestling, che ha fallito miseramente nelle MMA e che va avanti a suon di contratti milionari per fare ciò che vuole. Avrebbe rappresentato un po’ il Rob Van Dam che arrivò nel 2010 in TNA: svogliato, poco in forma, presente solo per farsi un po’ di soldi prima di accettare di nuovo la corte di altri lidi. Peraltro difficilmente avrebbe accettato di mandare over Jungle Boy e Scorpio Sky (perdendoci o pareggiandoci), o di creare una stable o di non essere nel main event di tutti gli show a cui avrebbe partecipato.

Jericho dal canto suo si è posto pancia a terra per la federazione e ha dato soluzioni creative via via importanti affinché potesse costruirsi un suo spazio, una nicchia abbastanza importante. Ha costruito oltre sé anche una serie di atleti, ha dato spazio ai colleghi mettendoli sul suo stesso piano.

Eppure.

Eppure, non sappiamo davvero come sarebbe andata. Non abbiamo la riprova che Punk potesse essere davvero meno incisivo di Jericho. Certamente tutto quello che ha regalato Y2J al wrestling nell’ennesima reinvenzione, senza alcun limite, è stata una serie di gemme che ci porteremo dietro nei prossimi 20 anni. Meno i suoi match, quello sì. Ma tutto il resto è stato da applausi.